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Quattro chiacchiere con Francesco Ferruzzi, titolare di Bike Works a Sansepolcro

"Il lockdown ha creato una grande voglia di bicicletta"
Un grande appassionato della bicicletta, oltre che un operatore del settore. Francesco Ferruzzi, biturgense, è il titolare di Bike Works, che da oltre due anni si occupa di vendita, assistenza, riparazione e noleggio di biciclette di quasi tipo, con la sede in via Divisione Garibaldi, cuore della zona industriale di Santafiora a Sansepolcro. Interessanti le due dichiarazioni relative al periodo dell’emergenza e della post emergenza Covid-19.
Ferruzzi, quale strano effetto ha esercitato il lockdown in una attività come la sua?
“L’impatto iniziale è stato forte, per non dire drammatico. Non potendo fare nulla, a causa della chiusura totale decretata da metà marzo e per tutto aprile, il mondo più complessivo della bici ha subito un brusco arresto, che però si è tradotto successivamente in una grande voglia, quasi come se la chiusura avesse generato un desiderio represso. Dal 4 di maggio, allora, è stato un boom vero e proprio: la gente non ne poteva più e voleva uscire a tutti i costi; ciò ha fatto riscoprire insieme anche l’importanza della bicicletta, di qualsiasi tipologia essa sia e senza distinzione nemmeno di età”.
Uno stimolo forte anche ora, oppure è stato un fuoco di paglia iniziale?
“Non è stato un fenomeno momentaneo, perché il piacere di passeggiare in bici e di sentirsi liberi è visto tuttora come una grande (ri)conquista. Pedalare significa stare a contatto con la natura e uscire in compagnia. Non è un caso che proprio in questo periodo si siano formati nuovi gruppi di persone, appassionati delle due ruote a pedale. Di conseguenza, la mole di lavoro è subito aumentata per me, specie a livello di assistenza”.
Si parla di incentivi per chi acquista bici elettriche. A che punto siamo?
“Il decreto amministrativo c’è già, manca quello attuativo. Sono descritte anche le linee guida, ma sul come fare a beneficiarne ancora non si sa nulla. Comunque sia, l’incentivo dello Stato è di fatto ottenuto per chi viene ad acquistare da Bike Works”.
Sono tanti gli appassionati della bicicletta in zona, ma esiste a suo parere una cultura vera e propria della bici, da tradurre in chiave anche turistica?
“La scarsità di infrastrutture – e mi riferisco ovviamente alle piste ciclabili – porta a concludere che questa cultura non sia poi ancora radicata come si pensi e come dovrebbe. Per esempio, il tratto che va da Santafiora a Sansepolcro è molto pericoloso proprio per l’assenza di una ciclopedonale; meno male che nel secondo ponte sul Tevere, quello che andranno presto a costruire, è previsto un attraversamento ciclabile e ottimo anche il progetto della pista che verrà ricavata sulla vecchia ferrovia dell’Appenino, quella che collegherà Anghiari, Sansepolcro e Monterchi. Al proposito, nutro seri dubbi che venga ripristinata la tratta ferroviaria della ex Fcu da Sansepolcro a Città di Castello, per cui dico: se l’intenzione fosse quella di non far più circolare i treni, che si realizzi anche qui una ciclabile fra i due centri, efficace oltretutto anche per liberare le bici dalle strade in cui viaggiano auto e camion”.
Preoccupato per un possibile ritorno del virus?
“Sono sincero: no. Sento dire che a settembre e in autunno dovremo di nuovo prepararci, ma mancano un paio di mesi e non possiamo prevedere cosa succederà, anche perché ultimamente il mondo corre a velocità sostenuta e quindi anche i cambiamenti sono più rapidi. L’unico accorgimento che ci può dare una bella mano e quello di portarsi appresso la mascherina, ma soprattutto di rispettare il distanziamento sociale”.
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