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Bombe Usa sull'Iran, Netanyahu prega per Trump: "Operazione che apre agli accordi di pace"

L'operazione statunitense è stata battezzata "Martello di mezzanotte"

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Dopo l'attacco sferrato dagli Stati Uniti contro i tre siti nucleari dell'Iran, si riunisce il Consiglio di sicurezza dell'Onu, convocato per una riunione d'emergenza. Il premier di Israele, Benjamin Netanyahu, si reca al Miuro del pianto a Gerusalemme per "pregare per la salute" del prezioso alleato americanoDonald Trump. Il premier israeliano, in un'intevista registrata resa nota in serata (ora italiana), dice alcune cose importanti. Da un lato sostiene che "la forza porterà l'Iran a negoziare per arretrare sul suo "proposito" di arrivare alla bomba atomica. "Vedo un'enorme espansione degli accordi di pace. Vedo collaborazioni che al momento sembrano immaginarie, ma forse abbiamo già capito che non lo sono", ha detto aggiungendo che vede "un furuto di pace". Dice inoltre che "non ci lasceremo trascinare in una guerra di logoramento, ma non porremo fine a questa operazione storica prima di aver raggiunto tutti gli obiettivi". Netanyahu aggiunge che Israele continuerà a "investire tutte le nostre energie per eliminare la minaccia iraniana e sconfiggere Hamas, recuperando tutti i nostri ostaggi", ha aggiunto.

Su Gaza poi usa parole che lasciano spazio a uno spiraglio sulla drammatica situazione nella Striscia, insistendo sul fatto che la campagna iraniana in qualche modo favorirà anche la questione palestinese. "Spero che l'azione in Iran acceleri ciò che stiamo facendo a Gaza - ha aggiunto il premier -. Attendo la risposta di Hamas. Spero che si possa raggiungere un cessate il fuoco di due mesi, ricevere metà degli ostaggi e poi discutere un cessate il fuoco permanente. I colloqui sono in corso. Siamo concentrati sull'Iran, ma non dimentichiamo Gaza, gli ostaggi e gli obiettivi della nostra guerra", ha concluso.

Trump esulta: "Abbiamo completato un attacco di successo" 

"Abbiamo completato con successo il nostro attacco a tre siti nucleari in Iran, inclusi Fordow, Natanz e Esfahan", ha annunciato questa notte Donald Trump su Truth, dopo che i micidiali bombardieri B-2 hanno scaricato i loro missili Tomahawk in terra persiana. Gli Usa sono entrati così nella gjuerra voluta da Israele nei confronti dell'Iran. "I siti sono stati completamente distrutti", ha detto ancora. Per Trump, si tratta del raid che deve porre fine al conflitto e costringere gli ayatollah a negoziare: "L'Iran deve fare la pace. Eventuali rappresaglie porteranno a nostri attacchi ancora più massicci". L’operazione ha preso il nome di “Martello di mezzanotte” (Midnight hammer), hanno fatto sapere in una conferenza stampa al Pentagono il segretario alla Difesa Pete Hegseth e il capo degli Stati Maggiori Riuniti, Dan Caine.

Ma la risposta dell'Iran gela il tycoon: "Contrariamente a quanto affermato da Trump" il sito nucleare di Fordow "non ha subito gravi danni". E' possibile, secondo quanto riportano le agenzie, che il governo persiano abbia fatto trasferire prima dell'attacco il materiale e le attrezzature sensibili in altri luoghi. 

Gli Usa: "L'Iran non sfidi Trump"

Il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, parlando con Fox News, ha detto che "l'Iran non sfiderà Donald Trump" e che gli Stati Uniti sono pronti a parlare con Teheran e che "l'offerta è ancora valida". Il capo della diplomazia statunitense ha inoltre detto che dopo l'attacco il mondo è "più sicuro e stabile". Ma Teheran risponde senza mezzi termini: "Come si fa a trattare con chi ti ha già tradito?".

