Opinionisti Francesco Del Teglia

Infrastrutture, anno zero

La situazione in questo lembo di Toscana è quasi al collasso

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Se c’è un regalo da ricevere in questo 2020 appena iniziato che gli abitanti della Valtiberina vorrebbero avere anche per l’immediato futuro, la risposta è quasi scontata. Infrastrutture. Funzionanti, quelle attuali, nuove quelle mancanti. La situazione in questo lembo di Toscana è quasi al collasso, sicuramente indegna per una comunità che vive, studia, lavora e dunque si sposta alle soglie del 2020. L’anno che si è chiuso da poco ha registrato i molteplici problemi alla E45, solo parzialmente risolti ai viadotti, con un fondo stradale ancora disseminato qua e là di buche e crepe. L’altra grande arteria viaria, la E78, attende ancora il suo ormai pluridecennale promesso completamento. E meno male che da poco è stata riattivata la circolazione in entrambi i sensi di marcia nel tratto che conduce da Arezzo a Le Ville Monterchi dopo settimane di stop parziale per lavori in corso d’opera che l’hanno bloccata in direzione Valtiberina. Se si spera che, finalmente, l’anno nuovo porti al ripristino totale dell’invaso di Montedoglio dopo la frattura del muro avvenuta oltre un decennio fa, sulla realizzazione del secondo ponte sul Tevere pende sempre un grande punto interrogativo. Ma c’è un’altra tara evidente, e purtroppo storica. La valle bagnata dal Tevere è l’unica di quelle in cui è divisa la provincia a non essere collegata con Arezzo tramite linea ferroviaria. Ai tiberini è precluso il treno verso il capoluogo, a differenza di coloro che vivono in Valdarno, in Casentino e in Valdichiana. Una grave mancanza, quasi un oltraggio al territorio, cui nessuno riesce – o vuole – evidentemente a porre rimedio. Resta il collegamento verso l’Umbria. Sino a qualche tempo fa almeno questo era in piedi. Ora niente anche qui. L’ex Ferrovia Centrale Umbra, quella che da Terni risale (risaliva) sino al capolinea nord di Sansepolcro, è morta. Ma c’è di più. Il report di Legambiente l’ha tristemente catalogata fra le dieci linee peggiori di tutta la penisola, collocandola addirittura al quinto posto assoluto, in negativo s’intende. Non solo, sempre Legambiente mette in evidenza la lentezza nei tempi di esecuzione dei lavori programmati. A Sansepolcro lo stop al movimento dei treni risale al settembre del 2017. Oltre due anni dopo siamo punto e a capo, con ovvio disappunto e disagio dei pendolari – studenti e lavoratori – che debbono recarsi in Umbria. Per il tratto Sansepolcro-Città di Castello si era più volte parlato di somme a disposizione, di lavori al via, di progetti per mettere mano alla strada ferrata con l’obiettivo di eliminare lo scartamento ridotto. Nulla di nulla. E mentre la stazione di Sansepolcro ha sempre più tristemente le sembianze di un cadente feticcio del passato, la gente attende qualche segnale di buona volontà. Anche Babbo Natale è passato senza portare doni in tal senso, magari toccherà agli umani darsi una mossa.

Redazione
© Riproduzione riservata
09/01/2020 15:42:25

Francesco Del Teglia

Giornalista pubblicista di lungo corso, è inviato fisso per Sansepolcro e la Valtiberina Toscana del quotidiano Corriere di Arezzo fin dalla sua nascita, nel 1985, ma vanta esperienze anche a livello televisivo e collaborazioni con periodici vari. Politica e sport i campi di particolare competenza professionale. È stato anche addetto stampa di vari enti.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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