Opinionisti Giacomo Moretti

Non l’ha guardato nessuno, ma proprio nessuno

Una sorta di Democrazia Cristiana, nessuno la votava ma alla fine vinceva sempre le elezioni

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È da poche ore finita la buriana sanremese e credo che alcune cose si possano già dire.

Alla vigilia dell’inizio del Festival dedicato alla musica italiana, sui social (ma non solo) impazzivano proclami di autocensura.

Tantissimi che si affrettavano a dichiarare pubblicamente che: “No no, io non guardo Sanremo”, oppure: “Spengo la tv e vado a letto”, e altre dichiarazioni simili.

Ed invece Amadeus, chiamato da tutti affettuosamente “Ama”, ha fatto un vero e proprio “BINGO!”

Infatti è partito con poco più del 53% di share la prima serata in un crescendo che lo ha portato a sfondare il 60% nella serata finale di sabato 8 febbraio. Forse sarebbe meglio dire durante la serata di sabato e la mattina di domenica visto che, come durante tutta la settimana, lo spettacolo è finito ben oltre le due del mattino.

Comunque, come dicevo, prima dell’inizio del 70° Festival di Sanremo edizione 2020, tutti a dire che non lo avrebbero visto, tutti a denigrare.

Oltre alla gente comune si sono spesi anche giornalisti e politici di rilievo nazionale, definendo nei più vari e fantasiosi modi dispregiativi il Festival.

Insomma Amadeus è stato per una settimana una sorta di Democrazia Cristiana, nessuno la votava ma alla fine vinceva sempre le elezioni.

O se vogliamo attingere alla storia politica più recente, un “Berlusconi” nel massimo splendore, stessa storia, tutti a criticarlo ma al contempo tutti pronti a riempire le urne con preferenze in suo favore.

Nessuno voleva guardare il Festival, e politicamente parlando ha conferito la maggioranza assoluta delle preferenze ad “Ama” ed alle sue bravissime spalle.

Spalle che sono state vere e proprie colonne in questa edizione, mi riferisco ad un Fiorello in grandissima forma.

Su dai, smettiamo di prenderci troppo sul serio, di fare gli snob, Sanremo è uno degli eventi popolari più radicati nella nostra storia moderna.

Intere famiglie per generazioni si trovavano sul divano per seguire quello che era, ma che evidentemente è considerato tutt’ora, uno degli eventi più imperdibili proposti dalla nostra televisione.

Ma poi, detto tra noi, che bello che per una settimana non siamo stati bombardati da notizie funeste.

Per una settimana è andata in soffitta la crisi iraniana, i missili, le stragi, perfino il coronavirus è scomparso dal radar.

Per non parlare delle amenità quotidiane che ci riservano personaggi politici che dobbiamo sorbirci tutti i giorni, specialmente durante le interminabili campagne elettorali che solo l’Italia sa “regalare” a noi, ormai estenuati, cittadini.

Risse continue delle quali nessuno ha sentito la mancanza.

E allora benvenuta leggerezza, per una settimana.

Davanti alla “normalità” che ci bombarda tutti i giorni, benvenute polemiche canore.

Benvenute discussioni tra Morgan e Bugo (ma poi chi è sto Bugo?), le diatribe nei social tra chi sosteneva un Diodato (risultato vincitore) ed un Gabbani.

Ma Achille Lauro come si vestirà domani sera?

Benvenuti i siparietti di Fiorello che è riuscito ad intrattenere magistralmente tutti noi perfino con un siparietto parlando di una delle più naturali esigenze fisiologiche, “il piscismo”. Indimenticabile, poi, l’imitazione della De Filippi.

Che bello.

Per una settimana abbiamo spazzato via la bruttura che ci circonda di continuo e ci siamo lasciati prendere dalla leggerezza ma anche da momenti seri e di riflessione.

Insomma una settimana di “pausa” dal delirio quotidiano.

Ormai la settimana è finita.

Ovviamente nessuno ha visto il Festival, fidatevi, solo che le “urne” hanno decretato che più del 60% degli italiani lo ha visto.

Ora però torneremo alla quotidianità.

Torneranno le guerre, le liti, persino i virus dei quali per una settimana nessuno ci ha parlato.

A breve torneranno pure le urne elettorali, quelle serie, solo che alla vigilia nessuno dirà: “Non mi interessa”, ma anzi riprenderà la ormai e solita infinita rissa italiana.

Redazione
© Riproduzione riservata
11/02/2020 10:55:04

Giacomo Moretti

Nato ad Arezzo – Dopo aver assolto agli obblighi di leva comincia subito a lavorare, dalla raccolta stagionale del tabacco passa ad esperienze lavorative alla Buitoni e all’UnoaErre. Si iscrive “tardivamente” all’età di 21 anni alla Facoltà di Giurisprudenza di Urbino dove conseguirà la laurea in corso. Successivamente conseguirà il Diploma presso la Scuola di Specializzazione per le professioni legali. Assolta la pratica forense, nel 2012 si abilita all’esercizio della professione forense superando l’esame di stato presso la Corte d’Appello di Firenze. Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Arezzo esercita la professione forense fino al dicembre 2016. Attualmente si è sospeso volontariamente dall’esercizio della professione di avvocato per accettazione di incarico presso un ente pubblico a seguito della vincita di un concorso. Molto legato al proprio territorio, Consigliere comunale ad Anghiari per due consiliature consecutive. Pur di non lasciare la “sua” Anghiari vive attualmente da pendolare. Attento alla politica ed all’attualità locale e non solo, con il difetto di “dire”, scrivere, sempre quello che pensa. Nel tempo libero, poco, ama camminare e passeggiare per la Valtiberina e fotografarne i paesaggi unici.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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