Sono troppe le micro plastiche che ingoiamo
Il 90% delle micro-plastiche deriva dall’acqua che beviamo
Ognuno di noi ingerisce in media cinque grammi di micro-plastiche al giorno:l’equivalente di una carta di credito a settimana. In un anno, fanno quasi 250 grammi, ad affermarlo l’ultimo report del WWF in una ricerca svolta con l’Università di Newcastle Australia.
Ma da dove derivano?
Il 90% delle micro-plastiche deriva dall’acqua che beviamo, imbottigliata o meno. Il rimanente 10% dai molluschi, dalla birra e dal sale. Gli effetti negativi sulla salute sono i più svariati. Alcuni tipi di plastica portano additivi e sostanze chimiche che è dimostrato aumentano mutazioni genetiche e cancro, mentre l’inalazione di fibre plastiche danneggia l’apparato respiratorio.
Quante cose di plastica usiamo nelle nostre case e fuori?
Tantissime, troppe.
Il mondo si concentra tanto sui temi sociali, e si dimentica a volte completamente di quelli ambientali.
Sarà quasi certamente, come indicato da molti autorevoli economisti, l’economia circolare che cambierà il mondo. Le multinazionali e le aziende in generale stanno capendo infatti che risparmio e riciclo non sono solo ‘responsabilità sociale’, ma risparmio, vantaggio competitivo, reputazione, business.
Tra i tantissimi esempi la Levi’s, che dopo le forti pressioni ambientaliste, da diversi anni nella produzione ha ridotto di centinaia di milioni di litri il consumo d’acqua e utilizza il 10% di fibre riciclate per i suoi jeans. Un bell’esempio.
Monia Mariani
Appassionata di scrittura e narrativa e, da sempre, interessata a tematiche sociali. Ha finora pubblicato tre romanzi biografici. Il Maestro (2008), ispirato alla vita del biturgense Gino Tarducci, La Leggenda di Zillone (2010) autobiografia dell’ex pugile professionista Pietro Besi, e La Tortuga (2013) ispirato alla vita del fiorentino Giacomo Papini, cercatore di diamanti in Venezuela. Sta lavorando ad altre storie da raccontare.
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