Opinionisti Francesco Del Teglia
Disinformazione e traccheggio
Coronavirus: l’informazione sulla realtà delle cose è sempre stata frammentaria
Questo Coronavirus è un bel problema. Ormai la sua evoluzione scandisce l’intera nostra giornata, fra ansie di salute, stolto accaparramento di cibarie nei supermarket, frenetica ricerca di notizie, attesa per decisioni che non vengono prese mai in maniera chiara e definitiva, sguardi preoccupati ai crolli di Borsa e risparmi. L’unica cosa certa è che c’è, e bisogna farci i conti. L’impressione è che sul tema si sia fatta sin qui parecchia disinformazione e si sia perso – e si stia ancora perdendo – discreto tempo. Sul primo caso non mi riferisco tanto alle oscenità di titoli e articoli soprattutto di qualche quotidiano i cui responsabili andrebbero quantomeno radiati dall’Ordine e privati della possibilità di continuare a scrivere minchiate. Mi riferisco al fatto che l’informazione sulla realtà delle cose è sempre stata frammentaria, forse volutamente nascosta ad arte, spesso lontana dalla cruda realtà delle cose. Ricordo ancora, non più di due settimane fa all’alba dei primi casi in Italia, che qualche esimio rappresentante del Governo parlava di “Situazione sotto controllo, nessun problema”. Situazione sotto controllo “una sega”, come si dice in Toscana, l’abbiamo visto. Il traccheggio riguarda invece il modus operandi di chi in situazioni come queste è chiamato ad intervenire in maniera decisa, prendendo misure chiare e possibilmente univoche per l’intero Paese. Mentre sto scrivendo ancora non si è capito se le scuole resteranno aperte, no, si chiudono da domani, no, si chiuderanno da lunedi prossimo. E così su tutto il resto, che riguarda cinema, teatri, discoteche, musei, luoghi di incontro di qualsiasi genere. Con l’emblema massimo della ridicola questione calcistica dove si gioca, non si gioca, si gioca a porte aperte, si gioca a porte chiuse, si ferma il campionato, non si ferma niente, non si gioca la domenica ma si gioca il lunedi (perché evidentemente il virus si riposa nei giorni festivi, eh già). Un balletto francamente ridicolo, emblematico di chi non sa proprio quali pesci prendere. Questo coronavirus non è ancora etichettato – per quanto tempo? – come una pandemia di livello mondiale, come in passato sono state la Peste Nera del Medioevo o l’influenza “Spagnola” del 1918. Ma è un avversario pericoloso e cattivo, col quale occorre fare i conti. Senza perdere troppo tempo però, e soprattutto con misure anche drastiche e rivolte a tutti indistintamente. Perché viaggia, si sposta, se ne frega di confini nazionali e regionali, di porti chiusi o aperti, di nord, sud e centro. E sin qui sguazza nel vuoto di una compagine decisionale che finora ha brillato per la sua inadeguatezza e i suoi ritardi. Un encomio lo rivolgo solo agli operatori sanitari del nostro Paese, che da giorni, da settimane, si stanno letteralmente facendo il mazzo per opporsi con quello che possono ad una emergenza sempre più crescente. Bravi, e grazie del vostro prezioso lavoro. La salute è la prima cosa, il resto viene dopo, compreso il giorno in cui si giocherà Juventus-Inter. Rendiamocene tutti conto, soprattutto chi è chiamato a prendere decisioni.
Francesco Del Teglia
Giornalista pubblicista di lungo corso, è inviato fisso per Sansepolcro e la Valtiberina Toscana del quotidiano Corriere di Arezzo fin dalla sua nascita, nel 1985, ma vanta esperienze anche a livello televisivo e collaborazioni con periodici vari. Politica e sport i campi di particolare competenza professionale. È stato anche addetto stampa di vari enti.
Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.
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