Lavori di sfalcio nel Pratomagno per la tutela delle praterie

Tutte le azioni attivate dall’Unione dei Comuni per tutelare la montagna, bella e fragilissima
Gli operai forestali dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino sono, in questi giorni, impegnati in Pratomagno per le attività di decespugliamento meccanizzato previste dal progetto LIFE ShepForBio e finalizzati ad aiutare la funzionalità ecologica di queste praterie, ovvero di quelle caratteristiche che garantiscono la presenza di una ricca biodiversità. L’invasione di vegetazione arbustiva e arborea - conseguenza dell’abbandono di pratiche gestionali come il pascolo - ha portato a un cambiamento significativo della composizione e struttura dell’Habitat stesso e quindi una riduzione della biodiversità e a una perdita di funzionalità ecologica che si traduce in minore resilienza ai cambiamenti climatici, riduzione dei servizi ecosistemici forniti e molto altro. Tutto questo ha però anche delle conseguenze talvolta catastrofiche su molte specie che frequentano questi ambienti. Il Pratomagno, famoso proprio per le sue praterie, può sopravvivere solo attraverso un’azione congiunta di tanti soggetti pubblici e privati che rappresentano i partner attivi di questo grande progetto europeo. La presenza, in questi giorni, di trattori in azione, rappresenta una parte fondamentale di questo progetto che mira alla tutela di questa montagna sacra e fragilissima. L’Unione dei Comuni Montani del Casentino, partner del progetto LIFE, si occupa proprio di questo aspetto del decespugliamento in combinazione con l’attività di pascolamento.
Lo spiega il direttore dei lavori del progetto Life per l’Unione dei Comuni il dottore forestale Alberto Tizzi: “Il decespugliamento che viene fatto alcune volte all’anno è unito anche alle attività di pascolamento. Grazie a uno specifico bando su queste praterie ovvero circa 250 ettari di superficie a cavallo delle due vallate Valdarno e Casentino, abbiamo nel periodo primaverile estivo 150 animali adulti, 100 mucche, 30 asini e circa 20 cavalli che attraverso il pascolo in rotazione, fatto con il supporto di specifici recinti, si riesce a mantenere vivo il pascolo principalmente il nardeto e con esso la biodiversità di questo luogo magico, e importante per la nidificazione di alcune specie animali principalmente avifauna”.
L’Unione dei Comuni ha avuto anche un altro importante compito in questo processo di salvaguardi attiva degli habitat del Pratomagno e lo spiega ancora Tizzi: “Come da progetto, la nostra Unione attraverso le sue maestranze e i suoi tecnici forestali, ha realizzato quattro tipi di interventi: il decespugliamento in circa 50 ettari, ha recuperato alcuni antichi abbeverai realizzandone di nuovi molto più capienti per portare acqua dove attualmente non c’è più a causa delle scarse nevicate invernali; realizzato due recinti anti lupo nei quali gli animali passano la notte o partoriscono al sicuro; corridoio utile per i trattamenti sanitari e veterinari e anche per caricare sul camion gli animali che si spostano da questi luoghi dopo la fine dell’estate, ovvero tra qualche giorno. In Pratomagno quello dell’acqua sta diventando un grande problema e con gli animali al pascolo durante l’estate, è indispensabile assicurarsi questa risorsa. Abbiamo anche ripristinato le poche vene di acqua presenti. Il prossimo obiettivo è quello di portare prossimamente al pascolo specie diverse oltre bovini ed equini anche gli ovicaprini. Ognuna di loro può assicurare un tipo di ripristino ambientale e un’azione di convergenza sulle specie da tutelare”.
L’Assessora alla Forestazione Eleonora Ducci conclude: “Questo, come altri progetti che la nostra Unione porta avanti per la tutela dei comprensori forestali gestiti, è la dimostrazione di come certi habitat possono conservarsi solo con la giusta interazione tra uomo e natura, con una sinergia che consenta lo sviluppo economico, la tutela del paesaggio e delle specie animali e vegetali. La tutela della ruralità passa necessariamente dal provare a garantire la presenza e il presidio anche in luoghi come le praterie sommitali, che purtroppo senza progetti specifici rischiano di scomparire. Il ruolo dell’Unione dei Comuni si dimostra anche in questo senso fondamentale, con le sue maestranze e capacità gestionali”.
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