Rete flebologica provinciale per il trattamento delle varici, il bilancio dell’Ospedale di Cortona

Risultati che rafforzano il modello di collaborazione tra i presidi della rete ospedaliera
Un anno di attività dentro la rete flebologica provinciale e un bilancio che parla di efficacia e qualità. Dopo Bibbiena e Sansepolcro, anche l’ospedale di Cortona si è integrato nel percorso flebologico che coinvolge il Dipartimento di Chirurgia Generale diretta dal dottor Andrea Coratti, l’UOC di Chirurgia del San Donato diretta dal dottor Marco De Prizio e l’UOC di Chirurgia vascolare del San Donato diretta dal dottor Giorgio Ventoruzzo. Il primo anno di attività all’ospedale Santa Margherita di Fratta, a Cortona, all’interno del reparto di Chirurgia Generale diretto dal dottor Andrea Collini, segna infatti un traguardo importante: 50 pazienti trattati con metodica endovascolare mediante colla di cianoacrilato, con un successo clinico del 100%, in linea con i più recenti dati della letteratura internazionale.
“I risultati ottenuti a Cortona restituiscono un quadro estremamente positivo e confermano quanto questa metodica sia sicura ed efficace – spiega il dottor Gaspare Andrea Gerardi, referente per le tecniche flebologiche mini-invasive all’ospedale di Cortona –. L’utilizzo della colla di cianoacrilato consente interventi rapidi e poco invasivi, senza tagli chirurgici né dolore post-operatorio, permettendo ai pazienti di tornare immediatamente alle proprie attività. È la dimostrazione che anche in un ospedale di realtà territoriale si può offrire sanità pubblica di alto livello, con tecnologie d’avanguardia messe davvero a disposizione della comunità”.
“È la conferma che la rete flebologica della Asl Toscana sud est funziona – sottolinea il dottor Ventoruzzo –. Mettere in connessione più ospedali per offrire a un numero crescente di cittadini cure innovative, vicine a casa e senza lunghe attese è la strada giusta. In questo modo portiamo sul territorio trattamenti un tempo riservati quasi esclusivamente al privato, garantendo a ciascun paziente la soluzione più adatta con tecniche mini-invasive endovascolari di ablazione termica (Radiofrequenza e Laser) o chimica (colla di cianoacrilato), che consentono un ritorno rapido alla vita quotidiana. Il percorso terapeutico viene così realmente personalizzato, sempre nel rispetto delle migliori evidenze scientifiche.”
“La nostra rete è stata tra le prime in Italia a introdurre queste metodiche mini-invasive in regime pubblico - spiega il dottor Enrico Ferrari, responsabile della Unità Semplice di flebologia della Chirurgia Vascolare di Arezzo - e, anche grazie all’impegno dell’équipe di Cortona, oggi rappresenta una delle esperienze pubbliche con la casistica più ampia a livello nazionale sull’impiego di tecniche ablative flebologiche, compreso l’uso della colla di cianoacrilato, con numeri che superano le 4000 procedure negli ultimi 10 anni nella sola area provinciale aretina”.
Sulla stessa linea Alessio Cappetti, direttore degli ospedali riuniti dell’Aretino, del Casentino, della Valtiberina e della Valdichiana aretina: “L’esperienza di Cortona rappresenta un esempio concreto di come l’innovazione possa svilupparsi anche in realtà periferiche, con un impatto positivo per tutta la comunità”.
Oggi la rete flebologica provinciale vede coinvolti i presidi di Arezzo, Bibbiena, Sansepolcro e Cortona, a conferma della validità di una scelta strategica: distribuire sul territorio competenze e tecnologie, riducendo le attese e offrendo pari opportunità di cura. I risultati di Cortona sono stati presentati il 20 settembre a Bologna, in occasione di un evento formativo che si è tenuto al Centro Valet, che ad ottobre sarà a Torino, durante il congresso nazionale congiunto delle società flebologiche italiane.
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