Rubrica Lettere alla Redazione

“Maastricht” in Valtiberina

L’Europa necessita di solidi fondamenti e coinvolgimenti per essere una vera “casa comune”

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Si ricordano in questi giorni, in più sedi, i 30 anni del trattato di Maastricht, in una stagione politica in cui l’Europa torna prepotentemente, per vari motivi, al centro di un dibattito dalle variegate opinioni. Ma il pensiero dei “padri fondatori”, resta il filone positivo per la pace, la distensione tra i popoli, il senso di una grande comunità di appartenenza, che la storia ha sostanzialmente creato.

Maastricht fu un passo avanti notevole per la costruzione dell’Europa   e per una moneta unica vista come uno strumento comprimario di unità. I più solerti si accorsero presto che Maastricht non bastava, che occorreva andare oltre e presto.

I problemi in campo – politici, economici, strategici, culturali, educativi - trovarono in Valtiberina una vasta eco e fu grande e innovativa la risposta. Il 5 dicembre 1994 fu celebrato un convegno, presso il Collegio “Regina Elena”, promosso dall’allora attivo Distretto Scolastico n.30, dal “Circolo Verso l’Europa” e dal compianto suo presidente Donato Palarchi e dalla Comunità Montana.

Riassumere i lavori sarebbe oneroso ma sono attualissimi certi aspetti.

“Non so se lo scopo fu raggiunto - scriveva il presidente del Distretto Scolastico Francesco Testerini nel “Quaderno”: Maastricht non basta più”, che raccolse alcuni aspetti dell’intensa giornata, ma una cosa è certa: per un giorno si parlò della Valtiberina come identità unica, valorizzando e ricercando ciò che unisce pur nella diversità dei vari “campanili”, come cultura, arte, turismo, ambiente. “Ci apparve subito - scriveva ancora Testerini – che era fondamentale “portare all’attenzione di una più vasta platea la Valtiberina Toscana – considerata terra di confine, di frontiera e molte volte dimenticata - alla attenzione nazionale ed europea usando uno strumento quantomeno sottoutilizzato: la scuola, i giovani”.

Al convegno parteciparono personalità, coinvolte negli organismi europei: dal’On. Renzo Imbeni, Vicepresidente del Parlamento Europeo, a Giovanni Salimbeni, all’On. Stefania Fuscagni e alla giovane On. Luisa Todini, deputata al Parlamento Europeo. Il Sen. A.Fanfani inviò un denso  saluto, ricordando il suo impegno per  l’Europa, il  suo consenso convinto tra coloro che il 17 settembre 1992 avevano dato l’assenso per l’Italia alla ratifica del trattato, appunto,  di Maastricht: “Tappa rilevante nel lungo  cammino verso l’auspicata libera Unione degli Stati e dei popoli  d’Europa”.

Ma l’aspetto che si rivelò particolarmente centrato e innovativo, e con lo sguardo al futuro, fu il coinvolgimento dei giovani, attraverso un concorso per le scuole. Una partecipazione numerosa, proposte e argomenti che trasudavano consenso, fiducia, audaci percorsi formativi e partecipativi. La scuola, insomma, era viva e i giovani erano coinvolti nell’immaginare e nel costruire un “futuro europeo”, tra popoli affratellati e Stati che si univano nel segno della pace e del progresso condivisi. Non solo allargamento dell’Europa come zona di libero scambio ma come effettiva unione di popoli e Stati.

Temi anche oggi attualissimi: “L’Europa deve disegnarsi un volto nuovo – si discuteva allora – in vista delle maggiori prospettive di intesa economica che si delineano con i paesi emergenti dell’area Pacifica, i NIC (New Industrialized Countries). E testimonianza di ciò era anche una visita dell’On. Lamberto Dini in Asia, in qualità di Rappresentante Europeo: “Acquistando questo potere politico - si dichiarava nelle conclusioni - la CE si pone sul piano internazionale come un interlocutore fra le grandi potenze egemoniche (USA e Russia). Non c’è nulla di più attuale.

Era un lungo cammino da fare e i giovani delle scuole valtiberine vi parteciparono numerosi. Vinsero il concorso gli studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale “Fra Luca  Pacioli” di Sansepolcro, con un lavoro di gruppo - Serena Falaschi, Valentina Olivieri, Federica Faletti, Miriam Pernici, Roberto Rossi, Angela Vanni - a  dimostrazione  che nel progetto per l’ Europa”, “avvicinare i giovani all’Europa è fondamentale – commentava appunto l’On. Todini -  e quindi le  scuole, le università, le regioni, devono avere una finestra in Europa: all’interno di ciascuna istituzione deve esserci l’organo informativo sull’Europa, e addirittura un testo di studio sull’educazione all’UE: questo è il nostro presente e  soprattutto il nostro futuro”.

Strada ne è stata fatta ma l’Europa - a trent’anni dal trattato di Maastricht - ancora ha bisogno di solidi, convinti fondamenti e coinvolgimenti per essere una vera “casa comune”.

Giancarlo Renzi

Redazione
© Riproduzione riservata
10/02/2022 17:57:15


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