Opinionisti Giacomo Moretti

Che tempo

Non sono un catastrofista ma qualcosa sta mutando

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Sono qui davanti al mio pc e non riesco a scrollarmi dalla mente le immagini che ieri sono girate sul social e nelle varie chat.

Immagini della città dove sono nato, Arezzo, sconvolta da un delirio di acqua, fango, detriti.

Strade diventate come fiumi in piena, strade conosciute, strade che tutti noi percorriamo regolarmente diventate impraticabili e pericolose.

Un evento atmosferico.

Un evento che minuto dopo minuto ed ora dopo ora, assumeva le sembianze di quella drammaticità  che poi si è rivelata in tutta la sua evidenza.

Danni ingenti all’agricoltura, alla viabilità, alle case private, alle automobili, ma più di tutto mi ha sconvolto la perdita della vita da parte di un uomo.

Perdere la vita perché investiti da un diluvio di fango non è accettabile.

E poi parte subito la caccia ai responsabili.

Certo ci saranno pure problemi legati alla manutenzione di fossi e canali, come hanno lamentato gli aretini intervistati mentre ripulivano le proprie cose.

Io non posso dirlo.

Una cosa però mi sento di dirla.

Le temperature raggiunte in questi giorni, la recente grandinata che ha colpito la Valtiberina non più di qualche settimana fa ed ora l’alluvione ad Arezzo, forse deliano qualcosa in più di un segnale di allarme.

Non sono un catastrofista ma qualcosa sta mutando e lo sta facendo in maniera molto repentina.

D’estate è sempre stato caldo, è vero.

Diluvi estivi ne abbiamo sempre visti.

Ma fenomeni così estremi e così ravvicinati io almeno non me li ricordo.

Tutto troppo estremo e troppo ravvicinato nel tempo.

Certamente ciò deve portarci ad attrezzare sempre meglio un territorio che può essere colpito da questi fenomeni, mi riferisco alla ripulitura e manutenzione di fossi, canali, fossette etc. etc., ma forse il problema andrebbe affrontato in modo più radicale.

Forse le grida di allarme sullo stato di questo pianeta non sono così infondati.

E certamente, fenomeni straordinari non concernono solo territori e persone lontane da noi, ma coinvolgono anche noi.

Ormai tutto quello che accade nel pianeta Terra riguarda tutti, nessuno escluso.

Probabilmente, chi ha il potere di decidere quali sono i cambiamenti da apportare ai nostri stili di vita è bene che decida subito, sperando di essere ancora in tempo.

Non è più possibile continuare ad inquinare, storcere il naso quando dobbiamo fare la differenziata o modificare anche minimante quello che facevamo prima.

Credo che a breve, saremo tutti costretti a cambiamenti radicali.

L’alternativa?

Forse non è auspicabile arrivare a viverla.

Questi fenomeni violenti, e ci metto anche i 40 gradi che ci siamo subiti per giorni, non sono un buon auspicio per il nostro futuro.

Dobbiamo rimboccarci le maniche.

Maniche di braccia laboriose che si sono messe subito all’opera per risistemare tutto, ad Arezzo oggi come a Sansepolcro dopo quella terribile giornata di vento, segnando qualora c’è ne fosse bisogno la laboriosità della gente che abita la nostra terra della Provincia di Arezzo.

Però, probabilmente, quelle maniche vanno tirate su prima, e più che maniche fisiche si tratta di maniche mentali che ci predispongano a cambiare.

Certo la maggior parte delle responsabilità restano in capo a chi ha l’onere e il dovere di decidere le scelte strategiche, ma diciamoci la verità, molto dipende anche da noi semplici cittadini.

Sono spiaciuto per quanto avvenuto.

Sono colpito da quanto accaduto in una terra ed a una comunità che amo ed alla quale mi sento di appartenere.

Giacomo Moretti
© Riproduzione riservata
29/07/2019 09:12:10

Giacomo Moretti

Nato ad Arezzo – Dopo aver assolto agli obblighi di leva comincia subito a lavorare, dalla raccolta stagionale del tabacco passa ad esperienze lavorative alla Buitoni e all’UnoaErre. Si iscrive “tardivamente” all’età di 21 anni alla Facoltà di Giurisprudenza di Urbino dove conseguirà la laurea in corso. Successivamente conseguirà il Diploma presso la Scuola di Specializzazione per le professioni legali. Assolta la pratica forense, nel 2012 si abilita all’esercizio della professione forense superando l’esame di stato presso la Corte d’Appello di Firenze. Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Arezzo esercita la professione forense fino al dicembre 2016. Attualmente si è sospeso volontariamente dall’esercizio della professione di avvocato per accettazione di incarico presso un ente pubblico a seguito della vincita di un concorso. Molto legato al proprio territorio, Consigliere comunale ad Anghiari per due consiliature consecutive. Pur di non lasciare la “sua” Anghiari vive attualmente da pendolare. Attento alla politica ed all’attualità locale e non solo, con il difetto di “dire”, scrivere, sempre quello che pensa. Nel tempo libero, poco, ama camminare e passeggiare per la Valtiberina e fotografarne i paesaggi unici.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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