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Mondo Politica: intervista a Francesca Peppucci europarlamentare di Forza Italia

“Il centrodestra ha tutte le possibilità per rimanere al governo della Regione Umbria"

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Con i suoi 30 anni da poco compiuti, Francesca Peppucci – umbra di Todi – ha stabilito un primato pur sempre significativo: è infatti la più giovane europarlamentare italiana. Per lei, una laurea magistrale in Economia e Legislazione Aziendale e, in ambito politico-amministrativo, a giugno 2017 l’ingresso nel consiglio comunale di Todi come capogruppo della Lega, partito al quale apparteneva anche nel 2019, quando è stata eletta nell’assemblea legislativa (consigliere regionale), poi a fine 2022 il passaggio in Forza Italia, che – lei stessa lo ha affermato – è più rispondente ai valori che la rappresentano. Ha proseguito l’impegno in Regione fino allo scorso aprile, quando è approdata nel Parlamento Europeo per prendere il posto lasciato vacante da Luisa Regimenti, chiamata a far parte della nuova giunta regionale del Lazio. Ovviamente, appartiene al gruppo Forza Italia-Partito Popolare Europeo.

Onorevole Peppucci, che tipo di esperienza si sta rivelando, quella al Parlamento Europeo?

“Un’esperienza grandiosa, perché ti permette di conoscere tante realtà e culture diverse e perché alcuni Paesi hanno una idea differente dalla nostra. È chiaro poi che vi sia da parte mia l’onore di poter rappresentare l’Italia nel Parlamento Europeo, come anche quello di poter rappresentare la mia terra, l’Umbria e i giovani. Ed è normale che assieme all’onore vi sia l’onere, il senso di responsabilità che ti accompagna rispetto alle tante decisioni che vengono prese e che impattano quotidianamente sulla vita dei cittadini”.

Lei si occupa di ambiente, sicurezza alimentare e sanità. Come dire, tre materie strategiche? E noi italiani dovremmo cambiare le nostre abitudini?

“Tutte le tematiche di cui si parla in televisione e sui giornali - vedi auto elettriche, mezzi pesanti “green”, packaging e farina di grillo – passano per la mia commissione, dopodichè i dossier, una volta lavorati, vanno in plenaria per il voto definitivo. Noi italiani dovremmo intanto essere attenti di più sulle tematiche che vengono discusse nel Parlamento Europeo: questo perché l’Unione viene vista come un qualcosa che non ci tocca da vicino, quando in realtà tutte le decisioni che vengono prese nel Parlamento influiscono poi sulle imprese, sui cittadini e sulle amministrazioni locali. Occorre pertanto tenersi più informati su ciò che avviene, come fanno i cittadini di altri Paesi, che in maniera tempestiva ricevono le informazioni, per poter essere pronti e per poter avere anche un parere rispetto all’attività che viene messa in opera dal Parlamento Europeo”.

Diciamolo francamente: quale “peso” riveste l’Italia nel contesto dell’Unione Europea?

“L’Unione Europea – non dimentichiamolo – esiste grazie all’Italia. Noi siamo italiani e siamo orgogliosi di far parte di questa Unione Europea che è ancora in fase di costruzione. Ogni giorno viene apposto un tassello per la costruzione di un grandissimo progetto: tante volte l’Unione viene vista come una realtà che ci vuole esclusivamente penalizzare; non è così. Se i provvedimenti, a nostro giudizio di parlamentari, non vanno bene, dobbiamo contestarli e modificarli per tutelare l’interesse nazionale, ma dobbiamo riconoscere allo stesso tempo anche le cose buone che vengono fatte e trametterle ai cittadini. Faccio riferimento alle tante opere che vengono messe in campo nei territori: scuole, strade, parchi e infrastrutture in genere. Noi diciamo: li ha “fatti” la Regione o il Comune. No, molto spesso i fondi arrivano dall’Unione Europea, quindi riconosciamo le mancanze e le criticità, ma riconosciamo anche le grandi opportunità che questa Unione ci vuole dare”.

Il problema dei migranti resta per l’Italia il più delicato?

“Lo stiamo trattando quasi quotidianamente in ogni plenaria, perché non è un problema solo italiano, ma europeo, che in questo momento sta maggiormente affrontando il nostro Paese. Non può essere solo l’Italia ad affrontare un problema così grande e apro una parentesi da esponente di Forza Italia-Partito Popolare Europeo: noi, nel corso di una discussione sul fenomeno dei migranti e delle morti nel mar Mediterraneo, abbiamo chiesto di inserire il riferimento all’Italia, che trova a fronteggiare un’emergenza che è solo italiana, ma purtroppo una parte politica che non è la mia ha deciso per la bocciatura. Direi allora che sia il caso di andare avanti meno con le ideologie e più con la sostanza delle cose, per poterle risolvere”.

Il 2024 sarà di importanti scadenze elettorali: le europee e, in Umbria, le regionali e il rinnovo della maggioranza dei consigli comunali. Quante chance ha il centrodestra di confermarsi alla guida della Regione?

“Il centrodestra ha tutte le possibilità per rimanere al governo della Regione. In questi anni di amministrazione, considerando anche le implicazioni legate alla pandemia e alla guerra fra Russia e Ucraina che ha portato ai rincari di materie prime e carburanti, generando anche problemi di gestione degli enti pubblici, non è stato facile portare a termine il percorso intrapreso per una questione oggettiva di tempo. Sono state però gettate delle buone basi, sono state fatte anche delle buone politiche e cito alcuni esempi: l’aeroporto di Perugia, che era una struttura sull’orlo del fallimento e che oggi ha numeri da record; le Comunità Montane, che nel 2013 non si capiva bene come gestirle: avrebbero dovuto essere chiuse, ma finalmente qualcuno ha deciso di mettervi mano e di affrontare il problema; una promozione turistica dell’Umbria che sia credibile: finalmente si parla di Umbria, di un’Umbria attrattiva, che può essere vissuta, scoperta, apprezzata e ammirata. Ultimo particolare in ordine di tempo, visto che ero presente: a Sellano, in ottobre, vi sarà l’inaugurazione del ponte tibetano più alto d’Europa; andiamo avanti con infrastrutture, crescita e promozione del territorio. Altra questione: fallimento e gestione del trasporto pubblico locale. Sono stata consigliere regionale fino a poco tempo fa: i bilanci della Regione dell’Umbria hanno sempre contemplato per milioni di euro il ripristino e la tutela del trasporto pubblico locale. Anche in questo caso, vi è stata una grande operazione di salvataggio del sistema, quindi operazioni fatte bene e, assieme, operazioni messe in campo: è un percorso da portare a compimento e sono certa che i cittadini umbri lo stiano apprezzando”.

Redazione
© Riproduzione riservata
28/08/2023 12:23:36


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