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Maurizio Patti, il biturgense che esamina e forma le guide inglesi

Dalla Valtiberina all’Inghilterra
Non una persona qualunque, ma un ‘personaggio’ che di fatto si inquadra appieno nella filosofia di questa rubrica. Lui è Maurizio Patti, fratello di Fabio conosciuto per essere un noto giornalista della Valtiberina, ha 67 anni ed è nato a Cortona. Abbiamo detto proprio Cortona la patria di Luca Signorelli, Pietro Berrettini, Gino Severini e Giulia Cenci. Citando i nomi di questi artisti, infatti, balza subito all’occhio l’argomento su cui verte la professione del nostro ‘personaggio’. Maurizio Patti, poi, si è trasferito a Sansepolcro nel 1959 e si è diplomato al Liceo Scientifico biturgense; ha seguito da vicino Piero della Francesca e dalla città natale di chi ha reso la prospettiva unica, ha effettuato il salto in Friuli Venezia Giulia dove ha conseguito il diploma di interprete e traduttore con laurea a Trieste. Si è laureato poi anche a Siena in Lingue Straniere e Arti Visive. Ha vissuto in Spagna, a Madrid e Valencia e in Germania a Colonia. È poi arrivato a Londra nel 1990 ed è diventato una guida Blue Badge nel 1997. Si è laureato, per la terza volta, ma a Londra, in filosofia e teologia. Esperto d’arte alla Tate Modern, Tate Britain e National Gallery di Londra. Maurizio Patti è esaminatore e formatore di guide per l’Istitute of Tourist Guiding London. Dal 1997 ha conseguito la qualifica di guida per Londra, Somerset House, Houses of Parliament e le Cattedrali di York, Canterbury e Salisbury, oltre alla città di Cambridge. È stato anche guida per i Giochi Olimpici e Paralimpici di Londra nel 2012, ha accompagnato e guidato il Real Madrid e il Valencia Calcio a Wembley. È guida anche per il sud est e sud ovest dell’Inghilterra. Insomma, come si dice a queste latitudini ‘è tanta roba’. Grazie alla sua immensa disponibilità, gentilezza e professionalità si è prestato a far conoscere il suo percorso formativo e professionale.
Dalla Valtiberina all’Inghilterra: come è avvenuto questo passaggio?
“Di fatto è stato un percorso iniziato in Valtiberina Toscana passando per Venezia, Trieste e Siena. Lo studio della lingua e letteratura inglesi ha sviluppato poi il desiderio di vivere nella patria di William Shakespeare”.
Cosa significa insegnare agli inglesi a fare le guide nei loro musei?
“Insegnare agli inglesi la loro cultura implica molta umiltà, rispetto e – lo devo dire -un po’ di trepidazione”.
Quanto piace Piero della Francesca agli stranieri e quali sono i punti di forza di questo artista?
“La critica d’arte inglese ha contribuito significativamente a riscoprire Piero della Francesca, un pittore molto amato nel mondo anglosassone. Direi che qualunque visitatore alla National Gallery rimane incantato e affascinato dal ‘silenzio’ e la compostezza armonica dei suoi quadri”.
Ha mai pensato di tornare in Italia, mantenendo la sua professione?
“Ho il patentino di guida turistica della Regione Toscana. Mi è capitato di guidare gruppi a Sansepolcro ed Arezzo ed è davvero un onore commovente”.
Cosa consiglierebbe ai giovani che desiderano intraprendere una carriera nel settore turistico?
“Ogni lavoro implica una vocazione. Questo deve essere chiaro. Non ci si improvvisa guida. È un percorso lungo e di intenso studio. Soprattutto si deve amare e stare con l’altro. Vedo sempre una sacralità nella persona che ho davanti a me”.
Guide turistiche nel Regno Unito: c’è una tutela per la vostra professione?
“L’Institute of Tourist Guiding, rilasciando il titolo di ‘Blue Badge’, garantisce la qualità della preparazione e la professionalità della guida stessa. Ma protegge al tempo stesso anche il cliente garantendo i requisiti richiesti e la copertura assicurativa. Il percorso per ottenere ‘il patentino’ è durissimo ed è considerato come un titolo universitario”.
Hai preso il diploma nel 1977 al Liceo Piero Della Francesca di Sansepolcro. A detta di tutti sei stato uno fra gli studenti più bravi nella storia del Liceo del Borgo. Quanto hanno influito nelle tue scelte i Prof che hai avuto?
“La scuola è una piattaforma importante ma è la vita che poi giudica e mette alla prova. Ho un ricordo bello dei miei anni liceali. Ovviamente sono stato formato dai miei insegnanti che hanno suscitato in me interesse e passione per lo studio e per la vita. Ho un ricordo straordinario dei miei compagni per cui nutro un grande affetto. Anche loro hanno contribuito ad aiutarmi e farmi realizzare”.
Nella città in cui lavori, arrivano turisti da tutti gli angoli della terra: nella tua percezione di professionista, chi sono i turisti più affamati di cultura, quelli con cui ti diverti di più a fare il tuo lavoro?
“Vedo la cultura a 360 gradi, dallo sport alla gastronomia, dall’arte alla musica. Per cui tutti sono ‘affamati’. Lavorando nei musei e nelle gallerie londinesi tendo a provare una particolare soddisfazione quando posso esprimermi in quell’ambito, soprattutto con i bambini e gli studenti”.
Mentre racconti Piero ai turisti, c'è un angolo del Borgo e della Valtiberina della tua infanzia e giovinezza che, più di altri, ti salta alla memoria e ti provoca un po' di nostalgia?
“Di Sansepolcro e la Valtiberina ho tanti ricordi, forse quello che più mi tocca il cuore è proprio la veduta del Borgo nel Battesimo di Piero. Quando ritorno con pullman o auto da Anghiari l’impatto della valle proprio come è dipinta da Piero è l’abbraccio della nostra terra che mi riaccoglie a casa”.
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