Opinionisti Francesco Del Teglia

L'eterno inganno alle donne

L’apparenza sarà salvaguardata ancora una volta

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8 Marzo, Giornata internazionale della Donna. O Festa della Donna, come si usa in termini più spicci. Semmai direi “festa dei fiorai”. Perché nel giorno consacrato noi maschietti saremo come sempre in fila dai fiorai ad acquistare il canonico mazzolino di mimose da regalare alle rispettive mogli, fidanzate, figlie, madri, nonne eccetera. Con la coscienza apparentemente a posto perché anche quest’anno “ce ne siamo ricordati” e le nostre femmine gradiranno l’omaggio floreale. L’apparenza sarà salvaguardata ancora una volta, poi c’è la realtà quotidiana che dura 365 giorni l’anno e che dice ben altro, facendo comprendere come il “sentire” nei confronti della donna da parte di una società che resta essenzialmente maschilista releghi l’altra metà del cielo ad un ruolo purtroppo secondario. Succede nel lavoro, nei salari, spesso in famiglia, nelle possibilità che si offrono a uomini e donne in certi settori. Succede che la violenza di genere sia sempre più praticata come testimoniano i numeri. E accadono qua e là episodi che fanno capire come il maschio prevarichi sempre e ovunque la femmina. Mi ha negativamente colpito il volantino di una forza politica che nel 2019 asserisce come “il ruolo naturale della donna è quello di dedicarsi alla famiglia”. Mi ha schifato quello successo ad una nota cantante che, al termine del proprio concerto ha gridato “aprite i porti”. Frase che uno può condividere o meno, che può criticare nei modi e nei termini giusti. Ma se in quel vomitatorio di idiozie che stanno diventando i social leggi commenti del tipo “tu apri le cosce” riferito a quella cantante, dico che siamo arrivati ad un livello di bassezza senza pari. E neppure la cosiddetta giustizia appare poi tanto giusta. Una signora del bolognese, Olga, fu strangolata dal suo amante. Che in primo grado fu condannato per l’efferato omicidio a 30 anni di carcere. Il giudizio di appello ha dimezzato la pena dell’omicida riducendolo a 16 anni perché, così si legge nella sentenza, l’uccisore era in preda a “tempesta emotiva”. Robe davvero da civiltà della pietra. Per stare alle nostre latitudini, proprio in questi giorni c’è stato il processo di secondo grado all’uccisore, reo confesso, della povera Katia, la ragazza del Borgo presa a martellate e scaraventata in un dirupo. 16 anni si beccò l’omicida in prima istanza, che adesso sono stati ridotti a 14 perché, scrivono i giudici, si trattò di “dolo d’impeto”. Due vite spezzate con ferocia, come tante del resto ogni anno in Italia, dalla brutalità del maschio. Che sono volate in Cielo senza ottenere nemmeno una giusta giustizia, cavillando sugli spesso inestricabili codicilli legali e inventandosi anche formulazioni prive di senso come “tempesta emotiva”. Un eterno inganno alle donne che si perpetua 364 giorni all’anno. Poi c’è l’8 Marzo con le mimose a lavarci la coscienza. Per quanto mi riguarda, e per quanto può servire, una carezza a tutte le donne del Mondo, alla vostra sensibilità e alla vostra generosità, sperimentata sia in famiglia che nel lavoro. Continuate a lottare per farvi valere. E resistete.  

Redazione
© Riproduzione riservata
07/03/2019 17:45:11

Francesco Del Teglia

Giornalista pubblicista di lungo corso, è inviato fisso per Sansepolcro e la Valtiberina Toscana del quotidiano Corriere di Arezzo fin dalla sua nascita, nel 1985, ma vanta esperienze anche a livello televisivo e collaborazioni con periodici vari. Politica e sport i campi di particolare competenza professionale. È stato anche addetto stampa di vari enti.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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