Borgo mio non ti ri-conosco!

Sansepolcro é anche il posto dove ci si sente fuori luogo
In questo articolo voglio andare ad analizzare i cambiamenti della “mia città” e cosa si potrebbe fare per rilanciarla. A Sansepolcro sono nato, cresciuto e ho lavorato con le mie aziende fino al momento in cui sono andato in pensione. Nella “mia città” hanno deciso di lavorare anche i miei figli e quindi penso si possa capire l’amore che provo per questo territorio, mentre mi rammaricano la mancanza di soluzioni ad alcune criticità e una mentalità che sta portando il Borgo a essere spesso giudicato negativamente dai paesi limitrofi.
Come ho detto ho conosciuto forse gli anni più belli di questa città, dove fare una “vasca” nel tardo pomeriggio era quasi un dovere, tra centinaia di persone e un brulicare di luci dei negozi tra i più belli dell’intera provincia e oltre. Il Borgo viveva un grande benessere economico, era una città pulita e ordinata, le amicizie erano vere e non di interesse e poi gli scherzi, i giochi, le feste e tanto altro. E’ normale provare nostalgia per quei tempi lontani (in particolare per me che amo particolarmente la storia e le tradizioni) ma dobbiamo prendere anche atto di un cambiamento a cui non possiamo sottrarci. Purtroppo la vita per i commercianti è sempre più difficile alle prese con una tassazione esagerata e la concorrenza della grande distribuzione e di internet. Questo è un problema di molti centri storici che non sono stati lungimiranti nel passato investendo nel turismo e nella cultura, pensando che questo processo di cambiamento fosse passeggero, ma lasciatemelo dire, anche per scarse capacità politiche. Dico questo perché abbiamo tra le mani una città che trasuda arte e cultura in tutte le sue strade, ma poi finiamo a fare la maggior parte degli eventi destinati al “mangia e bevi”. La cultura resta una chimera e con il grande Piero della Francesca in molti si “sciacquano solo la bocca”.
Per quello che riguarda la qualità della vita anche qui ci sarebbe molto da dire, se fortunatamente il comparto economico è sano, avendo delle eccellenze imprenditoriali che garantiscono posti di lavoro, dall’altro siamo in difficolta con l’inserimento dei migranti (non dico che dobbiamo mandarli via, ma solo fargli capire che devono rispettare le regole di un Paese che li ospita), dello spaccio, dei furti, dei vandali, della nostra inciviltà, e tanto altro. Penso che tutti ne hanno le scatole piene, visto che quotidianamente decine di persone mi fermano per strada per parlare di queste questioni. Sansepolcro è la mia casa, e questo è fuori discussione, nella gioia e nel dolore, ma è anche il posto in cui spesso ci si sente fuori luogo. Lo stare insieme accomuna, affratella, rende compagni di viaggio, ma allo stesso tempo ci rende perfetti sconosciuti. Dobbiamo riscoprire il senso di appartenenza alla nostra città che abbiamo smarrito. Ma il cambiamento deve avvenire prima di tutto dall’alto, da chi ci amministra, perché i cittadini hanno bisogno di buoni esempi. E’ necessario valorizzare le tante eccellenze che abbiamo e il nostro variegato associazionismo, premiare “chi fa” e non gli amici degli amici o le appartenenze, sia politiche o di altri “mondi”. Per un amministratore la maggiore ricompensa per il lavoro svolto dovrebbe essere vedere i propri cittadini stare bene. Basta col dire che al Borgo non c’è nulla, forse c’è solo disinteresse e mancanza di coraggio. Se chi cerca di far del bene spesso viene messo in croce, tutto diventa più difficile.
Il futuro avanza, ma da noi il tempo si è fermato. La “mia città” è moderna fuori, vecchia e stanca dentro, eppure enormemente ricca di risorse. Ma la cosa che più mi irrita è che nessuno si adopera realmente per cambiare le cose, e chi ci prova viene subito scoraggiato. Bisogna agire e ridare dignità al nostro Borgo. E’ proprio in questi momenti che si manifesta la grandezza di una comunità, dei suoi amministratori e dei suoi cittadini: quando, dinanzi ai problemi, non ci si nasconde, né si cercano scorciatoie, ma si ha il coraggio di affrontarli a viso aperto.
Dobbiamo decidere una volta per tutte cosa vogliamo “fare da grandi”, città culturale, turistica, artigianale, green o altro, decidiamolo insieme e lavoriamo tutti secondo le proprie competenze. Il Borgo in questo ultimo anno, in particolare il centro storico è stato interessato da numerosi lavori che hanno portato molti cambiamenti, ora ci vuole il buongusto e la forza di adottare decisioni forti, perché una città carina e accogliente aiuta sicuramente uno sviluppo turistico e culturale (sono i settori dove io punterei maggiormente). Il Borgo deve valorizzare le grandi risorse culturali che possiede, organizzare eventi, manifestazione e festival di grande qualità (fortunatamente in questi ultimi anni qualcosa è già nato, ma da noi il problema e farli durare) che portano gente da fuori e non solo eventi destinati ai residenti o poco altro. Importante è una gestione attenta del nostro patrimonio, promuovere l’immagine della città (evitando spettacoli indecorosi come quelli delle ultime settimane), un decoro urbano di grande qualità, regolamentare i parcheggi e liberare dalle auto i nostri scorci più belli (Piazza Garibaldi, Piazza Santa Marta, Piazza Dotti e la piazzetta di Santa Chiara). Molto di questo lavoro lo deve fare la politica (necessaria una maggiore accessibilità per persone con disabilità e bambini, abbattendo le barriere architettoniche. Io stesso sto provando queste problematiche prima con i miei genitori invalidi in sedia a rotelle e adesso con il mio nipotino, dove in alcuni marciapiedi passeggiare è un vero inferno e molto pericoloso) ma anche noi residenti dobbiamo fare la nostra parte, bello portare a spasso i cani, ma dobbiamo evitare di lasciare le deiezioni per strada, dobbiamo camminare a testa alta per ammirare le nostre bellezze e non a testa bassa per evitare di pestare “qualcosa”, stessa cosa per sputi e rifiuti (anche qui ci sono molte cose da migliorare nei rapporti con Sei Toscana). Altro problema è la sicurezza, la micro-criminalità sta cambiando l’anima della città, dove il pensiero fisso dei borghesi non è più guardare avanti, ma guardarsi alle spalle. Insomma, non penso di essere un visionario, ma solo una persona che ama la sua città. Tante altre cose ci sarebbe da dire ma lo spazio riservato non mi è sufficiente…ma state tranquilli ci tornerò sopra, anche se qualcuno proverà a tapparmi la bocca, dicendo che sono solo “polemiche strumentali”.

Punti di Vista
Imprenditore molto conosciuto, persona schietta e decisa, da sempre poco incline ai compromessi. Opera nel campo dell’arredamento, dell’immobiliare e della comunicazione. Ha rivestito importanti e prestigiosi incarichi all’interno di numerosi enti, consorzi e associazioni sia a livello locale che nazionale. Profondo conoscitore delle dinamiche politiche ed economiche, è abituato a mettere la faccia in tutto quello che lo coinvolge. Ama scrivere ed esprimere le sue idee in maniera trasparente. d.gambacci@saturnocomunicazione.it
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