Opinionisti Marco Cestelli

Dei piccioni e la democrazia

Nessun riferimento a fatti reali, è solo una riflessione

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C’era una volta una cittadina con un importante centro storico. Molti piccioni vi abitavano creando aree sporchissime di sterco. Il comune decise di intervenire e attraverso dissuasori e macchine apposite di pulizia tentò di arginare il problema. Ma tutto questo costava alla comunità e non risolveva il problema se non per un breve periodo. Allora il sindaco chiamò alcuni cittadini, sensibili al problema, per discutere assieme e trovare una soluzione permanente.
Sindaco: il problema è molto sentito in città, io sono disposto a spendere per pulire le strade del centro una volta al mese e a mettere dissuasori
Ambientalista: ma i dissuasori sono quei chiodi che disturbano i piccioni e quindi lì non possono sostare?
Sindaco: si, sono strisce metalliche con spilloni a V
Ambientalista: ma così si possono ferire, si limita il loro habitat
Abitante del centro storico: habitat un cavolo, è il mio habitat, io ci vivo e inzozzano dappertutto.
Ambientalista: ma chi ce l’ha portati i piccioni? E’ stata una loro scelta vivere nel centro?
Sindaco: mi risulta che siano sopravvissuti al tempo del “tiro al piccione” che c’era una volta.
Ambientalista: ecco, è la scellerata ed egoistica scelta di maniaci del fucile. Ora vi tenete i poveri volatili
Abitante: ma tu sei scemo o ci fai? Leggi qui: nelle aree urbane, nei centri storici creano grossi problemi di ordine igienico, con disseminazione di escrementi ed agenti patogeni. Il piccione è portatore di circa 60 malattie, alcune delle quali mortali, contagiose per l’uomo e per gli animali domestici. Tra le più comuni e pericolose: Salmonellosi, Candidosi, Coccidiosi, Encefalite, Tubercolosi, ecc. Gli agenti patogeni di queste malattie vengono trovati negli escrementi dei piccioni. 
Ambientalista: fammi un nome, anzi un solo esempio di persona morta o malata per colpa dei piccioni.
Abitante: senti bene, fai quello che vuoi ma i piccioni sporcano, riempiono le soffitte abbandonate, nidificano e si moltiplicano. Quindi costano di pulizia delle strade, per i dissuasori, per la pulizia delle auto; almeno introduciamo corvi e falchi.
Ambientalista: ma che discorsi sono? Pensi che questi rimarrebbero nel centro a mangiare le uova e i piccoli dei piccioni? Non è mica una voliera! E poi sarebbe una crudeltà ulteriore.
Abitante: allora diffondiamo del mangime con anticoncezionale. Non so come funziona ma so che esiste questa possibilità.
Ambientalista: sono sempre veleni, è sempre un modo per forzare la natura. Ma perché non ci mettiamo l’anima in pace e accettiamo di convivere con i piccioni? Non vi piacciono? E se fossero state delle tenere tortorelle li avreste sopportati meglio?
Abitante: è qui che ti volevo, mettiamo veleno per i topi e gli scarafaggi e non dice niente nessuno, anche per le zanzare e tutti tacciono. Voi animalisti siete talmente ipocriti che praticamente ne fate una questione estetica.
Il sindaco, ascoltato le motivazioni dei suoi interlocutori, capì che non c’erano soluzioni. Chi per un verso e chi per l’altro avevano tutti ragione e anche se in democrazia le opinioni si “contano” sapeva benissimo che “nel politicamente corretto, si pesano”. Pertanto si continuò a pagare l’idro pulitrice passando il problema alla prossima polemica o alle prossime amministrazioni.

Fine.
(PS: non c’è nessun riferimento a fatti reali, è solo una riflessione su quanto sia complicato risolvere anche problemi semplici, ma polemicamente divisivi, in una comunità democratica) 

Marco Cestelli
© Riproduzione riservata
23/05/2022 16:47:44

Marco Cestelli

MARCO CESTELLI: Persona molto conosciuta a Sansepolcro, studi economici e commerciali a Milano, manager e imprenditore, scrittore, conferenziere e comunicatore, ha viaggiato in molte parti del mondo, ha sperimentato innovazioni e il valore della cultura. Legatissimo alla sua terra ama l’arte e la storia, la geopolitica e la cultura europea. Sa di non sapere mai abbastanza.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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