Opinionisti Giorgio Ciofini

Il Coda

Con i suoi barocci contribui alla ricostruzione d Arezzo dopo la guerra

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Contribuì a rifare Arezzo dopo l’ultima guerra con i suoi barocci, trasportando dalle cave di Quarata la rena con cui si ricostruirono le case e i sogni della gente.  

Il Coda: Quand’era appena finita la guerra e il boom edilizio ciaveva ancora qualch’anno a’rivare, tutto quel che se costruiva a’Rezzo si faceva grazie ai barocci del Pallino, ch’era ‘l Formelli senior e stava ne’la casa di Poldo al Tucciarello, ‘ndo so nato io. Il Pallino senior, giusto per distinguerlo da quello junior, che si chiama Mario e fa ‘l dottore dimolto commercialista, a que’ tempi faceva l’imprenditore a tutto campo. Da’ le carni vaccine a l’edilizia, dai polli ai trasporti, dai cuniglioli a’ le nane, niente sfuggiva alla sua esuberante iniziativa. Nel ramo trasporti ciaveva du’ barocci, ‘n par di cavalli del Bonelli e du’ guida micce, ch’andaveno e vinivono carichi di rena dalle cave di Quarata da’ la mattina alla sera. Uno dei suoi barocciai era ‘l Coda, il quale aveva un contratto da morto de fame, ma aveva preteso per sé l’unico cavallo che sapeva leggere. Bastava che pe’ la via vedesse scritto vino su ‘n insegna d’una bottega qualsiasi, che si fermava da sé. Siccome faceva almeno quattro viaggi al giorno e le mescite pe’ la via erano sett’otto, facile fare il conto dei bicchieri che ‘ngollava il Coda ‘nuna giornata di lavoro. Una volta ch’era al quarto viaggio di ritorno e era quel’ora tra ‘l lusco e il brusco in cui non è giorno ma unn’è neanche notte il su’ baroccio, fu fermato dal Bologni, il capo de’ le guardie come allora se chiamaveno i vigili urbani, propio davanti alla bottega di generi alimentari de’la Margherita in cima alla via omonima, che allora era Santa. Anche il cavallo del Coda, quella volta, si fermò malvolentieri, perch’era una sosta forzata, non avendo la Margherita il cartello con la mescita del vino. Il Bologni squadrò il cavallo del Pallino, fece ‘l giro del baroccio e constatò che non ‘l lume unn’era aceso, per cui dichiarò il Coda in contravenzione. Tuttavia, per incominciare a fare ‘l verbale, doveva conoscere le generalità del sanzionando. Il Coda, ch’a quel’ ora era briaco come ‘na staccia, si mise a berciare a tutta canna e trattò il Bologni come se, ‘nvece che il capo delle guardie, foss’un pellaio. “Lei non sa chi sono io!” – gli s’arvoltò quel’altro, come fan tutti quelli che se ritengheno ‘mportanti. “E chi saresti?” – chiese il birocciaio del Pallino stralunato.  “Io so ‘l capo…” – incominciò a dire il Bologni, gonfiando il petto d’aria de’ la sera. “Hi, e io so ‘l Coda!” – rispose l’altro, senza neanche dargli ‘l tempo di terminare la presentazione e a’poggiandosi al baroccio per restare ritto da’ lo sforzo. Fu in quel punto, che s’afacciò a l’uscio del suo negozio la Margherita. Il Bologni la vide e gli chiese chi fosse quello dal baroccio, che si permetteva di rispondergli ‘n quel modo. Nel cumbrugliume a’ la Margherita gli toccò aguzzare la vista ‘n attimino, si portò una mano a’ la fronte a mo’ dei militari quando fanno il saluto e lo riconobbe: “Quello?... ma ‘l Coda!” – sentenziò. “Te l’aivo ditto!” – disse trionfante il dipendente del Pallino. Poco ce mancò, que’ la sera, che la multa la pagasse il Bologni, reo di non aver riconosciuto il Coda, ch’Arezzo era famoso almeno quanto Michelangiolo.   

Redazione
© Riproduzione riservata
21/03/2019 09:28:07

Giorgio Ciofini

Giorgio Ciofini è un giornalista laureato in lettere e filosofia, ha collaborato con Teletruria, la Nazione e il Corriere di Arezzo, è stato direttore della Biblioteca e del Museo dell'Accademia Etrusca di Cortona e della Biblioteca Città di Arezzo. E' stato direttore responsabile di varie riviste con carattere culturale, politico e sportivo. Ha pubblicato il Can da l'Agli, il Can di Betto e il Can de’ Svizzeri, in collaborazione con Vittorio Beoni, la Nostra Giostra e il Palio dell'Assunto.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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