L'Europa investe quasi 7 miliardi sull'idrogeno: i tre principali benefici per i cittadini
Aiuti di Stato per complessivi 6,9 miliardi
La Commissione europea ha dato il via libera ad aiuti di Stato per complessivi 6,9 miliardi di euro da parte di sette Stati membri, tra cui l'Italia, per il terzo importante progetto di interesse comune europeo nella catena del valore dell'idrogeno battezzato Ipcei Hy2Infra. L'iniziativa, si legge in una nota Ue, è finalizzata a incrementare, attraverso le necessarie infrastrutture, la disponibilità di idrogeno rinnovabile, riducendo così la dipendenza dal gas naturale e contribuendo a raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo.
L'idrogeno in sé non è una fonte energetica primaria, come il petrolio, il carbone o il sole. È invece un vettore energetico o un mezzo per immagazzinare e trasportare l'energia da una fonte primaria a un punto di utilizzo. Perché l’Unione Europea punta sull’idrogeno per ridurre la dipendenza dal gas naturale e raggiungere gli obiettivi del Green Deal Europeo? I motivi sono fondamentalmente tre.
Il primo è che l’idrogeno può essere prodotto utilizzando diverse fonti di energia primaria, tra cui le energie rinnovabili (come l'eolico o il solare), i combustibili fossili (come il gas naturale) o mediante processi di elettrolisi dell'acqua. Questa diversificazione delle fonti di approvvigionamento può ridurre la dipendenza da una singola fonte, come il gas naturale.
Il secondo motivo è ambientale. L'idrogeno prodotto da fonti rinnovabili o mediante processi di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) può contribuire alla decarbonizzazione del settore energetico.
Il terzo motivo, infine, che spinge l’Europa a puntare sull’Idrogeno è la sua versatilità: può essere utilizzato in vari settori, inclusi il trasporto, l'industria e la produzione di energia. Questa versatilità permette di sfruttare l'idrogeno in molteplici applicazioni, riducendo così la dipendenza da specifici combustibili come appunto il gas naturale.
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