Air India, le urla tra i piloti in cabina prima dello schianto

“Perché hai spento i motori?”
Pochi istanti prima dello schianto del Boeing 787 di Air India nella cabina di pilotaggio c’è stata un’accesa discussione al limite della lite fra il comandante e il secondo pilota. E' quanto ha rilevato l'analisi delle scatole nere dell'aereo precipitato il 12 giugno fra le case pochi secondi dopo il decollo dallo scalo indiano di Ahmedabad con destinazione Londra. Nell’incidente sono morti in 260: 241 tra passeggeri - si è salvato soltanto uno - e membri dell’equipaggio, e altri 19 che si trovavano nella mensa universitaria contro la quale si è schiantato il velivolo.
"Perché li hai spenti?"
La drammatica conversazione tra i due piloti alimenta l'ipotesi che l'incidente possa essere stato provocato dallo spegnimento - accidentale o intenzionale - dell'interruttore che interrompe il flusso di carburante ai motori: motori che si sarebbero perciò spenti in pieno decollo impedendo al velivolo di prendere quota. "Perché li hai spenti?", si sente domandare ripetutamente da un pilota all'altro, stando a questa ricostruzione. Una conversazione breve, in tono "sempre più disperato", fino allo schianto.
Bugia o verità?
A fare la domanda potrebbe essere stato il primo ufficiale, Clive Kunder; mentre a rispondere "non l'ho fatto", sarebbe il comandante Sabharwal. Mentendo, secondo i sospetti di fonti occidentali che sottolineano come il comando per disinserire il flusso di carburante sia separato dagli altri e protetto da una sicura ad hoc. Tuttavia non si esclude a priori l’ipotesi che potrebbe essere stato attivato a causa di errore o di un guasto. Quello che è certo è che tre secondi dopo il decollo gli interruttori che controllano il flusso di carburante si sono spostati uno dietro l’altro da "Run" a "Cut off". Il rapporto preliminare sulle scatole nere pubblicato nei giorni scorsi non chiarisce come si siano spostati. Le fonti ritengono che sia stata "un’azione umana" deliberata. L’Ufficio per l’inchiesta sugli incidenti aeronautici dell’India — responsabile delle indagini — non ha risposto alle domande.
Sospetti sul rapporto preliminare
Il sospetto è che le autorità indiane e il vettore possano aver cercato di annacquare tali aspetti nel recente rapporto preliminare. Aspetti che porterebbero potenzialmente a puntare il dito sull'equipaggio e sul fattore umano, piuttosto che sul costruttore Boeing e sull'avvertimento dato mesi fa a proposito di segnalazioni di difetti relativi proprio ai comandi di alcuni modelli prodotti dal colosso Usa dell'aeronautica.
Il comandante era depresso?
Intanto la stampa britannica e americana rilanciano il sospetto - al momento non confermato da alcuna fonte ufficiale - secondo cui il comandante, Sumeet Sabharwal, un pilota con lunga esperienza di volo, potrebbe aver sofferto di problemi di depressione. In questa direzione vanno del resto anche le indiscrezioni avanzate da un esperto citato dal Daily Telegraph, come in precedenza dal tabloid britannico Daily Mail e da quello americano New York Post: "Molti colleghi mi hanno detto che soffriva di problemi mentali", ha detto l'esperto in questione, evocando testimonianze anonime già respinte con sdegno dall'amministratore delegato di Air India.
Commenta per primo.