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Il clima sta cambiando: non ce ne accorgiamo o non lo vogliamo capire?

Come dicevano i nostri nonni “Prevenire è meglio che curare”

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Che tante cose nel nostro clima stiano cambiando lo abbiamo percepito tutti, non bisogna essere certamente degli scienziati. Quando diciamo che non ci sono più le mezze stagioni, non è una frase fatta da giocarsi quando la conversazione langue, ma una grande verità. Ormai da anni le estati sono sempre più calde, gli inverni sempre più miti, mentre primavera e autunno non ci sono più. Tutto questo, unito agli eventi meteorologici estremi a cui assistiamo sempre più frequentemente, porta a chiederci se il nostro Paese stia diventando tropicale. La risposta è affermativa. Il clima tropicale è caratterizzato da un’alta percentuale di umidità che dà origine a frequenti e intense manifestazioni temporalesche, favorendo cicloni che provocano poi piogge torrenziali e venti tempestosi. L’alternarsi dell’aumento delle temperature, con ondate di calore prolungato, in particolare nell’estate, alternate a piogge intense e alluvioni, stanno mettendo a dura prova il territorio e le infrastrutture del nostro Paese. Tutti questi cambiamenti hanno impatti importanti sull’ambiente, sull’agricoltura e sulla vita quotidiana delle persone. Le alterazioni climatiche finiscono per compromettere la resa delle coltivazioni nei campi, causano danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

Ma quali sono le cause dei cambiamenti climatici? Gli scienziati non hanno dubbi, paghiamo i “danni” fatti dall’uomo. L'uso di combustibili fossili, l'abbattimento delle foreste e l'allevamento intensivo del bestiame hanno un impatto sempre più forte sul clima e sulla temperatura del pianeta. Queste attività aggiungono enormi quantità di gas serra a quelle naturalmente già presenti nell’atmosfera, alimentando l’effetto serra e il riscaldamento globale.

Ma è possibile combattere il cambiamento climatico? Nonostante la situazione non sia facile, esistono delle possibili soluzioni in grado se non di arrestare completamente questi processi quantomeno di ridurne gli effetti e mitigare le variazioni del clima. I governi mondiali devono lavorare per ridurre le emissioni di gas serra, con un programma per lo sviluppo sostenibile volto a garantire un pianeta sano e vivibile alle future generazioni, valorizzando la sostenibilità ambientale e una crescita rispettosa del pianeta e del benessere della popolazione. Ma queste azioni richiedono la partecipazione di tutti, in particolare delle popolazioni dei Paesi più ricchi e industrializzati. D’altronde anche un piccolo gesto può fare la differenza nella lotta per salvare il pianeta.

Se diminuire la produzione di gas serra è un processo lungo e richiede sensibilità da parte di tutti i Paesi mondiali, in particolare in quelle parti del mondo dove si produce molto ma non si rispettano minimamente i principi della sicurezza per l’ambiente e tantomeno per chi ci lavora, dove le persone vengono trattate come schiavi è possibile risolvere le problematiche relative alle alluvioni come abbiamo visto recentemente in Emilia Romagna? Ci si può provare e forse riuscire ma sono necessari investimenti importanti e avere la “mente aperta”. Dobbiamo attivare una manutenzione dell’enorme patrimonio abitativo e infrastrutturale, perché il territorio va declinato alla stregua di una vera e propria infrastruttura portante di tutte le altre e - come tale - necessita di un attento monitoraggio e di una continua manutenzione per la prevenzione dei rischi. Il nostro Paese, alla luce dei recenti eventi drammatici, ha bisogno di un rapido avvio di attività di verifica e monitoraggio del sistema infrastrutturale, finalizzate alla valutazione della sicurezza, alla classificazione del rischio e alla conseguente progettazione di piani di intervento, stabilendo le priorità. Tutto ciò dovrà costituire parte integrante di un nuovo modello di sviluppo, basato su un piano straordinario di interventi utili e sostenibili, senza spreco di suolo, superando le rigidità strutturali di un sistema che ha impedito, fino adesso, un adeguato sviluppo degli investimenti pubblici e privati.

In ultimo credo che sia necessario riconsiderare anche il nostro rapporto con i fiumi. Pensare che non si possano ripulire o dragare può essere bellissimo a livello naturalistico, ma pericoloso per la popolazione. La pulizia degli argini e degli alvei dei fiumi è un'attività indispensabile per garantire la funzionalità e la sicurezza delle opere di difesa. Essa consiste nell'eliminare gli ostacoli e i materiali che possono ridurre la capacità idraulica dell'alveo, creare sbarramenti temporanei o permanenti, favorire l'erosione o il franamento degli argini. Tra questi ci sono la vegetazione infestante, gli alberi caduti, le ramaglie, i rovi, i tronchi, i massi e pure i rifiuti. Questo non vuol dire fare un taglio raso di tutto, ma di regolare la vegetazione favorendo quella che possa aiutare a contenere le acque senza impedirne il passaggio e creare sbarramenti, rispettando gli equilibri ecologici. Solo così si può prevenire efficacemente il rischio idrogeologico e salvaguardare la vita delle persone e la bellezza e la salute dei nostri fiumi.

Rivedere dove costruire abitazioni o creare zone industriali credo infine sia necessario, perché come dicevano i nostri nonni “Prevenire è meglio che curare”. Avere leggi meno restrittive aiuterebbe sicuramente il nostro Paese a evitare tante problematiche, apprendere che alcuni cittadini sono stati multati per aver ripulito il tombino davanti alla sua abitazione che ad ogni pioggia allagava la strada o che “tappava” una buca pericolosa, è veramente ridicolo. Se i Comuni piangono che non hanno soldi (sarà vero?), l’apporto di persone volenterose è fondamentale…altrimenti POVERA ITALIA!!!

Redazione
© Riproduzione riservata
29/11/2024 18:23:46

Punti di Vista

Imprenditore molto conosciuto, persona schietta e decisa, da sempre poco incline ai compromessi. Opera nel campo dell’arredamento, dell’immobiliare e della comunicazione. Ha rivestito importanti e prestigiosi incarichi all’interno di numerosi enti, consorzi e associazioni sia a livello locale che nazionale. Profondo conoscitore delle dinamiche politiche ed economiche, è abituato a mettere la faccia in tutto quello che lo coinvolge. Ama scrivere ed esprimere le sue idee in maniera trasparente. d.gambacci@saturnocomunicazione.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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