Dalle cene allo yoga
Il ruolo dei musei italiani messo in gioco da iniziative tutt'altro che innocue
Concerti, lezioni di yoga e perfino cene: sono queste le attività che negli ultimi tempi cominciano a prendere piede nei nostri musei italiani. Un modello di business che sembra riscuotere successo soprattutto tra chi gestisce questi luoghi che, speranzosi di aumentare gli ingressi nei propri musei, permette di svolgere queste manifestazioni all’interno di essi. Nei mesi scorsi si sono scatenate diverse polemiche riguardanti questo tipo di approccio, polemiche che tuttavia non sono servite fino in fondo a convincere l’opinione pubblica di quanto tutto questo sia sbagliato e pericoloso. Il rischio nel seguire questo modo di fare non è solo per la salvaguardia delle opere presenti all’interno dei musei ma in gioco c’è specialmente la concezione stessa che abbiamo di queste istituzioni. In Italia siamo stati i primi ad istituire questo tipo di servizio e siamo attualmente (nella carta) molto scrupolosi per quanto riguarda la tutela e la conservazione dei nostri tesori. Abbiamo ormai secoli di dibattiti alle spalle che ci hanno permesso nel corso della storia di sviluppare un sistema di leggi e regolamenti abbastanza complesso e molto dettagliato posto in difesa delle nostre risorse culturali. Ma per quanto se ne dica, e ne ho già parlato, la concezione di bene culturale ha perso molto peso nelle coscienze, non dico di tutti, ma di molti. L’arte attualmente è solamente un “giochino”. Un giochino addirittura noioso tant’è che ha bisogno per essere apprezzato di essere accompagnato a tali attività ludiche. Siamo dunque confinati in un’eterna adolescenza che in questo campo come in altri ci sta portando ad una rapida involuzione culturale.
Leonardo Tredici
Interessato fin da adolescente al mondo dell’arte si iscrive dopo il diploma ad un corso di Studi Storico-Artistici presso La Sapienza di Roma, dove si laurea nel 2015 con una tesi su Raffaellino del Colle, pittore biturgense allievo di Raffaello e stretto collaboratore del Vasari. Intenzionato ad approfondire i suoi studi prosegue la carriera universitaria a Perugia dove ha concluso una laurea magistrale in Storia dell’Arte con un elaborato riguardante alcuni aspetti dell’arte grafica tra XV e XVII secolo. Ha collaborato con diversi artisti di cui ha scritto critiche e curato esposizioni, scrive saltuariamente di arte e cultura nell’Eco del Tevere e ha maturato esperienze pratiche in diversi ambiti museali.
Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.
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