L’edicolante Marzocchi

Un edicola affogata nel crocicchio di Porta Buia
La sua edicola, affogata nel crocicchio di Porta Buia, è come quelle con le Madonnine che confortano e agghindano il nostro centro storico.
L’edicolante Marzocchi
Il capello oramai brizzolato dai pensieri e riccelo come il legno piallato, l’occhio profondo sotto ‘n sopracciglio alto e cisposo a l’indoeuropea, la bocca a esse ch’ogni tanto si schiude ‘n un sorriso a denti stretti, basta guardallo e ti convinci ch’è ‘mparentato co’ l’etruschi. La su’ edicola è assediata com’Arezzo dopo Campaldino e ogni tanto, storica com’è, ci va a comprare ‘l giornale anch’Ippolita de l’Azzi. Infilata ‘n un crocicchio tra Porta Buia, via Del Lungo. che poi è la più corta di tutta ‘Rezzo, e via Garibaldi ch’un tempo era la via Sacra, lungo la quale l’edicole devono avere una Madonnina dentro e, invece c’è ‘l Marzocchi, è un po’ com’i nostri monumenti, che non li vedi se unn’ce vai a sbattare ‘lmuso. Oramai è diventato ‘n edicolante storico come ‘l chiostro delle magistrali, che sta propio di fronte a la su’edicola. Praticamente, in zona, l’unico giornale che si compra è l’Osservatore Romano, ma ‘n compenso tutte le copie di quel Foglio osservante, a’Rezzo le vende lui. E decatti che l’edicola glie l’hanno fatta apoggiare per terra, sennò gli toccava anche mettere l’ali, come l’angioletti. La su’ mamma veniva tutt’i giorni a l’ufficio stampa del Comune in cima a via Cesalpino, perché faceva come Maometto: siccome i giornali non andavano alla montagna, ciandava lei ‘nbiciletta. Il Marzocchi, invece, sta piantato nel su’cantone, ‘n una postazione strategica ‘n do’ tutt’i giorni, quando sona la campanella e’escono le schole, c’è la rievocazione di Caporetto. Avevano anche ‘ntitolato la piazza attigua al generale Cadorna, ma poi è arivato il Beppe e è diventa la sua. Quando c’era ‘l Ducci almeno il su’ babbo vendeva Tiramolla, Topolino, Tex, capitan Miki, l’omo Mascherato e Black Macigno a quelli de’la Cesalpino e Liala a quelle delle magistrali. Oggi ,‘nvece va de moda l’unisex e anche l’Marzocchi un sa più che peci pigliare. E meno male che, de là dalla via Sacra, c’è ancora il bar delle Sbarbacipolle che se son date a l’arte, ‘n do ogni tanto va a prendere ‘na boccata d’aria, sennò a quest’ora si sarebbe fatto frate. Però, a forza di star rinchiuso ne la su’ edicola, i suoi ricceli sono diventati come quelli della Gorgone, ch’aveva ‘l capo pieno de serpenti tutt’agrovigliati e, per fasse ‘no sciampo, ora al Marzocchi gli tocca andare ‘n India, perché ce vole ‘n fachiro!

Giorgio Ciofini
Giorgio Ciofini è un giornalista laureato in lettere e filosofia, ha collaborato con Teletruria, la Nazione e il Corriere di Arezzo, è stato direttore della Biblioteca e del Museo dell'Accademia Etrusca di Cortona e della Biblioteca Città di Arezzo. E' stato direttore responsabile di varie riviste con carattere culturale, politico e sportivo. Ha pubblicato il Can da l'Agli, il Can di Betto e il Can de’ Svizzeri, in collaborazione con Vittorio Beoni, la Nostra Giostra e il Palio dell'Assunto.
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