Opinionisti Giulia Gambacci

Il profilattico non lo vogliamo

Scarsa educazione sessuale nelle scuole e difficoltà a parlare di sesso con gli adulti

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I dati che emergono dall’inchiesta realizzata dall’Osservatorio Giovani e sessualità 2023, in collaborazione con Durex e Skuola.net, sono allarmanti per l’Italia: meno di un giovane su due non utilizza il profilattico. Siamo passati in 5 anni dal 57% del 2019 al 43% del 2024. Sono lontani ormai i periodi in cui il sesso era un rischio mortale, oggi i condom hanno smesso di andare di moda; o almeno per il loro scopo originario, visto che l’ultimo trend pare sia quello di inalarli, per tirarseli poi fuori dalla bocca, rischiando il soffocamento. Il preservativo – l’unico fra i contraccettivi a proteggere anche dalle malattie sessualmente trasmissibili, con un indice di affidabilità che arriva anche al 97% – è stato il grande protagonista delle campagne sul sesso sicuro negli anni ’80 e ‘90, periodo segnato dal panico e dalle morti per Aids. Oggi la comunicazione istituzionale invece si è praticamente estinta. E si vedono i risultati

Ma perché si è smesso di usare i profilattici? I motivi di certo sono la scarsa educazione sessuale (nelle scuole italiane non è ancora obbligatoria), ancora tabù e imbarazzo nel parlare di sesso e contraccezione con adulti o coetanei.

Il 39% dei ragazzi intervistati crede che il coito interrotto sia una pratica efficace per evitare gravidanze indesiderate e persino infezioni sessualmente trasmissibili. Il preservativo, è risaputo, non piace agli uomini, ma non solo: pare infatti che anche molte donne preferiscano farlo senza, il che lascia pensare che spesso il fastidio maschile trovi delle ottime alleate. Si teme riduca la sensibilità e quindi il piacere, anche se in realtà le cause della riluttanza all’uso sono più spesso psicologiche: molti vivono male la perdita di spontaneità e intimità, hanno paura che l’interruzione porti a perdere l’eccitazione. L’ignoranza poi tocca anche i risvolti pratici della faccenda, come dimostra il fatto che il 41% dei ragazzi non sa come si indossa un preservativo. Chi lo sa fare, lo ha imparato “sul campo”, non certo a scuola o in corsi ad hoc, con l’evidente rischio di indossarlo senza seguire tutte le accortezze del caso. Per l’81% degli intervistati la prima volta arriva un po’ prima dei 19 anni, con una frequenza concentrata tra i 17 e i 18 anni. Ma non è trascurabile il fatto che un ragazzo su dieci (11%) abbia avuto la sua prima esperienza sessuale prima di compiere 13 anni.

Il 94% dei giovani intervistati ha dichiarato che vorrebbe l’educazione sessuale a scuola, obbligatoria o facoltativa, come già avviene in altri Paesi europei. Secondo quanto riportato dal Report-GEM dell’Unesco 2023, solo 6 Paesi europei non hanno ancora disposto programmi formali e obbligatori di educazione affettiva e sessuale nelle scuole. E tra questi c’è l’Italia.

La diminuzione dell’uso del profilattico ha portato l’aumento delle gravidanze tra le ragazze minorenni che si aggira attorno al 30% e un aumento di nuovi casi di sifilide tra gli adulti di età compresa tra 15 e 49 anni sono aumentati di quasi 1 milione nel 2022, raggiungendo gli 8 milioni. E ci sono stati 230mila decessi correlati alla sifilide. Gli aumenti più elevati si sono verificati nella regione delle Americhe e in quella africana. Il report elenca il "forte incremento" delle infezioni sessualmente trasmesse, oltre Hiv per la quale si osserva un "calo insufficiente delle nuove infezioni", i dati mostrano un aumento della gonorrea, della sifilide, della clamidia e della tricomoniasi, che rappresentano oltre 1 milione di infezioni al giorno. 

L'Hiv a livello globale, le epidemie di epatite virale e le infezioni a trasmissione sessuale continuano a rappresentare sfide significative per la salute pubblica, causando 2,5 milioni di morti ogni anno, secondo il rapporto Oms.

Nel 2022 sono stati poi registrati circa 1,2 milioni di nuovi casi di epatite B e quasi 1 milione di nuovi casi di epatite C. Il numero stimato di decessi per epatite virale è aumentato da 1,1 milioni nel 2019 a 1,3 milioni nel 2022, nonostante efficaci strumenti di prevenzione, diagnosi e trattamento, segnala l'Oms. Quanto all'Hiv, le nuove infezioni "si sono ridotte solo da 1,5 milioni nel 2020 a 1,3 milioni nel 2022", rileva infine il report. I decessi legati a questo virus "continuano ad essere elevati": nel 2022 si sono verificate "630mila morti correlate all'Hiv, il 13% delle quali tra bambini di età inferiore ai 15 anni".

Giulia Gambacci
© Riproduzione riservata
12/08/2024 16:15:31

Giulia Gambacci

Giulia Gambacci - Laureata presso l’Università degli Studi di Siena in Scienze dell’Educazione e della Formazione. Ama i bambini e stare insieme a loro, contribuendo alla loro formazione ed educazione. Persona curiosa e determinata crede che “se si vuole fare una cosa la si fa, non ci sono persone meno intelligenti di altre, basta trovare ognuno la propria strada”. Nel tempo libero, oltre a viaggiare e fare lunghe camminate in contatto con la natura, ama la musica e cucinare.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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