Grazie Presidente
Noi italiani amiamo la libertà
«Noi amiamo la libertà ma abbiamo a cuore anche la serietà».
Con questa frase il nostro Presidente dalle Repubblica ha replicato al Primo Ministro Inglese che, davanti all’intero Parlamento di Sua Maestà aveva sbeffeggiato tutti noi italiani tentando di spiegare le motivazioni che in questo momento stanno facendo scivolare il Regno Unito nel peggiore tra i paesi europei in merito alla gestione riguardante il contenimento del COVID-19.
La frase pronunciata da un sempre trafelato Boris Jhonson con la quale ha tentato di sbeffeggiare noi italiani e i tedeschi è la seguente: «C’è un’importante differenza tra noi e gli altri paesi del mondo come l’Italia e la Germania, il nostro ama da sempre la libertà».
La risposta del nostro Presidente della Repubblica è stata magistrale.
Una stoccata che supera di gran lunga la migliore delle stoccate olimpioniche dei nostri insuperabili atleti di scherma di tradizione jesina.
La gestione del contenimento del virus decisa da Londra è stata indecente fin da principio.
Si è cominciato con deliranti esternazioni volte a esaltare la ricerca della cosiddetta immunità di gregge.
Poi lo stesso Boris è entrato di diritto nel gregge contraendo in prima persona il virus per uscirne più sconclusionato di prima dopo essersi messo a letto per una settimana durante la quale nessuno sapeva nulla di lui.
Così il novello pecorone (non è una offesa ma semplicemente una presa d’atto rispetto alla tipologia di appartenenza ad un gregge), spaventato per gli effetti del virus testato sulla propria pelle ha applicato le stesse misure contenitive del virus adottate in tutto il mondo, ovvero il lockdown.
Il “caso” vuole che il primo paese occidentale ad applicare tale misura, poi rivelatasi l’unica efficace sia stata proprio l’Italia.
Con spiacere per i nostri amici inglesi però, la tardività di Boris nell’applicarla anche nel Regno Unito è costato migliaia di morti evitabilissimi.
Potrei anche dire che il medico che ha personalmente curato il Premier Inglese è un tale Luigi Camporota, di origini calabresi, pneumologo laureato e formato in Italia.
I casi della vita.
La realtà è che all’inizio della pandemia, quando in Italia si stavano adottando misure fuori da ogni possibile previsione, gli inglesi ci sbeffeggiavano e i francesi “sputavano” nella nostra pizza.
Ora purtroppo per loro e per noi questi paesi stanno affrontando situazioni drammatiche che essendo nostri vicini avranno effetti anche su di noi.
Come ha detto il nostro, sempre saggio Presidente, la libertà non è scindibile dalla serietà.
Una serietà individuale che diventa bene collettivo.
Noi italiani amiamo la libertà, non c’è forma più alta della libertà che quella di vivere.
Amiamo la libertà più di qualunque altro popolo anche perché abbiamo vissuto tragici momenti storici durante i quali quella libertà non potevamo gustarla.
Abbiamo nel nostro DNA il senso della libertà più profondo, ma anche quello della resistenza per ottenerla.
Una resistenza che siamo chiamati oggi a vivere sotto altre forme e contro un avversario temibile, ma che come ogni altro avversario che ha attraversato i nostri confini prima o poi spingeremo oltre i nostri mari e oltre le nostre montagne.
Noi italiani sempre pronti a denigrarci, a parlare male di noi, a lamentarci, oggi come in altri momenti di crisi stiamo tirando fuori il meglio di noi stessi.
Ciò è dimostrato dai fatti dobbiamo solo continuare ad esercitare questo profondo amore che abbiamo per la nostra libertà continuando a viverla nella serietà.
Dunque grazie Presidente Mattarella per l’ennesima e profonda lezione di stile data al mondo intero.
Giacomo Moretti
Nato ad Arezzo – Dopo aver assolto agli obblighi di leva comincia subito a lavorare, dalla raccolta stagionale del tabacco passa ad esperienze lavorative alla Buitoni e all’UnoaErre. Si iscrive “tardivamente” all’età di 21 anni alla Facoltà di Giurisprudenza di Urbino dove conseguirà la laurea in corso. Successivamente conseguirà il Diploma presso la Scuola di Specializzazione per le professioni legali. Assolta la pratica forense, nel 2012 si abilita all’esercizio della professione forense superando l’esame di stato presso la Corte d’Appello di Firenze. Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Arezzo esercita la professione forense fino al dicembre 2016. Attualmente si è sospeso volontariamente dall’esercizio della professione di avvocato per accettazione di incarico presso un ente pubblico a seguito della vincita di un concorso. Molto legato al proprio territorio, Consigliere comunale ad Anghiari per due consiliature consecutive. Pur di non lasciare la “sua” Anghiari vive attualmente da pendolare. Attento alla politica ed all’attualità locale e non solo, con il difetto di “dire”, scrivere, sempre quello che pensa. Nel tempo libero, poco, ama camminare e passeggiare per la Valtiberina e fotografarne i paesaggi unici.
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