L’ambiente non aspetta
Il riscaldamento delle acque superficiali è ormai un dato accertato e ineluttabile
Una recentissima ricerca del Cnr ha rilevato la presenza nel nostro paese di circa 445 fenomeni estremi. Parliamo di uragani, cicloni, trombe d’aria che dal 1990 ad oggi sono stati (in media) più di uno al mese, con una crescita importante negli ultimi anni.
L’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) ha infatti preso in esame 32 anni di dati dal 1990 al 2021.
Ma non e’ tutto. In relazione a questo strano fenomeno c’è un altro dato che preoccupa: l’aumento della temperatura dei mari. Nelle scorse settimane, in varie aree del Mediterraneo, sono stati raggiunti picchi di quattro gradi sopra la media stagionale; sta di fatto che il riscaldamento delle acque superficiali è ormai un dato accertato e ineluttabile.
Nel mar Mediterraneo si stanno inoltre sviluppando anche i “medicaines”. Si tratterebbe di piccoli uragani che fortunatamente sono ancora a livelli di grandezza diversi rispetto ai fenomeni estremi che ogni anno si abbattono sulle coste atlantiche degli Stati Uniti.
Gli accordi di Parigi hanno fissato un tetto di riscaldamento a 1,5 gradi sopra il livello preindustriale, ma le azioni reali dei vari governi le proiettano vicino ai tre gradi di aumento.
Errori sopra errori che presto, molto presto, pagheremo molto caro.
Se per il momento la fine dello zero termico si limita a qualche momento estivo, lentamente il caldo allargherà il suo spazio a spese dei ghiacciai che alimentano i nostri fiumi e dunque anche le nostre tavole. Non dimentichiamo che l’ambiente non può più aspettare, e che dobbiamo occuparcene al più presto.
Monia Mariani
Appassionata di scrittura e narrativa e, da sempre, interessata a tematiche sociali. Ha finora pubblicato tre romanzi biografici. Il Maestro (2008), ispirato alla vita del biturgense Gino Tarducci, La Leggenda di Zillone (2010) autobiografia dell’ex pugile professionista Pietro Besi, e La Tortuga (2013) ispirato alla vita del fiorentino Giacomo Papini, cercatore di diamanti in Venezuela. Sta lavorando ad altre storie da raccontare.
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