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Pompei come il Museo Egizio, trasformata in una Fondazione
Il ministro Bondi approfitta della presentazione della Settimana della Cultura per ufficializzare un progetto sul quale si lavora da tempo
Pompei come il Museo Egizio, trasformata in una fondazione, con privati ed enti locali coinvolti per la gestione e la valorizzazione. Il ministro della Cultura Bondi (nella foto) approfitta della presentazione, proprio nell'area archeologica campana, della Settimana della Cultura, per ufficializzare un progetto al quale in realtà il ministero lavora da tempo.
"Una nuova forma di governance - spiega - un'idea che stiamo sottoponendo a banche italiane e internazionali e a grandi gruppi". Il modello a cui si guarda di più è quello dell'Egizio. Con un sogno, quello di trovare un altro mecenate come Packard, che da tempo 'aiuta' la vicina Ercolano con un sostanzioso contributo annuo. "Pompei ha una risonanza mondiale, credo che non sarà difficile trovare qualcuno che voglia associarsi a noi" commenta il ministro. Il chi e il come è però ancora tutto da stabilire. Intanto, proprio per avere il tempo di studiare la questione, nota il ministro, si chiederà al commissario straordinario Marcello Fiori, in scadenza a giugno 2010, di rimanere ancora un po', sei mesi, forse un anno. Per Pompei, il commissario "ha lavorato benissimo" sottolinea soddisfatto Bondi. Due anni di gestione straordinaria, elenca, hanno consentito di investire 109 milioni, di progettare e realizzare nuovi restauri, di riaprire al pubblico tante meraviglie. I cani randagi non si vedono quasi più. Ci sono nuovi progetti per le famiglie, laboratori per i bambini, un sistema di illuminazione notturno. Ma non solo: quest'estate verrà aperto il Teatro Grande, con spettacoli tutte le sere. Presto la Casina delle Aquile diventerà uno sciccoso archeo-restaurant, con tanto di vendita di prodotti tipici ("Il meglio della produzione campana e italiana" assicura Fiori), che si aggiungerà ad un più veloce punto di ristoro targato Autogrill. Per chi ha difficoltà di movimento - anche le mamme con i passeggini - è stato pensato un percorso breve, senza barriere; per gli amanti delle due ruote un percorso a portata di bici. E ancora, l'Antiquarium, a lungo abbandonato, diventerà un centro di orientamento. Senza contare che fra le domus si è trovato il modo di ripiantumare anche la vite, con un vino rosso prodotto da Mastroberardino, che farà da ambasciatore di Pompei nel mondo. I visitatori sembrano aver già apprezzato. "Da dicembre 2009 c'é stata una netta inversione di tendenza" nota Fiori. Con un aumento degli ingressi per tutta l'area (comprese quindi Ercolano, Oplontis, Stabia) che da +14,70% del 2009 al +12,27% di marzo 2010. Cresciuti in questi quattro mesi anche gli incassi, che hanno fatto segnare un +11,90% a dicembre 2009, +15,76% a gennaio 2010, +20,36% a febbraio e +14,04% a marzo. "Risultati, non propaganda" sostiene Bondi. Che, in attesa di trovare un sostituto alla pensionata Maria Teresa Salvatore, ha deciso di affidare ad interim la soprintendenza all'ex segretario generale del Mibac, Giuseppe Proietti. Avanti così, quindi, ma puntando a nuove forme di gestione, che aprano a privati eventi locali. Il neogovernatore della Campania, Stefano Caldoro, approva incondizionatamente. Il sindacato, con la Uil, boccia sia la proroga del commissariamento sia il progetto della fondazione. "Significherebbe il fallimento del sistema delle gestione archeologiche speciali autonome, nato proprio a Pompei, e che ha funzionato bene fino a quando la politica non ha messo le mani sulle nomine dei soprintendenti" commenta il segretario Cerasoli.
Cosa realmente si riuscirà a fare, si vedrà nei prossimi mesi. Intanto - perché no, approfittando della Settimana della Cultura - c'é da godersi una visita alla Domus dei casti amanti, una delle più belle della città antica, dove oggi si può curiosare e osservare i restauratori al lavoro. Senza perdersi l'emozione di una esperienza multimediale nella vicina, strepitosa, Domus di Giulio Polibio. Ad accogliere il visitatore, piccolo miracolo della tecnologia, c'é proprio lui, il liberto diventato ricchissimo Giulio Polibio. Il suo oleogramma appare come d'incanto nell'atrio e racconta le vicende sue e dei suoi familiari, come sono vissuti e come sono morti in quelle stanze riccamente decorate, dove gli archeologi, grazie ai calchi di gesso, hanno potuto ricostruire tutto, dai mobili alle tende, il vasellame, i giochi, persino il giardino. Con tutti i suoi frutti, i fiori, gli odori. E, incredibile, persino i rumori.
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