Ai signori candidati alla carica di sindaco
Buona sera signori. Vi vorrei mettere a conoscenza di una cosa. E' questo il compito del giornalismo, o almeno uno dei compiti. Sbaglio? Ebbene, dando per scontato che non sbagli, vi volevo informare, che la gente si sente ormai completamente impotente. Vi pregherei di dare per scontato un'altr' cosa: ho raccolto, per poter fare quest'affermazione, molte testimonianze. La gente onesta, che si spacca la schiena per arrivare alla fine del mese, che rispetta le regole del buon vivere civile e che ormai, quasi, non riconosce più la propria terra. Unanimi nello sconcerto, una signora con più forza di altri, teme che da un giorno all'altro dovrà chiedere il permesso per entrare in casa sua. Tutti frastornati nel vedere soggetti che delinquono e che rimangono praticamente impuniti. Vi chiedo, con educazione, è possibile cominciare a controllare in maniera più capillare chi conduce ritmi di vita non giustificati da nessun lavoro? E' giusto controllare le entrate dei professionisti, quelle dei lavoratori dipendenti lo sono facilmente, per i professionisti, invece, si presume, si fanno ipotesi, illazioni, permettetemi, a volte veramente opinabili. Lo accettiamo, ci mancherebbe, però c'è qualcuno disposto veramente ad impegnarsi in un censimento capillare che vada a portare alla luce tutti quei parassiti che infestano la nostra società e che campano alle spalle degli altri? E che minacciano la proprietà privata di tutti noi. Un'altra cosa: il Comune di Città di Castello e a seguire tutti gli altri, hanno la certezza matematica che tutti gli extracomunitari siano stati regolarmente registrati, che tutti lavorino e che abbiano di conseguenza entrate legittime? Non sarebbe il caso di ridare una controllatina nel caso qualcosa sia sfuggito? E' una richiesta eccessiva? Credo, spero di non essere presuntuoso, di rappresentare il malcontento di molte persone. E' anche vero, però, che tutti noi non possiamo sempre lamentarci e dare la colpa ai politici e a quant'altro senza impegnarci in prima persona. Il generale Dalla Chiesa diceva che le cose non devono necessariamente continuare ad andare come vanno. Poi aggiungeva un piccolo ma sostanziale particolare: perché le cose cambino bisogna rimboccarsi le maniche ed esporsi in prima persona. Quindi mi correggo: la mia richiesta è rivolta a tutti i cittadini, perché è insieme, facendo gruppo, che si possono cambiare le cose. Basta di tollerare, iniziamo a denunciare. Però, permettetemi una visione che guarda alla complessità dei fenomeni, poi mi aspetto che chi si prende carico di questo venga tutelato e non lasciato in balia delle onde. Perché c'è stato chi si è preso questa briga e poi non ha più vissuto dalle ritorsioni che impunemente ha subito. La tutela del cittadino, la tutela della sua proprietà privata, la sua protezione, è chiedere troppo? Altrimenti non sarebbe certo un incentivo per altre persone.
Buttarini Massimo
Originario e residente a Città di Castello, si è laureato in Psicologia a indirizzo applicativo presso l’Università “La Sapienza” di Roma e svolge la professione di psicologo dal 1992. È esperto di psicologia investigativa e investigazioni difensive, consulente per studi legali, psicologo clinico e forense specializzato in psicoterapia. Ha una predilezione per il giornalismo d’indagine, finalizzato alla ricerca della verità, che lo ha portato a seguire alcuni fra i principali casi di cronaca del nostro Paese.
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