Arezzo: Il consigliere comunale Vittorio Giorgetti lascia la Lega per il gruppo misto

"La Lega è diventata il fantasma di se stesso, non rappresentando più i valori delle origini"
Cambia l’articolazione del Consiglio Comunale con l’ingresso nel gruppo misto del consigliere Vittorio Giorgetti in uscita dal gruppo della Lega. La scelta si è formalmente concretizzata con la protocollazione la scorsa settimana, mercoledì 7 ottobre, all’ufficio di presidenza delle relative dimissioni e del conseguente passaggio: “giusto per non essere tacciato di cinismo politico o accusato di una scelta di comodo dopo la disfatta elettorale della Lega alle regionali – esordisce Giorgetti.
Il quadro per me era chiaro da tempo, da quando la Lega è diventata il fantasma di se stesso, non rappresentando più i valori delle origini o tantomeno quelli della svolta salviniana. La mia storia personale è di Destra, da Azione Giovani al Matteo Salvini del 2015, che quando si è affacciato sulla scena politica lo ha fatto con premesse e valori per me condivisibili, ovvero l’Italia come nazione una e indivisibile, ideali sovranisti e identitari senza derive secessioniste. La prima delusione è stata nel 2015: la scelta del partito come assessore ad Arezzo di una candidata proveniente da Siena e che aveva racimolato due preferenze. E sottolineo due. Era subito chiaro che Arezzo sarebbe stata condannata all’irrilevanza, che oggi viene certificata dal dimezzamento dei rappresentanti aretini in Consiglio Regionale. In quel frangente sono rimasto nel partito solo per provare a riequilibrare la situazione in favore della città e invece quest’ultima, dentro la Lega, ha continuato a godere di scarsa considerazione. In questi dieci anni nel partito si sono succeduti personaggi senza alcuna rappresentatività, che spesso non parlavano toscano, l’assessore prima citata a un certo punto ha cumulato altre cariche non da poco come quella di senatrice e di sottosegretaria e potrei continuare con altri esempi, da Manuel Vescovi a Marco Casucci per i quali sorvolo sulle ultime performance elettorali. A un certo punto ad Arezzo sono calati perfino i bergamaschi a commissariarci. Con il 2020 e la mia elezione in Consiglio Comunale si poi è consumato il tradimento più grande: l’appoggio della Lega salviniana al governo Draghi. L’attuale governo, dal canto suo, non ha fatto che tradire ogni promessa, dalle accise ai migranti, dalle pensioni all’Iva zero su riso, pasta, pane, frutta e verdura. Per non parlare delle scelte sul riarmo e sulla guerra russo-ucraina, sulla riforma del codice della strada, sulla caccia indiscriminata alle specie selvatiche, sul sostegno incondizionato a Israele. Tale linea politica per me insostenibile ha indotto alla rottura anche con il gruppo consiliare, con i cui componenti i rapporti sono stati comunque cordiali. Entrerò nel gruppo misto, resterò fedele alla maggioranza con cui sono stato eletto ma con maggiore liberta perché devo rispondere solo a me stesso e non più a logiche di partito e, da adesso, di gruppo. Se voterò anche contro? L’ho già fatto con il Terzo Luogo, unico nella maggioranza, progetto inutile, dannoso ed economicamente insostenibile. In questo momento è sicuro che non mi ricandiderò: perché non esistono ‘contenitori’ che mi rappresentano”.
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