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Quattro chiacchiere con Alessandro Roselli socio dell'officina Tevere Trucks di Sansepolcro

"Un eventuale ritorno del Covid-19 ci troverà più preparati: non ci coglierà di sorpresa"

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Una lunga esperienza come meccanico, acquisita lavorando in importanti aziende della città. Poi nel 2004, assieme ai soci Nedo Bernardini e Stefano D’Orazio (biturgensi doc come lui), Alessandro Roselli ha dato vita alla Tevere Trucks, officina specializzata in origine per i veicoli industriali e con il tempo estesa ad auto, autotreni e al segmento più in generale delle quattro ruote. Un’officina con sede in via Malpasso, nella zona industriale Alto Tevere di Sansepolcro, che possiede una dotazione di prim’ordine per assistenza e servizi tecnici, completata dalla valida competenza professionale dei tre soci e dei due dipendenti. Finita la parentesi dell’emergenza, la Tevere Trucks si è rimessa in marcia alla sua maniera.

Roselli, durante il lockdown siete rimasti aperti, ma quali conseguenze ha subito la vostra mole di lavoro?

“In termini di numeri, il calo di fatturato è stato pari alla metà. D’altronde, eravamo aperti perché l’apposito codice ci classifica come attività essenziale; il lavoro è venuto a mancare nei mesi di marzo e aprile con i privati, limitandosi all’assistenza ai camion delle ditte alimentari. Gli stessi orari di lavoro erano stati conseguentemente ridotti, con i due dipendenti in cassa integrazione per un paio di mesi”.

Con la riapertura di maggio, la musica è cambiata per voi?

“Sì, perché in automatico è ripartito tutto e anche i due dipendenti hanno ripreso regolarmente il loro posto. Diciamo che, per fortuna, sul piano lavorativo la normalità è praticamente tornata: siamo infatti molto vicini ai livelli di prima e il “da fare” non ci manca, ma questo grazie anche agli investimenti che abbiamo sostenuto (vedi in particolare la diagnostica) e che ci permettono di rispondere a 360 gradi a ogni esigenza dei clienti che viaggiano sulle quattro ruote”.

Quali sono i protocolli che un’azienda come la vostra deve rispettare?

“Le disposizioni anti Covid-19 ci impongono il posizionamento del dispenser con il gel igienizzante all’ingresso, l’uso della mascherina e il distanziamento, che però da noi avviene in forma naturale, stando alle mansioni giornaliere che svolgiamo e alla disposizione dei macchinari. Mettiamoci poi lo strumento per la misurazione della nostra temperatura e il termoscanner che abbiamo acquistato, oltre all’operazione di sanificazione, che viene eseguita due volte al giorno. Sommando tutto, si tratta comunque di “voci” che aumentano i costi aziendali”.

È fresca la firma del contratto in base al quale molto presto (già durante questo mese di luglio) prenderanno il via i lavori di realizzazione del secondo ponte sul Tevere. Voi vi trovate proprio lungo la direttrice del ponte; cosa potrà significare anche per la Tevere Trucks una migliore comodità nei collegamenti viari?

“E’ senza dubbio un’infrastruttura importante e nella scelta dell’ubicazione del nostro capannone abbiamo ragionato anche in prospettiva; magari – questo sì – quando sedici anni fa siamo partiti pensavamo che la zona industriale potesse svilupparsi con un vigore maggiore, invece il ritmo di crescita è stato più lento. Il secondo ponte va benissimo, a patto che vi sia una viabilità più funzionale sul versante della città (mi riferisco alla circonvallazione di via Bartolomeo della Gatta e ai suoi sbocchi) e che qui dalla parte nostra la scorrevolezza del traffico non venga penalizzata soprattutto nelle prime ore della giornata, quando proprio nella realtà accanto alla nostra vi sono gli autotreni in fila per le operazioni di carico”.

È preoccupato per un possibile ritorno del virus in autunno?

“Ne stanno dicendo tante su ciò che è stato e su ciò che potrà essere di qui a pochi mesi. Sono per natura una persona ottimista e fiduciosa, per cui ritengo che i medicinali e il vaccino non tarderanno ad arrivare. E poi, anche un eventuale ritorno ci troverà tutti più preparati: non ci coglierà di sorpresa, come avvenuto in febbraio. Al momento, occorre agire con intelligenza e recuperare porzioni sempre maggiori di normalità. Lo stesso settore dell’autotrasporto sta faticando più di quanto si possa immaginare: non tutti sono ripartiti alla stessa maniera e adesso c’è chi viaggia persino un solo giorno alla settimana. Contribuiamo anche noi all’’uscita da questa parentesi: un altro lockdown non ce lo possiamo assolutamente permettere”.   

Redazione
© Riproduzione riservata
02/07/2020 10:28:58


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