Opinionisti Alessandro Ruzzi

Aumento del gas metano e la tutela dei cittadini

Perché tanto ci coglionano...

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Seguo sempre più svogliatamente i telegiornali il cui unico obiettivo è quello di far soffrire gli ascoltatori prospettando scenari apocalittici contro i quali il povero cittadino nulla può.

Mi ricordo quelle estati in cui gli anziani morivano per il caldo, i treni deragliavano, gli aeroplani precipitavano, i cani mordevano: quest'anno abbiamo avuto la siccità, un tema che ha annientato al contrario le nostre giornate visto che la tensione sulla guerra di Ucraina era calata per la stanchezza del pubblico. Ora dagli col gas.

Credo tutti abbiano compreso che la scelta della Unione europea di utilizzare come prezzo di riferimento per il gas quello derivante dalle contrattazioni alla borsa di Amsterdam sottoponga tutti noi poveri mortali (escludo quelli che navigano nell'oro) alle follie della speculazione. Con le discussioni sulla ricerca di nuovi fornitori che siano più democratici, seri ed affidabili della Russia (definire tali l'Egitto, Mozambico, Congo, Algeria mi pare un ossimoro) ringraziando gli Stati Uniti che ci metteranno a disposizione il loro gas metano -che compirà una traversata oceanica congelato per giungere qui da noi- pagandolo 10 volte il costo sul territorio americano oltre tutta un'altra serie di amenità che evito per rispetto della vostra ulcera.

Magari è capitato di sentir parlare di trattamenti di favore, bonus come va di moda dire, a favore dei cittadini più fragili comprendendo quelli con problemi di salute e quelli con un reddito bassissimo. Scelta conseguente ai criteri fondanti la nostra Repubblica per cui la collettività più benestante si fa carico in maggiore misura delle imposte con le quali fare una serie di trattamenti fiscali per i meno fortunati.

Sicuramente il criterio di misurazione della sfortuna non è facile in Italia: quotidianamente emergono casi di individui che percepiscono indebitamente reddito di cittadinanza, pensioni di invalidità e altri contributi economici senza che i controlli abbiano la minima efficacia e dove spesso la valutazione di invalidità e disabilità viene effettuata in maniera truffaldina nelle concessioni. O superficiale nei respingimenti.

Io ho la ventura di rientrare nei primi e senza annoiarvi vi invito a fidarvi: una persona disabile spende in consumi per utenze più di una persona normale; al pari degli anziani soffre il freddo, i tempi di esecuzione delle varie attività quotidiane sono più lunghi con ricadute negative sui consumi che aumentano (fare la doccia o la luce accesa più a lungo), contemporaneamente le disponibilità finanziarie tracollano perché i redditi sono più bassi e le spese necessarie tante e elevate.

Recentemente sentito parlare di bonus energia per le famiglie in stato di disagio fisico o economico.

Siamo a cavallo, potreste pensare. Una cippa, anzi questa bella cippa.

Non sia mai che il gas costa meno per una persona che sta molto attenta ai consumi, serve mungerla, chi lo spreca non venga penalizzato per il costo: basta pensare alle caratteristiche di molte unità immobiliari destinate al pubblico dove privati piuttosto che istituzioni fanno la gara a volumi, cubature, km quadrati coperti da riscaldare e illuminare. Si arrangiano tutti per scaricare una parte di questo costo sulla tariffa, a scapito di quelli che invece stanno attenti ai consumi oppure hanno necessità (indiscutibili) di molta energia, più degli altri. Cittadini energivori, che nulla c'entrano con le imprese energivore per cui lo Stato si frugherà in tasca caricandone il costo su tutti noi, per produrre beni e servizi che potrebbero tranquillamente costare il doppio essendo destinati a persone abbienti.

Non temete, le cose vanno come da decenni siamo abituati: il bonus per disagio fisico riguarda soltanto chi ha macchinari salvavita attaccati alla propria utenza elettrica. C’è una lista di macchinari il cui uso permette la richiesta di bonus, fra questi macchinari il “polmone d’acciaio”; ma anche i ventilatori polmonari con oltre 500 kW annui -consumo da grande frigorifero- o pulsossimetri, per cui si indica 1,8 kWh a consumo annuo -come luce stand.by delle tv; macchinetta che si attacca al dito indice e che legge il ritmo cardiaco e la ossigenazione (diventata di uso comune con il Covid). Non sono un tecnico, ma credo che fra questi due macchinari esista un abisso in termini di pericolo di vita. Ma evidentemente così non è perché si prevede che entrambi portino al rimborso della stessa cifra, tenetevi forte, inferiore agli 85 € annui.

Anche se li utilizzate entrambi sempre 85 € vi rendono.

Un familiare di malato di sla ha detto: l’ultima bolletta della luce è stata di 2.500 euro, non possiamo certo risparmiare su quello: Paolo è attaccato ai macchinari h24. Ci sono il respiratore, l’aspiratore, il computer, la pompa per l’alimentazione.

E gli rendono fra 320 e 1.000 euro all’anno. Famiglie che si impegnano a seguire un malato grave a casa, liberando posti in ospedale, devono sopportare spese assurde. Pur producendo sfilza di certificazioni ed attestazioni Usl che per altri ben più sostanziosi incentivi sono in autocertificazione.

Maledetti, l’inferno è poco.

Alessandro Ruzzi
© Riproduzione riservata
05/09/2022 18:18:47

Alessandro Ruzzi

Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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