Trump condannato: sentenza storica sul caso Stormy Daniels
La prima volta di un presidente Usa. Perché non subirà nessuna pena
Donald Trump è stato condannato nel caso dei pagamenti a Stormy Daniels ma non andrà in carcere.
Lo ha detto il giudice Juan Merchan leggendo la sentenza. Al presidente eletto non sarà comminata neanche una multa. Rimangono dubbi sull'impatto che questa condanna potrà avere sul suo mandato presidenziale, che inizierà il 20 gennaio 2025. Nonostante la condanna, Trump ha dichiarato la sua intenzione di fare appello, definendo il procedimento una "caccia alle streghe politica" e ribadendo la sua innocenza: "L'evento di oggi è stata una farsa spregevole e, ora che è finito, faremo appello contro questa bufala che non merito", ha scritto sul suo social Truth.
Perchè nessuna pena
Il giudice Juan Merchan ha spiegato, subito dopo la lettura della sentenza di condanna per il caso Stormy Daniels, che la decisione di non comminare alcuna pena a Donald Trump è stata determinato dal suo imminente ritorno alla Casa Bianca. "Sono stati i cittadini di questa nazione a decidere che lei debba godere di protezioni come la clausola di supremazia e l'immunità presidenziale", ha detto il giudice rivolgendosi al presidente eletto al quale alla fine ha augurato "buona fortuna per il secondo mandato"
La prima volta di un presidente
La condanna comunque macchia la fedina penale del presidente eletto. Con questa sentenza, Donald Trump diventa il primo presidente nella storia degli Stati Uniti a essere condannato per un crimine prima dell'insediamento alla Casa Bianca, previsto per il 20 gennaio 2025. Nonostante la condanna, Trump ha dichiarato la sua intenzione di fare appello, definendo il procedimento una "caccia alle streghe politica" e ribadendo la sua innocenza.
La vicenda
Trump era stato dichiarato colpevole di 34 capi d'accusa per falsificazione di documenti aziendali, finalizzata a occultare un pagamento di 130.000 dollari alla pornostar Stormy Daniels, al fine di silenziare una presunta relazione extraconiugale risalente al 2006. L'avvocato personale di Trump all'epoca, Michael Cohen, ha ammesso di aver effettuato il pagamento e ha dichiarato che si trattava di un tentativo di proteggere la campagna presidenziale di Trump. Secondo i pubblici ministeri, il pagamento a Daniels era finalizzato a occultare informazioni compromettenti durante la fase cruciale della campagna presidenziale, configurando potenzialmente un violazione delle leggi elettorali.
Donald Trump e Stormy Daniels (Ansa)
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