Opinionisti Giorgio Ciofini

Dario Chianucci

Ma quello de ‘n do’ viene, da Lamporecchio?

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Ce l’ha sempre con quelli di Lamporecchio. Grazie a lui, s’è potuta anche ricostruire la storia della fondazione d’Arezzo, che è quasi uguale a quella di Roma.

Dario Chianucci

         Ma quello de ‘n do’ viene, da Lamporecchio? Il Dario Chianucci, ce l’ha sempre avuta co’ la patria del brigidino e i su’ abitanti. L’aveva sempre ‘n bocca com’un citto d’allora la mela di Pippo, il giorno de la Madonna del Conforto. Le mele gli son sempre piaciute, anche da picino. Quella poi era rossa com’il sol dell’avvenire anche se, con tutte le Messe e le funzioni che gli toccava prendere ‘ndomo, il 15 febbraio era ‘na giornata nera. Per giunta, ogni tanto, la frase l’usciva di bocca a tradimento, quando se dovrebbe ‘ngollare anch’i rospi e ce stava com’il cavelo a merenda. Il Dario Chianucci era capace di dare del lamporecchiese anch’al papa all’ultima stazione de la via Crucis, la notte del Venerdì Santo. Per fortuna che ‘l Chianucci è come ‘na volta era Virna Lisi, che se lavava i denti col Durbans e pu’, con que’ la bocca, poteva dire quel che gli pareva. Tracagnotto e tondo com’era, pareva ‘n can bulldog e, se t’adentava, non lasciava la presa manco a smoccolare ‘n greco. Ti guardava da sotto ‘n su, con quel’occhi tondi da cane bastonato, e mollava l’osso solo se gli portavi  ‘n panino da ‘nchilo col lampredotto. Allora se scioglieva tutto e diventava ‘n tenerone, ma quand’aveva finito ‘l panino s’era ardacapo. L’altr’anno, dopo che s’era sbafato ‘n par de fette col lampredotto, che parevon gondole, ha dato la cittadinanza onoraria di Lamporecchio anche a lo sponsor del Giro di Toscana! Ma senza il Dario, il Giro, che vanta nell’albo d’oro Bartali, Coppi e Nibali e me fermo qui, avrebbe chiuso bottega da vent’anni. Ne l’altro millennio viaggiava ‘ncoppia con Amos Tarquini e facevano un duo, che un s’era mai visto manco a Lamporecchio. Quando penso al Chianucci, mi viene ‘n mente la fondazione d’Arezzo che, più o meno, è uguale a quella di Roma. Qui la storia andò così, almeno secondo il Dario Chianucci, ch’ha fatto le ricerche a l’archivio storico di Lamporecchio: “Uno del colore del carbone mise ‘n cinta ‘na biancaneve del sito, che partorì due gemelli caffelatte e ciaveva ‘n marito de Canigattì. Ne la culla cercò de smacchialli, come fece que la volta Bersani col giaguaro, ma struscia struscia, il nero arfioriva ch’era ‘na bellezza. Non c’era niente da fare. Dopo la signora provò anch’a dargli ‘na mano di bianco. Gnente uguale! A la fine, da la disperazione, li prese pe’ la galloppela, l’infilò ‘nuna cesta de vinco e l’affidò a’ la corrente del Castro, ch’a que’tempi scorreva a cielo aperto e ciaveva l’acque chiare e fresche com’il Rodano. Il resto della storia lo sapete, perch’è spiccicata a quella di Roma, a parte ‘l fatto che qui, Amosse e Dario, al posto de la lupa capitolina, li trovò ‘n orsa del sito e ‘l Chianucci cià ancora, tra i labbri, ‘l latte che ciucciò. Il Chianucci aveva ‘l cuore generoso, ma allergico al bon ton.  Neanche la schola dei Del Tongo, le prediche del Tarquini e le ripetizioni del galateo Giannotti, sono riuscite a ‘nsegnagli ‘n minimo di creanza. Cià l’imprinting de l’orsa che l’allattò, come del resto tutti l’aretini, ma il Chianucci ‘ndosi per adulti. Lo chiamavono ‘l Troìa (co’ l’accento su la i), com’un celebre centravanti del Palermo, perch’era de casa al Chiavaretto e, a’ le donne ‘n vita sua, un glià mai chiesto se venivano o no da Lamporacchio!

Redazione
© Riproduzione riservata
10/07/2020 10:32:42

Giorgio Ciofini

Giorgio Ciofini è un giornalista laureato in lettere e filosofia, ha collaborato con Teletruria, la Nazione e il Corriere di Arezzo, è stato direttore della Biblioteca e del Museo dell'Accademia Etrusca di Cortona e della Biblioteca Città di Arezzo. E' stato direttore responsabile di varie riviste con carattere culturale, politico e sportivo. Ha pubblicato il Can da l'Agli, il Can di Betto e il Can de’ Svizzeri, in collaborazione con Vittorio Beoni, la Nostra Giostra e il Palio dell'Assunto.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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