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Mondo Politica: intervista a Federico Cavalli assessore al Comune di Pieve Santo Stefano

Il prototipo numero uno fra i giovani pievani impegnati a livello politico-amministrativo

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È stato eletto consigliere comunale nel 2014, quando ancora non aveva compiuto 20 anni. Una legislatura sugli scranni consiliari di Pieve Santo Stefano, poi la rielezione nel 2019 all’interno di “Insieme per Pieve”, il gruppo di maggioranza e la delega a bilancio e ambiente, pur conservando lo status di consigliere. Federico Cavalli, oggi 27enne, è sicuramente il prototipo numero uno fra i giovani pievani impegnati a livello politico-amministrativo. Laureato in Economia, svolge la professione di consulente e dal 2014 siede anche nel consiglio della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale.

Quanto sono stati importanti e formativi i primi cinque anni di esperienza nel “semplice” ruolo di consigliere comunale?

“Sono stati fondamentali per la mia formazione sia politica che soprattutto personale. Mi hanno permesso di acquisire nuove conoscenze, di entrare nei meccanismi dell'amministrazione, di capire quali siano le priorità e come si formano le decisioni. Ringrazierò sempre per la fiducia e il supporto costante sia l'ex sindaco, l’ingegner Albano Bragagni, sia l'attuale Sindaco Claudio Marcelli. Anche solo stare al loro fianco ed osservarne comportamenti e decisioni, è un privilegio veramente per pochi”.

Essere consigliere delegato significa di fatto ricoprire il ruolo di assessore, specie se la materia di competenza è il bilancio. Pur trattandosi di un Comune di 3500 abitanti, quante implicazioni comporta la formazione di un bilancio?

“Il bilancio comunale è la carta di identità del Comune, dal quale si comprendono molteplici cose: su tutte, la capacità di riscossione e quella di investimento e spesa. È sempre più complesso riuscire a costruire un bilancio equilibrato, considerando che le risorse a disposizione dei Comuni sono sempre meno ed allo stesso tempo i servizi da erogare sono sempre gli stessi, se non crescenti. Nonostante questo, negli ultimi dieci anni quello di Pieve è diventato un bilancio solido, equilibrato e forte, permettendo di fare sia diversi interventi urbanistici, sia di continuare ad erogare servizi di eccellenza, come ad esempio quello della nostra rsa”.

Lei ha anche la delega all’ambiente, molto più delicata di quanto si possa immaginare. In quale maniera intende svolgere questo mandato, trattandosi peraltro di una realtà nella quale la tradizione forestale è un punto forte?

“La parte più delicata e impegnativa di questa delega è quella legata a tutto ciò che concerne il ciclo dei rifiuti. Dovremo concentrare parte degli sforzi nel cercare di contrastare le politiche nazionali e regionali che stanno riducendo la capacità di incidere dei Comuni, a svantaggio sia della loro autonomia decisionale sia dei cittadini degli stessi, con costi crescenti a fronte di servizi di qualità non sempre soddisfacente. Per il resto, il rapporto di Pieve con la natura è sancito dalla sua totale immersione nel verde e dell’infinità di sentieri che la circondano e che si possono percorrere (a piedi, in bici e a cavallo). Un obiettivo centrale che ci dobbiamo porre come comunità nei prossimi anni sarà – e lo è fin da subito - quello di valorizzarli sempre più in chiave turistica ed attrattiva”.

Quali obiettivi si pone con le due deleghe in questo 2021 ancora pesantemente condizionato dal Covid-19?

“In primo luogo, con le risorse provenienti dalle Aree Interne abbiamo pubblicato ad inizio anno un bando da circa 50mila euro per sostenere le attività produttive sulla base della loro perdita di fatturato fra 2019 e 2020. Non sono moltissimi soldi, a fronte di una perdita di fatturato delle varie attività produttive di più di due milioni di euro complessivi. Speriamo che siano comunque un piccolo supporto gradito. In una situazione così difficile, dovremo lavorare in questa direzione, cercando di capire da una parte come poter sostenere le nostre attività - ad esempio con degli interventi su Tari e occupazione del suolo pubblico - e dall'altra iniziando a pensare e progettare la ripartenza”.

Esiste a Pieve Santo Stefano una leva di giovani intenzionati a dedicarsi alla politica, o comunque a impegnarsi in favore della comunità?

“Non è facile avvicinarsi alla politica per un giovane ed è anche sempre più difficile appassionarsi alla stessa perché, soprattutto a livello comunale, i problemi da risolvere e da affrontare sono crescenti. Tuttavia, devo dire che a Pieve alle ultime elezioni vi erano molti giovani che si sono candidati: alcuni sono stati eletti e qualcuno di essi ha già assunto anche la carica di assessore. La lista “Insieme per Pieve”, della quale faccio parte, è un esempio della capacità di apportare un graduale ricambio generazionale, grazie ad un costante investimento sui giovani sia di Bragagni che di Marcelli. Questo grazie anche al fatto che Pieve è ricca di giovani con grandi capacità, potenzialità, con voglia di impegnarsi, alcuni molti attivi nella vita associativa e paesana”.

Dapprima consigliere, ora consigliere delegato: e poi, Federico Cavalli ha voglia di proseguire il suo percorso, compatibilmente con gli impegni professionali?

“Sono abituato a non pensare troppo a lungo termine perché molto spesso si fanno mille progetti che cadono dopo un minuto. Il grado delle mie possibili ambizioni è direttamente proporzionale alla percezione della mia utilità a dare concrete e positive risposte ai bisogni della comunità pievana. Attualmente, l'obiettivo principale è quello di continuare ad acquisire nuove conoscenze per arricchire le mie competenze e metterle a disposizione del mio paese. Per il futuro, se riterrò che il mio contributo e la mia persona siano ancora utili a migliorare Pieve e soprattutto se i pievani riterranno di dovermi dare ancora fiducia e di ritenermi adeguato a rappresentarli, io sarò sempre disponibile a servire il mio Comune. Per me è un onore unico e inestimabile rappresentare Pieve e i miei concittadini”.

Redazione
© Riproduzione riservata
22/04/2021 10:18:46


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