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Medioriente, Francia e Cina contro il piano di occupazione di Gaza

L'Ue: "Israele vuole distruggere la possibilità dei due Stati"

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La comunità internazionale alza la voce dopo che Israele ha reso noto il suo piano per occupare permanentemente Gaza e deportare verso il Sud della Striscia i palestinesi con il benestare di Washinton. Francia e Cina bocciano il piano e anche il primo ministro ingliese, Keir Starmer, alza l'asticella dell'allarme e sente Macron. Il ministro degli Esteri francese ha detto che Parigi condanna "molto fermamente" la nuova campagna militare israeliana nella Striscia di Gaza. "È inaccettabile", ha dichiarato Jean-Noël Barrot in un'intervista radiofonica, affermando che il governo israeliano sta "violando il diritto umanitario". 

Anche Pechino esprime la sua "contrarietà" al piano di Israele. "La Cina è molto preoccupata per l'attuale situazione tra Palestina e Israele", ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, aggiungendo che Pechino "si oppone alle azioni militari in corso di Israele a Gaza e auspichiamo che tutte le parti continuino a impegnarsi e ad attuare efficacemente l'accordo di cessate il fuoco".

Hamas: non più interessati colloqui, intervenga la comunità internazionale

Un alto funzionario di Hamas ha dichiarato che il gruppo non è più interessato ai colloqui per una tregua con Israele e ha esortato la comunità internazionale a porre fine alla "guerra della fame" israeliana contro Gaza. "Non ha senso avviare colloqui o prendere in considerazione nuove proposte di cessate il fuoco finché la guerra della fame e la guerra di sterminio continuano nella Striscia di Gaza", ha dichiarato Basem Naim all'Afp, esortando la comunità internazionale "a fare pressione sul governo Netanyahu affinché ponga fine ai crimini di fame, sete e uccisioni" a Gaza. 

L'Ue per la soluzione dei due Stati in Medio oriente

"Siamo vicini a tutte le vittime della guerra ma in questo particolare momento siamo molto preoccupati degli ultimi sviluppi: l'Ue lavora sempre per la soluzione dei due Stati e dei due popoli. Auspichiamo la fine dell'escalation in Medio Oriente", ha detto il presidente del gruppo popolare al Parlamento europeo, Manfred Weber, a margine della sessione di Strasburgo. Posizioni contratddittorie però si notano in Ue: il Parlamento europeo ha infatti bocciato per la seconda colta la richiesta di discutere dio Israele e Gaza in plenaria. Nemmeno il piano scellerato di Neetanyahu li ha convinti almeno a discuterne. La mozione è stata respinta con 164 sì e 256 no, con la maggioranza Ursula divisa: i socialisti hanno infatti votato con The Left a favore, i popolari insieme alle destre contro. E' passata invece la mozione che autorizza con procedura d'urgenza la commissione a usare i Fondi di coesione per il riarmo.

"Ciò che sta cercando di fare" il governo israeliano di Benjamin Netanyahu è "distruggere la possibilità fisica dell'esistenza di due Stati, perché continua a distruggere Gaza e compie azioni molto violente in Cisgiordania", ha affermato invece il presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa, alla radio spagnola Cadena Ser. "Sta cercando di attuare un piano inaccettabile di sostituzione della popolazione a Gaza", ha aggiunto il politico portoghese, sostenendo perciò che l'Unione Europea, quindi, deve "condannare assolutamente l'atteggiamento di violazione del diritto internazionale di Israele", "appoggiare la soluzione dei due Stati" e "dare appoggio al piano della Lega Araba per la ricostruzione di Gaza".

Starmer sente Macron: allarme per l'escalation d'Israele a Gaza

Il primo ministro britannico Starmer e il presidente francese Macron hanno espresso "entrambi profonda preoccupazione per la situazione a Gaza in seguito agli ultimi sviluppi" segnati dalla nuova escalation militare d'Israele, invocando la necessità un rilancio del "processo di pace" israelo-palestinese verso la soluzione dei due Stati. Lo riportano i media del Regno, citando un comunicato diffuso da Downing Street su un colloquio telefonico svoltosi ieri sera. I due leader hanno discusso anche del vertice bilaterale Gb-Francia fissato orientativamente nei prossimi mesi. Mentre sulla guerra in Ucraina sono tornati a sollecitare l'impegno senza condizioni della Russia ad aderire al "cessate il fuoco di 30 giorni" proposto dall'amministrazione Usa di Donald Trump.

Si delinea uno scenario mediorientale complicato. E qualche effetto potrebbe derivare dalla visita del presidente Usa negli Emirati arabi. Il tycoon è atteso dal 13 al 16 nell'area, non andrà in Israele ma sarà a Doha. Netanyahu spera che gli Usa possano fare pressione sul governo qatariota perché entri nuovamente nel tavolo della mediazione convincendo Muhammad Sinwar sulla questione degli ostaggi e accettare lo schema di Witkoff, secondo il quale alcuni degli ostaggi (tra 5 e 11) verrebbero rilasciati in due fasi in cambio del cessate il fuoco che consentirebbero all'Idf di evitare l'escalation. Doha si è ritirata dal tavolo diplomatico a seguito dello scandalo noto come "Qatargate" che ha coinvolto funzionari vicini a Netanyahu. Doha ha smesso di mediare lasciando la palla nelle sole mani dell'Egitto ma ha anche cercato di ostacolare il tavolo.

Distribuzione di cibo e acqua a Gaza (Ansa)

Notizia e foto tratta da tiscali.it
© Riproduzione riservata
06/05/2025 17:56:48


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