A Città di Castello la riunione della conferenza dei sindaci dell’Alta Valle del Tevere sulla sanità

Obiettivi la valorizzazione degli ospedali e il potenziamento dei servizi di medicina del territorio
Investire per valorizzare gli ospedali di Città di Castello e Umbertide, ma anche per potenziare la medicina del territorio, confermando l’operatività del Distretto Sanitario Altotevere e perfezionando l’integrazione dei servizi socio-sanitari. Sono le priorità messe a fuoco dalla Conferenza dei sindaci dell’Alta Valle del Tevere che si è riunita nella residenza municipale di Città di Castello in previsione del confronto che verrà richiesto alla Regione e all’Usl Umbria 1 per mettere sul tavolo le valutazioni, le istanze e le proposte unitarie con cui le amministrazioni comunali del comprensorio intendono offrire un contributo costruttivo alla riorganizzazione del sistema sanitario umbro. “Siamo tutti d’accordo sull’importanza di far sentire una voce unitaria dell’Altotevere a tutela del diritto alla salute dei nostri concittadini”, afferma il sindaco Luca Secondi, tirando le somme di “un confronto che ha analizzato in modo ampio e approfondito la situazione attuale della sanità nel comprensorio”. “Un faccia a faccia – prosegue Secondi - che, guardando al Piano Socio-Sanitario 2025–2030 che la Regione sta definendo, ha evidenziato due esigenze: da un lato, l’opportunità di sottoporre alle autorità sanitarie le nostre considerazioni sulle potenzialità e sulle problematicità dei servizi ospedalieri e della medicina del territorio nella nostra vallata; dall’altro, le nostre aspettative sul versante degli investimenti pubblici nel territorio”. L’analisi condotta dai sindaci e dagli assessori presenti ha isolato in primis l’esigenza di valorizzare i presidi ospedalieri. “L’ospedale di Città di Castello è un pilastro del sistema umbro e per questo richiede tutto il sostegno necessario perché possa rispondere con professionalità e servizi all’altezza alla domanda dell’utenza regionale e della vallata, ma possa anche potenziare la sua naturale vocazione sul versante della mobilità attiva, come attrattore per la popolazione delle regioni confinanti”, sottolinea Secondi. “Altrettanta attenzione è importante che sia riposta sulla ulteriore qualificazione del presidio ospedaliero di Umbertide – aggiunge Secondi - che è punto di riferimento per l’Altotevere, ma anche per le realtà territoriali perugine più vicine al nostro comprensorio”. Nella riunione tifernate è stata rimarcata l’indispensabile azione della medicina del territorio, che presenta eccellenze, ma anche criticità importanti. “La conferenza dei sindaci ha condiviso la necessità di investimenti consistenti che supportino i servizi per la non autosufficienza, la disabilità e l’inclusione sociale, la salute mentale, la tossicodipendenza”, riferisce Secondi, che evidenzia: “nel contesto della valorizzazione e del potenziamento delle prestazioni in questo ambito, riteniamo indispensabile che il Distretto Sanitario Alto Tevere rimanga come cardine della riorganizzazione regionale, perché si è sempre contraddistinto per i parametri di qualità nell’erogazione dei servizi non solo a livello locale, ma anche per altri territori”. L’incontro tifernate ha permesso di ribadire l’importanza e la vastità delle risposte che il sistema socio-sanitario continua a essere in grado di dare nel territorio. “Un passo in avanti– eccepisce Secondi – deve però venire da una migliore delimitazione delle rispettive competenze: quelle in ambito sociale, che chiamano in causa il ruolo diretto dei Comuni, e quelle in ambito sanitario, che sono di pertinenza del sistema sanitario. Ottimizzare questo aspetto è infatti ciò che permette di intervenire sulle problematiche delle persone con professionalità specifiche e con la necessaria appropriatezza”. Il confronto sulla sanità continuerà con incontri periodici della conferenza dei sindaci. “Monitoreremo costantemente la situazione dei servizi in Altotevere per essere in grado di intervenire ogni volta in maniera consapevole e con lo spirito costruttivo con il quale intendiamo connotare la nostra capacità di proposta nei confronti delle autorità sanitarie”, precisa Secondi.
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