Sardegna, approvata la legge sul fine vita: è la seconda regione in Italia dopo la Toscana

La norma punta a dare attuazione alla sentenza della Consulta del 2019
La Sardegna diventa la seconda regione italiana, dopo la Toscana, ad avere una legge sul fine vita. Con 32 voti favorevoli, 19 contrari e un’astensione, il Consiglio regionale ha approvato il testo della maggioranza di campo largo, elaborato sulla base della proposta dell’associazione Luca Coscioni e già presentato in diverse assemblee regionali.
La norma punta a dare attuazione alla sentenza della Consulta del 2019, definendo tempi e procedure per l’assistenza sanitaria gratuita al suicidio medicalmente assistito.
Come funziona la legge
Potranno accedervi le persone affette da patologie irreversibili e dipendenti da trattamenti vitali.
La scelta dovrà essere autonoma e consapevole.
Le condizioni saranno verificate da una commissione multidisciplinare e dal comitato etico territorialmente competente.
Assistenza sanitaria
La Regione garantisce assistenza sanitaria gratuita per il suicidio medicalmente assistito.
L’obiettivo è tutelare la dignità e la libertà di scelta del paziente, senza imposizioni.
Verifica e procedure
La richiesta del paziente viene valutata da una commissione multidisciplinare (medici, psicologi, esperti etici).
Il comitato etico territoriale deve approvare il percorso, verificando che siano rispettati i requisiti legali e deontologici.
Tutta la procedura è regolamentata secondo le indicazioni della sentenza della Corte Costituzionale del 2019.
Obiettivo della legge
Dare chiarezza normativa su una situazione estrema di sofferenza.
Garantire che chi è incurabile e in sofferenza estrema possa scegliere di morire assistito, nel rispetto della sua volontà.
Evitare che il paziente sia lasciato solo di fronte al dolore.
Divisioni negli schieramenti
Il voto ha mostrato fratture interne ai partiti. In maggioranza, Lorenzo Cozzolino (Orizzonte comune, eletto con il Psi) ha votato contro, mentre il vicepresidente del Consiglio regionale Giuseppe Frau (Uniti con Todde) si è astenuto. Nel centrodestra, invece, l’azzurro Gianni Chessa ha votato a favore. Per i promotori, come Carla Fundoni (Pd) e Roberto Deriu (capogruppo Pd), si tratta di una “legge di civiltà” che mette al centro la libertà, la dignità e la responsabilità del legislatore verso chi soffre.
Le critiche dell’opposizione
L’opposizione ha sollevato dubbi sulla competenza legislativa della Regione. Per Paolo Truzzu (FdI) è una “legge manifesto del campo largo” destinata a essere cassata dalla Corte costituzionale. Per i Riformatori sardi, come ha spiegato il capogruppo Umberto Ticca, si sarebbe dovuto aspettare una norma nazionale, “per garantire uniformità e non risposte locali destinate a durare poco”.
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