Applausi meritati: Grazie Presidente
Sei minuti di applausi dedicati al Presidente della Repubblica
Pochi giorni fa è stato celebrato uno degli eventi mondani più attesi, la famosa “Prima della Scala”. Erano presenti all’evento i massimi livelli dell’intera classe dirigente del Paese. Imprenditori, politici, artisti, intellettuali e chi più ne ha più ne metta. Ovviamente, oltre ad essere su invito tale evento è precluso ai comuni mortali visto il costo del biglietto non proprio popolare. La notizia che però a suscitato interesse, perlomeno quello mediatico sono stati gli oltre sei minuti di applausi dedicati al Presidente della Repubblica una volta che lo stesso ha raggiunto il palco che, in tempi pre repubblicani, era esclusivo appannaggio della casa regnante. Magari anche questo aspetto può suscitare qualche perplessità, ma è bene ricordare che è proprio la nostra Costituzione ad attribuire al Presidente della Repubblica la qualifica di capo di Stato, ovvero vertice delle nostre istituzioni democratiche. Ovviamente uno stato ben diverso da quello guidato dai Savoia ma non è su questo che voglio esprimere la mia “opinione”. Rispetto a questi applausi si è innescata la solita tifoseria o se vogliamo la solita cagnara di italico costume. Mi permetto di dividere e marcare la differenza tra chi batteva le mani e a chi quegli applausi erano rivolti. Ormai la classe dirigente italiana è in decadenza, ne sono esempio giornaliero i dibattiti che ancora siamo costretti a sorbirci in riferimento allo stato pandemico ancora in corso. Persone ricche, socialmente e culturalmente elevate che mostrano spettacoli talvolta degli della più bieca bettola al finire dell’ennesima bottiglia. Dicevo, tra chi si spellava le mani vi erano certamente soggetti espressione del decadimento italiano ma per fortuna per noi vi erano anche personaggi dei quali ancora oggi, per nostra fortuna, l’Italia non può fare a meno. Persone che hanno retto, persone che sono state guide, persone che hanno nonostante tutto tenuto duro, tenuta personale, imprenditoriale base anche della tenuta del Paese davanti a questi ormai due anni difficili. Nella platea plaudente era rappresentato il Paese, quello che siamo, con i nostri difetti ma anche, ed è bene sottolinearlo, con i nostri pregi. Quindi una platea plaudente che non tutta merita i nostri applausi, anzi. Però li, su quel palco vi era chi quegli applausi se li meritava davvero e da tutti. Un Presidente che si è trovato davanti una situazione politica del tutto atipica. Un Presidente rispetto al quale esponenti della più rappresentata forza politica parlamentare ne chiedevano “l’impeachment”, peraltro senza neanche sapere che tale istituto non è neanche previsto dalla nostra Costituzione. Ebbene prima la richiesta di “stato d’accusa” per non meglio identificate accuse, per poi vedere gli stessi esponenti salire al Quirinale a ritirare il proprio decreto di nomina a ministro, peraltro a ministri di tutto rilievo istituzionale. Per poi passare a crisi di governo incomprensibili in piena pandemia. Ovviamente l’elenco potrebbe continuare. Si i motivi sono tanti e forse l’unica cosa reale in quella platea è stata la richiesta di “bis” ad un Presidente che nel corso del suo mandato ha dimostrato di essere la persona istituzionalmente giusta al posto giusto anche se in periodo sbagliato come quello della pandemia. Le critiche al nostro Presidente sono, a mio parere, del tutto infondate e a chi ne auspica l’uscita dal Quirinale dico che forse invece di criticare questo Presidente dovrebbero piuttosto preoccuparsi del tredicesimo. Rientro tra quei cittadini che non contano nulla ma per quello che vale anche le mie mani battono in segno di riconoscenza per questo mandato. Confido anche io in un “bis” che però attualmente è lo scenario più remoto anche se quello più auspicabile per traghettare anche il Paese nel nuovo assetto istituzionale voluto con in referendum che riduce il numero dei parlamentari. Insomma anche se non ci sarà un bis ciò non mi impedisce di dire grazie. Grazie Presidente Mattarella.
Giacomo Moretti
Nato ad Arezzo – Dopo aver assolto agli obblighi di leva comincia subito a lavorare, dalla raccolta stagionale del tabacco passa ad esperienze lavorative alla Buitoni e all’UnoaErre. Si iscrive “tardivamente” all’età di 21 anni alla Facoltà di Giurisprudenza di Urbino dove conseguirà la laurea in corso. Successivamente conseguirà il Diploma presso la Scuola di Specializzazione per le professioni legali. Assolta la pratica forense, nel 2012 si abilita all’esercizio della professione forense superando l’esame di stato presso la Corte d’Appello di Firenze. Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Arezzo esercita la professione forense fino al dicembre 2016. Attualmente si è sospeso volontariamente dall’esercizio della professione di avvocato per accettazione di incarico presso un ente pubblico a seguito della vincita di un concorso. Molto legato al proprio territorio, Consigliere comunale ad Anghiari per due consiliature consecutive. Pur di non lasciare la “sua” Anghiari vive attualmente da pendolare. Attento alla politica ed all’attualità locale e non solo, con il difetto di “dire”, scrivere, sempre quello che pensa. Nel tempo libero, poco, ama camminare e passeggiare per la Valtiberina e fotografarne i paesaggi unici.
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