La piazza a Teheran urla "vendetta, vendetta"

Nelle strade di Teheran, la capitale iraniana, si sono riversate in piazza migliaia di persone che protestano contro i raid americani a cui ha parteciparo anche il presidente Masoud Pezeshkian. Lo mostrano le immagini della tv di Stato iraniana. "Vendetta, vendetta!" gridano i manifestanti con i pugni alzati, mentre il presidente cerca di farsi strada tra la folla radunata in Piazza Enghelab (Rivoluzione), nel centro di Teheran. 

Parlamento iraniano: "Chiudere lo stretto di Hormuz chiuso”

Il Majlis, il Parlamento di Teheran, "è arrivato alla conclusione che lo Stretto di Hormuz debba essere chiuso, ma la decisione finale in merito spetta al Consiglio supremo di sicurezza nazionale". Sono le parole del generale dei Guardiani della Rivoluzione Esmail Kowsari, che siede nella commissione Sicurezza nazionale del Majlis riportate dall'iraniana Press Tv. Lo Stretto di Hormuz è una rotta strategica per il trasporto di petrolio e Gnl. 'Corridoio marittimo' fra Iran e Oman, collega il Golfo Persico con il Golfo dell'Oman e il Mar arabico.

Gli attacchi statunitensi contro gli impianti nucleari in Iran hanno causato diversi feriti, ma nessuno mostrava segni di "contaminazione radioattiva". Lo afferma il ministero della Sanità iraniano. "Nessuno dei feriti trasferiti nei centri medici dopo gli attacchi americani mostrava segni di contaminazione radioattiva", ha scritto su X il portavoce del ministero Hossein Kermanpour, senza specificare il numero delle persone ricoverate in ospedale.

Rubio: Usa pronti a discutere con Iran sul nucleare civile. Alla Cina: dissuadere dalla chiusura dello Stretto

Gli Stati Uniti permetterebbero all’Iran di gestire centrali nucleari, ma non di arricchire il proprio combustibile: lo ha detto il segretario di Stato Marco Rubio, dopo l’ondata di attacchi americani mirati a smantellare il programma nucleare iraniano. “Il regime iraniano dovrebbe svegliarsi e dire 'OK, se vogliamo davvero l’energia nucleare nel nostro Paese, c’è un modo per farlo'. Quell’offerta è ancora valida, siamo pronti a parlare con loro domani”, ha spiegato a Fox News. Poi Rubio ha sollecitato la Cina a incoraggiare l’Iran a non chiudere lo Stretto di Hormuz. “Invito il governo cinese a contattare l’Iran in merito, perché dipendono fortemente dallo Stretto di Hormuz per il loro petrolio”, ha affermato Rubio. “Se bloccassero lo stretto - ha aggiunto -, sarebbe un altro terribile errore. Sarebbe un suicidio economico per loro. E noi abbiamo ancora delle opzioni per affrontare la situazione. Danneggerebbe le economie di altri Paesi molto più della nostra”. 

Cosetto: "Allerta alta nelle basi italiane"

"Ho ordinato l’innalzamento del livello di allerta operativa presso tutte le basi e i dispositivi avanzati italiani, in coordinamento con le autorità locali e con i nostri partner internazionali. I protocolli di protezione del personale e di continuità operativa sono attivi, aggiornati e pronti ad affrontare ogni possibile scenario. La sicurezza del personale militare italiano è e resta la mia assoluta priorità". Lo afferma in una nota il ministro della Difesa, Guido Crosetto. "Fin dall'altro ieri, abbiamo avviato misure preventive per rafforzare la sicurezza dei contingenti italiani all'estero. I nostri militari non sono coinvolti nelle operazioni e non rappresentano un obiettivo diretto di possibili ritorsioni iraniane. Tuttavia, in via cautelativa, abbiamo ricollocato alcuni assetti posizionati in prossimità di infrastrutture o basi statunitensi, per evitare che possano essere esposti a danni collaterali". 

La reazione di Teheran

La reazione ufficiale dell'Iran arriva con le parole del ministro degli Esteri, Abbas Araghchi. "In conformità con la Carta delle Nazioni Unite e le sue disposizioni che consentono una legittima difesa, l'Iran si riserva tutte le opzioni per difendere la propria sovranità, i propri interessi e il proprio popolo", le parole del ministro. "Gli eventi di questa mattina sono vergognosi e avranno conseguenze eterne. Ogni singolo membro delle Nazioni Unite deve essere allarmato da questo comportamento estremamente pericoloso, illegale e criminale", aggiunge.

