Opinionisti Francesco Del Teglia

Tagli e ritagli

In futuro sarà ancora più complicato portare le nostre istanze sino a Roma

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Dunque il Parlamento italico è dimagrito. Il taglio è legge, votato praticamente all’unanimità da tutte le forze politiche. Dai 945 membri attuali si passerà in futuro a quota 600, più di un terzo in meno. Confesso che sull’argomento ho qualche perplessità. La premessa è che quasi 1000 parlamentari sono senz’altro un’esagerazione, anche perché la quantità non è purtroppo sinonimo di qualità, come ci stiamo accorgendo ormai da tempo. Personalmente sarei stato favorevole a chiudere una delle due Camere, anche per evitare lungaggini e incertezze ogni qual volta si deve varare una legge o prendere una decisione. I dubbi mi vengono pensando alle future rappresentanze territoriali in Parlamento. La riforma porta in dote anche il ridisegno dei collegi elettorali. Con la nuova legge avremo un deputato per ogni 151.120 abitanti e un senatore addirittura ogni 302.420 abitanti. Fasce elevatissime di popolazione, con il rischio di mettere in forse la rappresentatività al massimo livello di alcune aree geografiche. Come nel caso della Valtiberina. Non che sin qui le risposte da chi avrebbe dovuto rappresentarci siano state sempre positive e puntuali, ma in futuro sarà ancora più complicato portare le nostre istanze sino a Roma. Anche perché ho l’impressione che siccome essere eletto parlamentare è un privilegio non da poco, a cominciare dall’aspetto economico, le candidature saranno sempre più imposte dai partiti. Quanto si risparmia con questa sforbiciata? In totale si parla di circa 82 milioni di euro. Una cifra non da poco, per carità, ma non certamente epocale. Sempre poi che il risparmio a queste voci sia utilizzato in maniera intelligente e davvero utile alle altre esigenze reali del Paese (penso all’edilizia scolastica o alle infrastrutture, settori perennemente abbandonati). Vedremo comunque. Sull’onda di questa legge c’è anche chi lancia proclami per l’abolizione dei senatori a vita. E addirittura ci sono leader di partito i quali sostengono stoltamente come i senatori a vita siano “una vergogna per l’Italia”. L’articolo 59, secondo comma della Costituzione, istituisce questa carica “per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”. Scorrendo l’elenco dei senatori a vita dall’inizio, ho incontrato fra gli altri i seguenti nomi: Arturo Toscanini, Trilussa, Luigi Sturzo, Ferruccio Parri, Eugenio Montale, Eduardo de Filippo, Carlo Bo, Giovanni Agnelli, Rita Levi Montalcini, Renzo Piano, Carlo Rubbia, Liliana Segre. Bè, diciamo che le vergogne sono ben altre in questa Italia, compresi parecchi che ci siedono adesso in Parlamento. Che spesso non ci vanno proprio o, come documentano frequentemente i social, dormono sui banchi.

Redazione
© Riproduzione riservata
13/10/2019 09:37:19

Francesco Del Teglia

Giornalista pubblicista di lungo corso, è inviato fisso per Sansepolcro e la Valtiberina Toscana del quotidiano Corriere di Arezzo fin dalla sua nascita, nel 1985, ma vanta esperienze anche a livello televisivo e collaborazioni con periodici vari. Politica e sport i campi di particolare competenza professionale. È stato anche addetto stampa di vari enti.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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