Opinionisti Giulia Gambacci

Tanto semplice, quanto complesso: come nasce il dentifricio?

Le prime tracce risalgono agli egizi

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Preso lo spazzolino? Il dentifricio? Quante volte ci siamo posti questa domanda nel corso della vita, soprattutto nel momento in cui ci accingiamo a stare fuori casa più di un giorno. La risposta è sicuramente “tante volte” seppure sono due oggetti di uso comune; due oggetti che uno è indispensabile per l’altro. Ovvero, è inutile uno spazzolino senza dentifricio e stessa cosa un dentifricio senza spazzolino. Giochi di parole a parte il dentifricio è sicuramente uno dei prodotti più complessi presenti nel mercato, ma non è sempre stato così. La domanda, a questo punto, sorge spontanea: come è nato il dentifricio? Anche qua c’è lo zampino della popolazione egizia, questo per dire che le sue origini risalgono a diverse migliaia di anni fa: negli anni, aggiungiamo per fortuna, il dentifricio è cambiato profondamente sia nella sostanza, ma per certi aspetti anche per il suo utilizzo. Alcune fonti storiche, infatti, datano la sua invenzione intorno al 3000-5000 A.C. Quindi gli Egizi, popolo da sempre caratterizzato dalla grande inventiva. Si tratta ovviamente di un antenato di quello che utilizziamo quotidianamente e più volte al giorno. I primi dentifrici – e non è uno scherzo – erano realizzati mescolando alla mirra ossa sbriciolate, insieme a gusci oppure conchiglie frantumate. Talvolta, però, venivano impiegati anche zoccoli di animale grattugiati e cenere. Con il passare del tempo ogni popolazione cercava di affinare il prodotto, portando anche delle novità. Ne sono l’esempio i romani che iniziarono ad aggiungere erbe aromatiche, carbone o cortecce di albero triturate per dare un gusto decisamente più piacevole alla sostanza utilizzata per combattere l’alito pesante; oggi chiamato alitosi, un tempo probabilmente con un altro nome. Anche la popolazione cinese aveva questo obiettivo, seppure al dentifricio – seppure ancora non poteva fregiarsi sicuramente di questa definizione – venivano sommati estratti vegetali, ginseng e sale come additivo e se vogliamo disinfettante. Gli Arabi, invece, nel Medioevo, utilizzavano come base per le paste e le polveri dentifricie la sabbia fine e la pomice. Anche in questo caso, data la forte abrasività del prodotto, si rischiavano grossi danni allo smalto dentale. Tradotto in pratica, infatti, il dentifricio di una volta era una miscela molto abrasiva ed è rimasta tale per molto tempo; almeno fino al diciottesimo secolo quando, con l’arrivo della prima scienza condita con un pizzico di chimica, si tentò di voltare pagina al prodotto. A partire dal 1800, l’uso delle polveri dentifricie divenne decisamente più comune. Prima, infatti, era difficile per le classi meno agiate avere accesso a questo tipo di prodotto, che tra l’altro era anche raro e difficile da reperire. Con il passare del tempo, la formula cambiò e uno dei principali ingredienti divenne il bicarbonato, elemento molto comune anche ai giorni nostri. Arrivati nel diciannovesimo secolo, il dentifricio cambiò consistenza passando da polvere a pasta, grazie all’aggiunta della glicerina. A partire dal 1873, la produzione del dentifricio con un gusto decisamente più gradevole prese una dimensione di carattere industriale grazie a Colgate & Co (marchio ancora oggi ben presente sul mercato mondiale) che lo distribuiva in barattoli di vetro. Solamente nei tempi più moderni sono arrivate le confezioni a tubetto che tutti conosciamo. Vennero fatte anche delle varianti, seppure tutte non sono poi decollate. Per esempio il dottor Peabody aggiunse al composto il sapone che fu poi sostituito con il sodio laurilsofato che di fatto è l’ingrediente che rende il dentifricio schiumoso. Nei primi anni del ‘900, invece, fece la comparsa nei dentifrici il fluoro, una molecola in grado di rinforzare lo smalto che tuttora è presente in moltissimi prodotti di igiene orale. Importante sostanza in grado di remineralizzare lo smalto dentale e contrastare la comparsa della caria. Ad oggi nel mercato c’è a disposizione una grandissima varietà di dentifrici, dai gusti e dagli ingredienti più differenti; dentifrici che hanno formule ricche e complete, specifiche per aiutare in base alle più disparate esigenze. Che siano denti sensibili o gengive irritate: c’è sempre un dentifricio che fa al caso tuo. Ma non solo, perché se come abbiamo detto nel tempo il prodotto si è affinato sempre di più, il dentifricio oggi viene usato anche in tenera età; tanto per intendersi già nei primi anni di vita, quando i cosiddetti ‘denti da latte’ fuoriescono dalle gengive del piccolo. Prodotti specifici, che sia chiaro, decisamente lontani da quelli che egizi prima e romani poi utilizzavano per la pulizia quotidiana del cavo orale. Accanto al dentifricio che si è evoluto negli anni, stessa cosa ha fatto lo spazzolino: da strumento rudimentale e quasi improvvisato, siamo oggi nelle condizioni di utilizzare apparecchi elettrici in grado di fare movimenti autonomi e corretti per non danneggiare denti e gengive. In sintesi, quindi, la storia del dentifricio è un viaggio affascinante attraverso secoli, che testimonia la costante ricerca dell’umanità per la cura e l’igiene dei denti.

Redazione
© Riproduzione riservata
01/10/2025 11:33:44

Giulia Gambacci

Giulia Gambacci - Laureata presso l’Università degli Studi di Siena in Scienze dell’Educazione e della Formazione. Ama i bambini e stare insieme a loro, contribuendo alla loro formazione ed educazione. Persona curiosa e determinata crede che “se si vuole fare una cosa la si fa, non ci sono persone meno intelligenti di altre, basta trovare ognuno la propria strada”. Nel tempo libero, oltre a viaggiare e fare lunghe camminate in contatto con la natura, ama la musica e cucinare.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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