Poco dopo, la posizione ufficiale di Teheran viene ribadita da una nota del ministero degli Esteri. Si accusano gli Stati Uniti di aver lanciato "una guerra pericolosa contro l'Iran. Gli attacchi - continua Teheran - costituiscono una violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale" e il governo degli Stati Uniti "si assume la piena responsabilità delle gravi conseguenze e delle terribili ripercussioni di questo crimine efferato".

E' "legittimo diritto dell'Iran resistere pienamente e risolutamente all'aggressione militare statunitense e ai crimini commessi da questo regime canaglia e difendere la sicurezza e gli interessi nazionali dell'Iran con tutti i mezzi necessari", continua, esortando poi l'ONU e i suoi vari organismi, tra cui l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA), l'organismo di controllo nucleare, ad "affrontare urgentemente questo flagrante e criminale atto di illegalità".

Pioggia di missili su Israele

Nelle prime ore di domenica 22 giugno, l'Iran reagisce con un'ondata di 25-30 missili contro Israele. Suonano allarmi a Tel Aviv, vengono registrate esplosioni a Gerusalemme. Alla fine, i feriti sono almeno 86.

Mosca: "Duro colpo al Trattato di non proliferazione nucleare"

Gli attacchi contro l'Iran "hanno inferto un duro colpo alla credibilità del Trattato di non proliferazione nucleare e del sistema di verifica e monitoraggio dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, che su di esso si basa". Lo afferma il ministero degli Esteri russo, chiedendo "una reazione tempestiva, professionale e onesta dalla dirigenza dell'Agenzia, senza evasioni e tentativi di nascondersi dietro una 'equidistanza' politica". Anche il Consiglio di Sicurezza dell'Onu "deve reagire", aggiunge Mosca, e perché siano "respinte collettivamente le azioni conflittuali di Stati Uniti e Israele".

La Cina condanna i raid Usa: violato il diritto internazionale

"La Cina condanna fermamente l'attacco americano all'Iran e agli impianti nucleari sotto la supervisione dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica. Questa mossa degli Stati Uniti viola gravemente gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale e aggrava le tensioni in Medio Oriente". Lo sostiene in una nota il ministero degli Esteri di Pechino. "La Cina invita le parti in conflitto, in particolare Israele, a cessare il fuoco il prima possibile, a garantire la sicurezza dei civili e ad avviare il dialogo e i negoziati".

Il discorso di Donal Trump

"Il nostro obiettivo era distruggere la capacità iraniana di procedere all'arricchimento" dell'uranio "e fermare la minaccia nucleare posta dallo stato che è il principale sponsor mondiale del terrorismo. Stasera posso annunciare al mondo che gli attacchi sono stati un successo militare spettacolare. I principali impianti di arricchimento nucleare dell'Iran sono stati completamente e totalmente distrutti", dice Trump, accompagnato dal vicepresidente JD Vance, dal segretario di Stato Marco Rubio e dal segretario alla Difesa Pete Hegseth, che nella giornata di domenica terrà una conferenza al Pentagono per illustrare l'operazione nel dettaglio. "L'Iran, il grande bullo del Medioriente, ora deve fare la pace. Se non lo fa, i prossimi attacchi saranno molto più massicci e molto più facili", dice il presidente americano prospettando altre azioni. "

Guterres, una "pericolosa escalation"

Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha espresso preoccupazione per gli attacchi degli Stati Uniti contro siti nucleari in Iran: sono - ha detto - una "pericolosa escalation in una regione già sull'orlo del baratro". Per Guterres, "in quest'ora critica, è fondamentale evitare una spirale di caos: non esiste una soluzione militare. L'unica via percorribile è la diplomazia. L'unica speranza è la pace".

Notizia e foto tratta da tiscali.it
© Riproduzione riservata
22/06/2025 21:59:04


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