Taglio dell'Irpef e soldi per la sanità

Giorgetti dopo l'incontro col Papa: "Leone XIV ha fatto il miracolo"
Alla fine "papa Leone ha fatto il miracolo". Così Giancarlo Giorgetti ieri sera al termine della sua partecipazione al Forum di Coldiretti ha scherzato sugli esiti positivi del Consiglio dei ministri di ieri che ha varato il Dpb e ha esaminato le misure della manovra che poi saranno messe nero su bianco nella prossima riunione dell'esecutivo. Ieri mattina, partecipando alla visita del Pontefice al Quirinale, il titolare del Tesoro del Tesoro era stato parecchio sibillino. "Se il Papa fa il miracolo, partoriamo la manovra, se non lo fa, non la partoriamo", aveva scherzato tuttavia rivelando la sostanziale mancanza di un'intesa definitiva.
Alcune misure, va detto, devono trovare ancora una traduzione "Abbiamo approvato il Documento programmatico di bilancio, c'è una scadenza perentoria che è quella del 15 ottobre per mandarlo a Bruxelles. Venerdì lo definiremo nei particolari", ha annunciato, al Forum di Coldiretti. Il quadro della legge di Bilancio per il triennio 2026-2028 mobilita circa 18 miliardi di euro l'anno.
Il capitolo fiscale resta il cuore della manovra. Confermato il taglio dell'aliquota Irpef dal 35% al 33% sulla seconda fascia di reddito, per un impegno di 9 miliardi nel triennio. "È un ulteriore passo nella riduzione della pressione sui redditi da lavoro che il governo porta avanti dall'inizio della legislatura", ha commentato Giorgetti. Previsti inoltre 2 miliardi nel 2026 per sostenere gli adeguamenti salariali al costo della vita e la proroga, per un altro anno, delle detrazioni per interventi edilizi.
Sul fronte del fisco, fonti di governo confermano che la pace fiscale sarà inserita nella legge di bilancio e riguarderà "tutti i carichi emessi fino al termine del 2023". La misura, viene precisato, sarà selettiva e non accessibile a chi non ha mai presentato la dichiarazione dei redditi. "Nella manovra si legge in una nota del Mef saranno definite anche le iniziative di pacificazione fiscale rivolte ai contribuenti e quelle sulle pensioni, in particolare legate all'aspettativa di vita".
Nel capitolo sociale la manovra stanzia 3,5 miliardi nel triennio per la famiglia e il contrasto alla povertà. Arriva anche la revisione dell'Isee che, secondo quanto è trapelato da Palazzo Chigi, escluderà la prima casa dal calcolo. L'intervento punta a facilitare l'accesso alle prestazioni agevolate e comporterà effetti stimati in circa 500 milioni di euro annui.
Per il mondo produttivo, la legge di Bilancio prevede incentivi agli investimenti in beni materiali, con una maggiorazione del costo ai fini dell'ammortamento pari a 4 miliardi complessivi. Viene rifinanziata la misura "Nuova Sabatini" e prorogata fino al 31 dicembre 2026 la sterilizzazione di plastic e sugar tax. Confermati inoltre il credito d'imposta per le imprese nelle Zone Economiche Speciali (Zes) e un fondo da 100 milioni nel triennio per le Zone Logistiche Semplificate (Zls). Alla sanità vanno risorse aggiuntive per 2,4 miliardi nel 2026 e 2,65 miliardi per il biennio successivo, che si sommano agli oltre 5 miliardi già previsti dalla legge di Bilancio per il 2025.
A finanziare il complesso della manovra, spiegano al Mef, contribuiranno "gli effetti positivi del quadro macroeconomico e della rimodulazione del Pnrr", insieme a risorse provenienti da interventi sugli stanziamenti di bilancio e da operatori finanziari e assicurativi dai quali ci si attende un contributo di 4,5 miliardi (vedi articolo sotto).
Dal palco di Coldiretti, Giorgetti ha ricordato la zavorra strutturale degli interessi sul debito. "Prima di allocare le risorse agli altri ministri, parto da meno 80 miliardi che sono gli interessi che devo pagare. È una delle spese più odiose", ha ricordato rivendicando la linea di rigore seguita dal governo. "Siamo tornati in avanzo primario. Vuol dire che per le scelte che dipendono da questo governo non creiamo nuovo debito per le future generazioni", ha aggiunto.
Poi un'ultima sottolineatura: "Bisogna fare debito buono ma la sostenibilità dei conti è una regola che vale in ogni fase". Un messaggio rivolto sia ai padroni di casa di Coldiretti sia a Confindustria che di recente è stata spesso critica.
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