Opinionisti Mariantonietta Nania

Cade la neve viene la pace l'inverno è freddo però mi piace

Le poesie che ha ispirato la neve sono innumerevoli

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Cade la neve viene la pace inverno è freddo però mi piace. (…) Roberto Piumini. Le poesie che ha ispirato la neve sono innumerevoli come i fiocchi di una nevicata, perché la neve è una di quelle creature della natura capaci di toccare l'essere umano dove è più “umano”. La ragione dice che la neve è fastidiosa, pericolosa, provoca incidenti, può isolare case e paesi, può impedire il libero movimento, inganna, nasconde, le neve pesa, bagna, gela, ghiaccia... Ma... Ma quanto è bello guardarla scendere e imbiancare il paesaggio! Quanto è bello farsi sorprendere dalla sua luce! Non importa se era prevista: sorprende sempre. E' un imprevisto che rallenta gli ingranaggi della frenetica routine, ma non è in nostro potere impedirle di venir giù: essere felici di vederla non cambierà le sorti di nessuno. In queste ultime settimane, qui nella Valle, più volte si è fatta annunciare mandando avanti tutte le condizioni necessarie per la sua venuta; l'attesa è cresciuta, condivisa degli appassionati, ma niente, non è bastato. Delusione. Poi è capitato che si affacciasse come una spolverata di zucchero a velo in un momento in cui non era neanche prevista, ma non ha fatto che farcene aumentare la voglia. Ma perché la neve ha questo effetto su tante persone adulte e consapevoli delle sue insidie? Perché va a toccare proprio il tasto che risveglia il bambino che custodiscono in sé. I bambini non hanno mai freddo, non guidano, non si preoccupano di scivolare, di infradiciarsi scarpe e vestiti, di riempirsi la bocca di roba di dubbia pulizia, di buttarsi sul candido strato dimenticando ciò che c'era sotto. I bambini si lasciano affascinare dalla luce, dal nuovo, dal gioco. (…) la neve è zucchero per le avventure. Bianco è il silenzio della spianata è un fiore rosso la mia risata. Scrive Roberto Piumini, e sembra di vederla, mentre sboccia vermiglia, una risata di gioia nel silenzioso bianco della spianata. Siamo soliti ridere di gioia per le cose del quotidiano? No. Scivolare con uno slittino, fare a pallate, ci fa ridere. Ne abbiamo bisogno. E facciamo pupazzi di neve. Cerchiamo rametti, berretti e carote: è irresistibile. La mangiamo; nei bicchieri o dalle mani. Incidiamo disegni e scritte come si fa sulla sabbia del bagnasciuga. E mentre cade tiriamo fuori la lingua per intercettare il pizzico freddo di qualche fiocco. Se nevica a casa nostra non è come quando la neve si va a trovare in montagna per sciare e viverla dov'è solita essere. Quando sono siepi, muretti e alberi intorno a casa nostra a coprirsi di neve, i campanili e i vicoli del centro, le nostre strade che non si distinguono più dai marciapiedi e i prati dal cemento, allora è quella la magia. Quando in casa entra la sua luce bianca dalle finestre ricamate di fiocchi e cristallini sui vetri, quando avverti un silenzio morbido che di solito non c'è, allora avverti la magia, il mondo nuovo poggiato sul vecchio, la parentesi indefinita che nessuno decide e nessuno impedisce. A volte abbiamo bisogno di sentirci piccoli e impotenti, ricordarci che non abbiamo potere su tutto, e che si può rallentare, ci si può incantare. In un'altra poesia il solito Piumini scrive: (...) Bianca meraviglia muta che si guarda con stupore, luce in terra ricaduta che ti fa battere il cuore. Tornare bambini ci fa battere il cuore e una volta tanto non è lo stress, non sono le ansie quotidiane, ma è “il fiore rosso” della gioia, la “bianca meraviglia” dello stupore. Ben venga!

Mariantonietta Nania
© Riproduzione riservata
17/02/2021 06:08:22

Mariantonietta Nania

MARIANATONIETTA NANIA: Nata a Napoli nel 1970, vive da sempre tra Umbria e Toscana. Dopo la laurea in Pedagogia, una borsa di studio in Psicologia Sociale l’ha portata come ricercatrice in Egitto alla scoperta delle fiabe arabe. Al Cairo ha trascorso quasi tre importantissimi anni, anche insegnando al Liceo Scientifico internazionale italiano Leonardo da Vinci. Ha vissuto e lavorato a Roma e Palermo per stabilirsi poi a Sansepolcro (AR) e tornare all’insegnamento, ma nella Scuola Primaria. Ama viaggiare, leggere, scrivere, far foto, dipingere e cantare.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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