Covid-19: separazioni, nuovi bambini e rigetto dei social
Il dopo epidemia tra crisi economica e problemi sociali
In questi giorni si parla molto del dopo Covid-19 e della grande crisi economica, cosa questa di cui ho parlato nei miei precedenti articoli e di cui sono profondamente preoccupato. Oggi però vorrei toccare alcune tematiche diverse, ma che riguardano implicazioni relative sempre alla quarantena a cui sono state sottoposte (giustamente) le famiglie italiane.
- In questo periodo si è registrato un aumento esponenziale di violenza sulle donne tra le mura domestiche. L’isolamento, la convivenza forzata e l’instabilità socio-economica sono fattori che rendono le donne e i loro figli più esposti a maltrattamenti. Lo stare insieme 24 ore al giorno, per molte coppie, si è rivelato devastante, facendo emergere i lati negativi di molte persone e aumentando i dissidi all’interno della coppia. Parlando con un amico avvocato alcuni giorni fa, mi ha detto che per i prossimi mesi potrebbe essere previsto molto lavoro per cause di separazione.
- Il lato contrapposto della violenza tra le mura domestiche è dato da un aumento delle nascite previsto dopo la quarantena. Una volta si diceva che le famiglie erano numerose perché non c’era la televisione, perché vi erano pochi soldi e perché l’unico divertimento si “consumava” a letto. Lo stare chiusi in casa a causa del coronavirus (niente partite di calcio, nessuna uscita con gli amici o viaggi), ci porterà tra nove mesi a veder nascere molti “coronababy”. Si potrebbe verificare un po’ quello che era successo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, con un aumento di nascite record.
- Durante le prime settimane di lockdown, si è registrato un aumento dell’uso dei social network. Le persone sono state costrette a restare chiuse in casa e i social media hanno svolto il duplice ruolo di strumento con cui informarsi e con cui restare in contatto con altre persone come amici, parenti, colleghi di lavoro. In molti hanno condiviso le loro foto, mentre erano intenti a preparare manicaretti tra i fornelli o a riordinare il giardino. Pian piano, però, anche questo strumento ha perso il suo “fascino”: tutta colpa dei soliti “sambudelli”, che hanno inondato i social di frasi offensive e di una montagna di fake news e profili Facebook falsi, creando confusione e sgomento fra gli utenti. Ovviamente, il calo è dovuto anche alla stanchezza della gente nel restare chiusa in casa e alla voglia forte di avere contati con amici reali e non virtuali. Ma anche in futuro - parlando con tanta gente in questi giorni – è stata manifestata la voglia di cancellarsi dai social, perché giudicati uno strumento che si è troppo “imbarbarito” nel tempo.
Punti di Vista
Imprenditore molto conosciuto, persona schietta e decisa, da sempre poco incline ai compromessi. Opera nel campo dell’arredamento, dell’immobiliare e della comunicazione. Ha rivestito importanti e prestigiosi incarichi all’interno di numerosi enti, consorzi e associazioni sia a livello locale che nazionale. Profondo conoscitore delle dinamiche politiche ed economiche, è abituato a mettere la faccia in tutto quello che lo coinvolge. Ama scrivere ed esprimere le sue idee in maniera trasparente. d.gambacci@saturnocomunicazione.it
Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.
Commenta per primo.