Opinionisti Paolo Tagliaferri

L’imponderabile di una tragedia

Non esistono parole, pensieri o sentimenti che possano tentare di descrivere la situazione

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"Esiste l'imponderabile, dobbiamo imparare ad accettarlo". Non esistono parole, pensieri o sentimenti che possano tentare di descrivere degnamente la tragedia che di è abbattuta pochi giorni fa su una famiglia di Napoli, dove un ragazzino di 11 anni si è tolto la vita gettandosi dal terrazzo poco dopo la mezzanotte. La stampa riferisce che i genitori abbiano trovato un biglietto in cui oltre a chiedere scusa alla mamma il piccolo confida uno stato di paura vissuto nelle ultime ore di vita. Gli inquirenti, che indagano su quanto accaduto, sospettano che possa essere stato contattato da qualcuno attraverso internet, che potrebbe averlo spaventato o manipolato fino al punto da spingerlo al suicidio. Una possibile ulteriore vittima dei cosiddetti “challenge dell’orrore”, del tipo “blue whale” in cui una serie di sfide imporrebbero alle giovani vittime atti di autolesionismo e che in tanti casi, in giro per il mondo, hanno fatto ipotizzare essere stata la causa di morte di alcuni adolescenti. Prima di suicidarsi il bambino ha inviato un messaggio sul telefonino della madre: "Ti amo ma ora ho un uomo incappucciato davanti e non ho tempo". Noi che abbiamo bambini piccoli, della stessa età di questa creatura, inorridiamo al pensiero che possano accadere simili tragedie. Ci preoccupiamo e restiamo inesorabilmente in ansia, consapevoli che i pericoli per i nostri amatissimi figli sono innumerevoli e per quanto ci sforziamo di non pensarci c'è sempre una nuova incomprensibile tragedia che ce li fa ricordare. I pericoli sono la fuori, nella vita reale di ogni giorno. Creature indifese che affrontano la vita di tutti i giorni in un mondo forse spietato e per molti versi non più comprensibile, con noi adulti talvolta distratti o semplicemente inconsapevoli di cosa attrae oggigiorno i nostri giovani. Troppo dolore, troppe ingiustizie, troppe violenze si leggono nelle cronache. Ormai i pericoli per nostri figli si nascondono anche nella grande rete di internet, forse in maniera ancor più subdola ed imprevedibile. Una rete che, negli ultimi anni, ha permesso a miliardi di persone di essere interconnessi, di comunicare, di entrare in contatto con chiunque e ovunque. Un immenso contenitore di informazione, immagini, commenti, video e che solo pochi anni fa non era neppure possibile immaginare. Un mondo parallelo, a volta effimero, per molti versi totalmente virtuale ed irreale, ma nel quale vi si trova ormai di tutto e in cui, in alcuni casi, si nascondono vere e proprie minacce per la sicurezza dei nostri giovani. Trappole spietate probabilmente pianificate da persone senza scrupoli e che proprio sulle giovani menti dei nostri ragazzi trovano le proprie vittime predestinate. Giovani indifesi che, armati dei propri inseparabili smart phone e tablet, frequentano in maniera eccessiva e continua un mondo che giorno dopo giorno rischia di sostituirsi alla realtà, indirizzando e influenzano i loro comportamenti, le loro abitudini e la loro quotidianità. Dall’altare, il padre di questo piccolo angelo, ripete che non sa cosa sia successo, che fino a cena suo figlio era felice. Ricorda gli ultimi istanti della vita del suo piccolo bambino, di quella creatura che per 11 anni ha avuto una vita di felicità, una vita intensa e gioiosa. Ci sembra impossibile che non vi sia una spiegazione, un motivo, qualcuno o qualcosa su cui indirizzare tutta la nostra rabbia e il nostro dolore di genitori che potrebbero trovarsi in una simile situazione. Non è possibile che un bambino felice possa buttarsi dal terrazzo. Un pericolo assurdo e spietato sembra dunque che viaggi fra di noi, entrando nelle nostre case, vagando indisturbato nelle menti dei nostri giovani indifesi, ormai troppo attratti da quel mondo parallelo che è diventato internet. L’imponderabile che può addirittura portarsi via una vita, lasciando genitori, familiari e amici in un dolore che niente e nessuno potrà mai mitigare o spiegare.

Ci restano le parole di questo padre,strazianti e commoventi, che nessun vorrebbe mai dover pronunciare o dover ascoltare. «Oggi è tempo di piangere e di cacciare fuori il dolore, ma da domani pensate tutti a lui sorridendo».

Nessuno potrà mai prevedere l’imponderabile. Nessun genitore avrà mai modo di scongiurare l’imprevedibile. Simili tragedie devono comunque spingere noi adulti a riflettere, cercando di comprendere una realtà giovanile forse a noi sconosciuta e sfuggente, a trovare il modo di assistere e guidare degnamente i nostri figli per non lasciarli soli anche di fronte a questi nuovi demoni.

Paolo Tagliaferri
© Riproduzione riservata
05/10/2020 15:44:46

Paolo Tagliaferri

Libero professionista – già dipendente del Centro ricerca e sviluppo della Pirelli Spa con esperienza presso il complesso metallurgico BMZ nella ex Unione Sovietica, da oltre venticinque anni consulente direzionale in materia di salute e sicurezza sul lavoro, normativa ambientale e antincendio. Docente formatore in corsi professionali. Auditor di sistemi di gestione della sicurezza sul lavoro per l’ente internazionale DNV. Scrittore autodidatta e per diletto.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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