Piero e il portone
Riflessione a freddo sugli ultimi eventi di Sansepolcro
Il fine settimana prima di Pasqua è stata mostrata a tutto il mondo la nostra amata Resurrezione dopo gli interventi di restauro subiti negli ultimi tre anni. Preso dalla frenesia mi sono immediatamente precipitato al museo dotato della mia macchina fotografica per poterne meglio osservare i dettagli e non nascondo di essere rimasto stupito dall’ottimo risultato osservato. In questi anni ho avuto un certo timore perché quando si tratta di pulire un’opera così fragile non è raro incorrere in danni irreparabili come accaduto ad alcune opere di Piero conservate alla National Gallery di Londra che, tra gli anni ’40 e ’60 del secolo scorso, furono vittime di puliture un po’ troppo invasive le quali invece di arricchire le pitture con una nuova luce, le ha impoverite. Questo avvenne a causa della rimozione di strati di velature tutt’altro che superflue, le quali contenevano rifiniture pittoriche ad opera di Piero stesso, essenziali ai fini della compiutezza dei dipinti. Tuttavia appena vista la Resurrezione mi sono immediatamente sollevato e sorpreso: oltre a rischiarare il cielo e mostrare dettagli prima poco visibili, questo restauro ha tirato fuori dal dipinto di Piero un chiaroscuro meraviglioso (visibile molto nei panneggi e in alcuni volti) che la rende un’opera ancora più moderna e importante ai fini della storia dell’arte. Aldilà di queste opinioni abbastanza tecniche questo evento ha suscitato entusiasmo in tanti cittadini biturgensi e anche in molti turisti accorsi in città proprio per questo importante restauro: in quei giorni bastava andare in giro per poter ammirare una città attiva e partecipante, simile a quella che osserviamo nelle vecchie foto che spesso circolano nei gruppi Facebook dedicati a Sansepolcro.
Questa stessa genuina partecipazione è stata percepibile anche nei confronti dell’ormai celebre scherzo avvenuto il primo aprile a Porta Fiorentina. Non voglio immettermi in dibattiti di nessun tipo, vorrei semplicemente esprimere la mia visione sull’avvenuto che unisce questa burla al restauro della Resurrezione: la porta in plastica ha avuto successo e tanto apprezzamento perché ha dimostrato come Sansepolcro diventi una vera città d’arte quando si decide di rivolgere lo sguardo verso le sue origini e dunque verso la sua storia. Questo è avvenuto anche con la Resurrezione. La nostra ricchezza risiede qui dunque, in una bellezza comprensibile a tutti e che genera un ritrovato amore per la propria città, un amore che a sua volta produce grande partecipazione, il che attrae indubbiamente anche i visitatori da fuori che vengono qua, non scordiamocelo mai, non solo per le nostre opere d’arte ma anche per il nostro spirito: facciamoci trovare sempre pronti e attivi come lo siamo stati in questi giorni
Leonardo Tredici
Interessato fin da adolescente al mondo dell’arte si iscrive dopo il diploma ad un corso di Studi Storico-Artistici presso La Sapienza di Roma, dove si laurea nel 2015 con una tesi su Raffaellino del Colle, pittore biturgense allievo di Raffaello e stretto collaboratore del Vasari. Intenzionato ad approfondire i suoi studi prosegue la carriera universitaria a Perugia dove ha concluso una laurea magistrale in Storia dell’Arte con un elaborato riguardante alcuni aspetti dell’arte grafica tra XV e XVII secolo. Ha collaborato con diversi artisti di cui ha scritto critiche e curato esposizioni, scrive saltuariamente di arte e cultura nell’Eco del Tevere e ha maturato esperienze pratiche in diversi ambiti museali.
Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.
Commenta per primo.