Opinionisti Giacomo Moretti

Ci siamo scopeti italiani

Siamo un popolo straordinario e non ordinario

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Qualcuno sosteneva che dove non arriva la politica riesce ad arrivare lo sport. Una frase alla quale in diverse fasi della storia è difficile contrapporsi, dopo ieri sera oltre che difficile ciò è diventato impossibile. Abbiamo visto una nazionale, la nostra nazionale giocare sotto gli occhi attenti e vigili del nostro Presidente della Repubblica, soffrire, lottare, vincere entrando così nella storia. Una storia non solo calcistica. Abbiamo conquistato Wembley, uno stadio e una Londra, spiace dirlo, antisportiva e anti civile. I fischi durante l’esibizione del nostro inno nazionale, il togliersi la medaglia da parte dei giocatori, il non assistere alla premiazione dei nostri da parte dei giocatori inglesi e dello staff, lo stadio lasciato vuoto mentre sul palco, una coppa europea adornata a tricolore veniva alzata verso un cielo londinese tinto di nitido azzurro nonostante la notte. In quel campo non c’erano “solo” dei giocatori, ma una intera nazione. Si una nazione in attesa di riscatto dopo mesi duri, difficili, una nazione prima nel mondo occidentale a doversi misurare con il Covid-19 e con le dolorose ma necessarie misure di contenimento. Una nazione considerata all’estero divisa e frammentata. A tal proposito in Italia si tifava e si tifa azzurro da Lampedusa alla Valle d’Aosta. Non così per i nostri amici del Regno Unito che invece in Scozia e nel Galles con tifosi schierati apertamente contro Londra facendo quel Regno un pochino meno Unito. Che dire? Noi italiani siamo più uniti di quello che pensiamo. Siamo più forti delle sfide che siamo chiamati ad affrontare. Siamo un popolo straordinario e non ordinario. Infatti è proprio a difficoltà straordinarie, stadio contro, goal subito dopo soli due minuti, e si potrebbe continuare in questo elenco, che sappiamo rispondere in maniera altrettanto straordinaria. Siamo un popolo, un popolo che ieri, dopo un anno e mezzo di sofferenza si è riconquistato quelle strade e quelle piazze chiuse e interdette e lasciate forzatamente deserte. La gioia incontenibile è esplosa in tutto lo stivale. Si credo che dal punto di vista epidemiologico ieri sia stato corso un rischio, questo lo vedremo tra quindici giorni. Però, e qui anche quelli come me più sensibili al rispetto scrupoloso delle regole e delle limitazioni dovute alla pandemia, devono ammettere che un popolo esce da una crisi, o meglio ha più capacità di uscirne, nel momento in cui si sente più popolo, si sente più unito. Ieri abbiamo capito che siamo un popolo. Unito, forte e che quando ci sono esperienza, competenza, e voglia di non mollare nessuno ci ferma. Sia uno stadio e una nazione ostile, siano altre difficoltà, siamo capaci di unirci sotto una sola bandiera. Siamo e sappiamo essere eccellenza. Lo sappiamo essere fin dall’inizio. Ieri (12.07.2021), prima dell’inizio della partita mi ha colpito l’esibizione della pattuglia acrobatica della RAF, ovvero l’aereonautica militare al servizio di sua maestà. Cioè, nulla di paragonabile alle nostre uniche e gloriose Frecce Tricolori. Tutti i giorni siamo continuamente divisi, dalle idee, dalla politica, dalle differenze geografiche, e anche questo bellissimo elenco di differenze che ci contraddistinguono e che rendono unico il nostro essere italiani, potrebbe continuare all’infinito. Ma quando siamo sotto la stessa bandiera tutto scompare e torniamo ad essere semplicemente italiani. Torniamo ad essere bambini felici al solo sventolare il nostro tricolore. Bene questo è lo spirito giusto. Se quanto accaduto a Londra saremo capaci di attuarlo anche in Italia in ogni ambito e settore, non ci sarà gara contro nessun avversario. Si magari siamo semplicemente italiani ma, quando conta, sappiamo essere più uniti di chi di unità può solo fregiarsi nel nome che porta. Ci siamo scoperti italiani, e forse impareremo anche che non è poi così male.

Giacomo Moretti
© Riproduzione riservata
21/07/2021 09:44:54

Giacomo Moretti

Nato ad Arezzo – Dopo aver assolto agli obblighi di leva comincia subito a lavorare, dalla raccolta stagionale del tabacco passa ad esperienze lavorative alla Buitoni e all’UnoaErre. Si iscrive “tardivamente” all’età di 21 anni alla Facoltà di Giurisprudenza di Urbino dove conseguirà la laurea in corso. Successivamente conseguirà il Diploma presso la Scuola di Specializzazione per le professioni legali. Assolta la pratica forense, nel 2012 si abilita all’esercizio della professione forense superando l’esame di stato presso la Corte d’Appello di Firenze. Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Arezzo esercita la professione forense fino al dicembre 2016. Attualmente si è sospeso volontariamente dall’esercizio della professione di avvocato per accettazione di incarico presso un ente pubblico a seguito della vincita di un concorso. Molto legato al proprio territorio, Consigliere comunale ad Anghiari per due consiliature consecutive. Pur di non lasciare la “sua” Anghiari vive attualmente da pendolare. Attento alla politica ed all’attualità locale e non solo, con il difetto di “dire”, scrivere, sempre quello che pensa. Nel tempo libero, poco, ama camminare e passeggiare per la Valtiberina e fotografarne i paesaggi unici.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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