Corciano si ferma per ricordare: una scarpa rossa come monito permanente

Intitolata la rotatoria dedicata alle donne vittime di violenza
Anche quest’anno, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Comune di Corciano ha rinnovato il proprio impegno nel contrasto a ogni forma di violenza di genere.
Questa mattina (25 novembre), a Ellera di Corciano, si è tenuta infatti l’intitolazione della rotatoria di via Gramsci alle “donne vittime di violenza”, un gesto simbolico ma profondamente significativo per mantenere viva l’attenzione su una tragedia che continua a segnare la società.
Nel corso della cerimonia è stata svelata un’installazione artistica a tema: una scarpa rossa, collocata al centro della rotatoria, pensata come segno permanente di memoria e consapevolezza. La scarpa rossa, divenuta icona internazionale della lotta al femminicidio, richiama l’assenza delle donne che non ci sono più e rappresenta il dovere collettivo di non voltarsi dall’altra parte.
L’intitolazione della rotatoria arriva al termine di un percorso più ampio: per tutto il mese di novembre, infatti, i ragazzi delle scuole del territorio hanno avuto occasione di partecipare ad alcuni incontri con l’associazione Libera… Mente Donna, un ciclo di appuntamenti dedicato alla parità di genere, al rispetto reciproco e alla prevenzione della violenza. Un lavoro prezioso che ha coinvolto le nuove generazioni, con l’obiettivo di costruire consapevolezza e contrastare gli stereotipi alla radice.
«Oggi, in questo 25 novembre, ci ritroviamo non solo per ricordare, ma per dare voce a chi non può più parlare - ha esordito il sindaco Lorenzo Pierotti, con delega alle Pari opportunità, leggendo a chiara voce i nomi delle 86 donne che da inizio anno a oggi hanno perso la vita per mano di un uomo - Non sono numeri, non sono statistiche: sono vite interrotte, sono sogni spezzati, sono famiglie distrutte, sorrisi spezzati troppo presto. Ricordarle una ad una è un atto di responsabilità collettiva. È il modo più autentico per dire che nessuna di loro sarà dimenticata, che ciascun nome porta con sé una vita che meritava rispetto, che meritava un futuro».
«La loro memoria deve trasformarsi in impegno - ha proseguito il primo cittadino - un impegno quotidiano, concreto, affinché la nostra comunità sia un luogo in cui ogni donna possa sentirsi libera e al sicuro. Non basta indignarsi: serve educare, ascoltare, sostenere, intervenire. Serve essere presenti. Oggi, mentre ascoltiamo questi nomi, facciamo silenzio. Un silenzio che non sia vuoto, ma pieno di consapevolezza e determinazione. Perché queste donne non siano ricordate solo per come sono morte, ma per la forza che ci lasciano: la forza e l’obbligo di costruire un domani diverso».

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