Opinionisti Giorgio Ciofini

Il Niente

In casa sua contava dimolto meno del due di briscola

Print Friendly and PDF

Deve al suo originale nomignolo la gloria che ci sopravvive per ricordarci, che il Signore ama gli ultimi e che le sue vie sono infinite.    

Il Niente

            A’Rezzo i nomignoli li mettono anche su’manifesti del caro estinto, sennò non s’arconoscono neanche dopo morti. Ma quando morì il Niente, un ce ne fu manco bisogno, perché tanto non s’accorsero di niente, neanche ‘n casa sua. Così risparmiarono sul costo dei manifesti e ‘n tutto ‘l resto, ch’oramai un cristiano un pol manco andare da Verina, senza un bel conto in Banca. Era il Niente perché, in casa sua, contava dimolto meno del due di briscola e la su’moglie era come l’asso pigliatutto, quando si giocava a rubamazzo. Ma, a Santa Firmina, un ce’n’era uno che si chiamasse col su’nome, nonostante le donne del sito fosson tutte generali e l’omini fatti tutti a modo suo. Il Niente era compaesano del Testa, uno ch’aveva una testa ‘l triplo d’un cristiano normale, ch’anche per reggela, gli ci voleva l’aiutante. Il mi’ babbo che, ‘n prime nozze s’era sposato a Santa Firmina e ‘n quel paese conosceva tutti, una volta lo presentò al mi’ fratello, ch’aveva ‘mparato a caminare da n’annetto scarso. Il Testa gli fece ‘n complimento e Sergio se mise a strillare come ‘nossesso da’la paura e strillò al mi’ babbo tutto preoccupato: “Morde?” Il Testa girò ‘l culo tutto ‘mpermalito e ‘l mi’ fratello si buscò il primo ceffone dal mi’ babbo, che su certe cose un transigeva e, per evitare situazioni di quel tipo, lo portò dal Niente, che gli potevi dire quel che ti pare. Io me so’sempre chiesto com’abbia fatto il Niente ad avere ‘n paio di figlioli. Comunque uno, fin’a qualch’anno fa, viniva sempre alla partita co’la su’ donna. Insomma ‘n casa e fori, pioggia o sole, neve o grandine, non ne perdevono una. Eron du’ cuori amaranto e ‘na capanna, ‘na coppia che unn’c’era niente da dire, ma propio gnente, di quelle da prendere a scatola chiusa da quant’era brava, educata e per binino e mi stava anche dimolto simpatica. Il Niente ciaveva anche ‘na bella figliola da l’occhi azzurri che pareva Heidi la quale, invece che ne’l’Alpi, stavai‘n collina, a Santa Maria, da le parti dellla bottega de ‘l mi’ zi’ Ghigo, il cui orto confinava propio con Villa Wanda, dov’abitava uno ch’era l’incontrario esatto del Niente, giusto per riequilibrare ‘n po’ la situazione. Il mi’ cugino Sandro ci perse la testa per la figliola del Niente e la voleva sposare ‘n tutt’i modi. M’arcordo che la mi’zi’ Giovanna, ch’era un po’ carabiniera, si mise di traverso e non ci fu verso perché un voleva diventare la consocera del Niente!   

Giorgio Ciofini
© Riproduzione riservata
18/03/2022 06:42:18

Giorgio Ciofini

Giorgio Ciofini è un giornalista laureato in lettere e filosofia, ha collaborato con Teletruria, la Nazione e il Corriere di Arezzo, è stato direttore della Biblioteca e del Museo dell'Accademia Etrusca di Cortona e della Biblioteca Città di Arezzo. E' stato direttore responsabile di varie riviste con carattere culturale, politico e sportivo. Ha pubblicato il Can da l'Agli, il Can di Betto e il Can de’ Svizzeri, in collaborazione con Vittorio Beoni, la Nostra Giostra e il Palio dell'Assunto.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


Potrebbero anche interessarti:

Ultimi video:

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Bisogna essere registrati per lasciare un commento

Crea un account

Crea un nuovo account, è facile!


Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui ora.


Accedi

0 commenti alla notizia

Commenta per primo.

Archivio Giorgio Ciofini

Tommaso Regi >>>

Epitaffio per Gigi Falasconi >>>

Ogunseye: l'ideale per l'Arezzo? >>>

Benvenuto Nicolò >>>

Mario Salmi, il rimpianto di non avere corrisposto alla sua stima >>>

Patrizio Bertelli oggi arcomprato mezz’Arezzo >>>

Via Tarlati ad Arezzo >>>

Vittorio Farsetti, teneva banco come gli svizzeri e aveva due nemici mortali: Siena e i Tedeschi. >>>

Vittorio Farsetti teneva banco come gli svizzeri e aveva due nemici mortali: Siena e i Tedeschi. >>>

Walter Sabatini, il poeta dei diesse >>>