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L’inflazione rallenta la corsa: +11,6%. Ma meno rispetto agli altri Paesi europei

L’Istat: i prezzi crescono dello 0,5% dallo 0,3% di novembre

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L'inflazione è tornata, ed è qui per restare. Dopo una crescita media dell'1,9% nel 2021, nel 2022 in Italia si torna ai livelli del 1985 con un aumento dell'8,9%. Dalla fotografia scattata dall'ultima stima Istat si vede anche un lieve rallentamento dell'indice dei prezzi al consumo, che su base annua a dicembre cresce dell'11,6% dopo il +11,8% del mese precedente. Il tutto in un contesto che vede crescere la pressione fiscale dell'1,9% nel terzo trimestre del 2022 rispetto a un anno prima, per toccare il 42,7%. Cala inoltre la propensione al risparmio degli italiani, che devono sostenere maggiori costi, anche se nonostante la pressione inflattiva vedono aumentare lievemente il proprio potere d'acquisto. L'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, su base mensile cresce dello 0,3%, e Istat rileva come «sia dovuto, per lo più, alla crescita dei prezzi degli energetici regolamentati (+7,9%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,4% a causa di fattori stagionali), dei servizi relativi ai trasporti (+1,1% anch'essi a causa di fattori stagionali), dei beni alimentari lavorati (+0,8%) e degli altri beni (+0,6%)».

Il calo del 3,9% dei prezzi degli energetici non regolamentati compensa infatti solo in parte gli altri aumenti, così come il -0,6% registrato dagli alimentari non lavorati. Frenano - ma solo lievemente - i prezzi del carrello della spesa, ossia dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base annua a dicembre da +12,7% a +12,6%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +8,8% di novembre a +8,5%). Che il rialzo dei prezzi sia più che temporaneo lo si evince dal dato «di fondo», quello al netto degli energetici e degli alimentari freschi, che accelera da +5,6% a +5,8%, mentre quella al netto dei soli beni energetici sale da +6,1% a +6,2%. L'inflazione «di fondo» rischia di essere più persistente, determinando così un aumento acquisito dei prezzi a lungo termine. In base alle stime preliminari, Istat rileva inoltre che l'indice armonizzato dei prezzi al consumo per i Paesi membri dell'Unione europea (IPCA) aumenta dello 0,2% su base mensile e del 12,3% su base annua (da +12,6% di novembre).

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
07/01/2023 06:28:25


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