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Mondo Politica: intervista a Guido Galletti consigliere comunale a Pieve Santo Stefano

"L'istituzione Diari è cultura, dico sicuramente che lo è, ma é un qualcosa di nicchia"

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Non ha peli sulla lingua Guido Galletti, consigliere comunale di minoranza a Pieve Santo Stefano e unico rappresentante di “Azione Comune Pieve”. Fra gli argomenti trattati, c’è anche la questione relativa ai lavori sulla strada che conduce all’eremo di Cerbaiolo, per i quali ha avviato una iniziativa.

Galletti, cominciamo dalla strada di Cerbaiolo. Lei ha avviato una petizione nella quale si esprime senza adoperare mezzi termini sul lavoro eseguito dalla ditta incaricata, invitandola a riportarla allo stato originario per aver definito pessima la qualità del lavoro. Ritiene che saranno in molti a raccogliere il suo invito?

“I lavori eseguiti parlano da soli ed ho invitato tutti ad andare a vederli, a leggere la mia petizione, che trovate sul mio canale telegram Radio Acquaiola e a firmare. Non costa nulla e dal cellulare si fa in pochi secondi. Per me quei lavori sono inaccettabili. La petizione non vuole avere un connotato politico, serve a dire a gran voce a chi di dovere, con determinazione e forza, che i lavori pubblici si fanno a regola d'arte. Punto. Auspico quindi che i pievani firmino, lasciando i preconcetti politici fuori da questa mia iniziativa. In ogni caso, ho inoltrato una denuncia alla Soprintendenza Paesaggistica, dato che l'area di Cerbaiolo è sottoposta a vincolo. Staremo a vedere”.

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: quali riserve nutre in proposito?

Ho già avuto modo di rispondere in passato e in ogni modo non ho cambiato idea: i soldi del Pnrr finanziano spesso progetti inutili per la collettività e sono prestati a “strozzo”, quindi dovranno essere resi sulla pelle dei nostri figli e nipoti, purtroppo. Inoltre, il grande rischio è che a breve la Meloni – siamo oramai in settembre - non firmi i due diktat imposti dall'Europa: quello sulle spiagge e quello sulla revisione del catasto e questo di fatto bloccherà l'invio dei soldi a Comuni come quello di Pieve, che li hanno già anticipati per avviare i cantieri. Se accade – ahimè! - rimarranno con il cerino in mano... ”.

Cultura: concorda sul fatto che Pieve Santo Stefano abbia compiuto negli ultimi anni un salto di qualità oppure no?

“Se vuole che dica che l'istituzione Diari è cultura, dico sicuramente che lo è, ma che resta comunque un qualcosa di nicchia. Sino a che i giovani non saranno messi nelle condizioni di respirare cultura, non ci sarà un salto di qualità ma questo succede quasi ovunque in Italia, purtroppo. Colgo da questa domanda l'occasione per chiedere pubblicamente all'amministrazione comunale che alla struttura posta all'ingresso del paese, che io amo chiamare “la concessionaria”, gli sia data una ragione di esistere (è costata oltre il milione di euro!) e che sia utilizzata per realizzare una biblioteca con un centro di aggregazione giovanile. Le sedi delle varie associazioni possono anche trovare posto nel centro storico, dato che di fondi sfitti ce ne sono a volontà”.

Un tema che sta molto a cuore a tutte le latitudini è quello della sicurezza, visto anche il recente ritorno dei furti in vallata. Come è messa a suo giudizio Pieve Santo Stefano sotto questo profilo?

“Sono contento che mi abbia fatto questa domanda. Quando lavoravo come tecnico comunale a San Giustino, ebbi modo di vedere come avevano risolto il problema. Quando se lo posero qui a Pieve, suggerii di aderire al progetto dei Comuni limitrofi, in modo da dare una continuità e un senso di appartenenza alla vallata. Non so come accadde, ma mi ascoltarono, quindi furono installati due varchi, uno all'ingresso sud ed uno al quello nord di Pieve. Peccato che i punti di accesso al paese siano cinque e peccato che non si abbia nessuna certezza che le due telecamere siano in produzione. Secondo me, ne funziona solo una: a buon intenditore poche parole. Ricordo che le telecamere installate non sono invasive e non riprendono il contesto, rilevano solo le targhe. Per la sicurezza, in passato si era formato un nutrito gruppo di volontari per la sorveglianza di vicinato, ma quando sono andati a chiedere di essere riconosciuti ed ufficializzati dal Comune si sono visti sbattere il portone in faccia. Francamente, non ho mai capito perché non accolsero quell'iniziativa e di fatto il gruppo si è dovuto arrangiare. Se cambia il vento al paesello, la sorveglianza di vicinato sarà certamente attivata e supportata sia tecnologicamente che giuridicamente. Al momento quindi, rispondendo alla sua domanda, per la gioia dei ladri che stanno leggendo, Pieve è a rischio”.

Redazione
© Riproduzione riservata
31/08/2023 12:25:09


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