Il fisco non molla la presa: le imprese aretine lavorano 182 giorni solo per pagare le tasse

Arezzo la città toscana più virtuosa, ma la pressione fiscale è al 49,8%
“La pressione fiscale è in calo ma resta il fatto che gli imprenditori aretini sono costretti a lavorare fino a metà anno per pagare le tasse statali, regionali e locali”.
Così Fabio Mascagni Presidente CNA Arezzo commenta i dati del rapporto 2025 dell’Osservatorio permanente CNA sulla tassazione delle pmi che esamina l’andamento e le differenze del total tax rate sulle piccole e medie imprese in 114 città italiane.
L’osservatorio “Comune che vai, fisco che trovi” presentato a Roma da CNA ha fatto un focus sulla tassazione delle piccole imprese in cui Arezzo si piazza al 9° posto.
“Per le imprese il barometro continua a segnare brutto tempo – dichiara Fabio Mascagni – in media le imprese italiane hanno lavorato per il fisco fino al 9 luglio, due giorni in meno rispetto all’anno precedente. In Toscana Arezzo con il 49,8% è quella con la minore pressione mentre ultima è Livorno con il 56,1% alla posizione 110. Certo è che un imprenditore ad Arezzo che lavora fino al 30 giugno per il fisco, non ha certo motivo di festeggiare”.
Il rapporto CNA riguarda un’impresa tipo rappresentativa, nello specifico un’impresa individuale che utilizza un laboratorio artigiano di 350 mq e un negozio di proprietà destinato alla vendita di 175 mq con valori immobiliari di 500mila euro in tutti i comuni, ricavi per 431mila euro e un reddito d’impresa di 50mila. Di aziende di questo tipo Arezzo è piena.
Per il Presidente Mascagni il quadro continua ad essere sconfortante: “lo scorso 30 giugno, dopo 182 giorni dall’inizio dell’anno, è stato il giorno in cui l’imprenditore aretino ha smesso di lavorare per l’ingombrante socio fiscale e cominciato a lavorare per sé e per la sua famiglia.
Firenze è la penultima in Toscana (più in basso Livorno al 110° posto), al 97° posto con una pressione fiscale del 54,4% ed il tax free day fissato al 17 luglio, Siena è 29esima e Grosseto 41esima.
Notevole quindi sia a livello toscano che nazionale, le differenze territoriali, pur a parità di tipologia d’impresa. Bolzano si conferma in testa con un total tax rate del 46,3%, mentre Agrigento chiude la classifica dei capoluoghi con il 57,4%. In termini concreti, a Bolzano un’impresa lavora per il fisco fino al 17 giugno, ad Agrigento invece deve attendere il 28 luglio per iniziare a produrre reddito per sé. Questi divari dipendono soprattutto da fattori locali come addizionali regionali e comunali, IMU e tassazione legata alla gestione dei rifiuti.
Il rapporto inoltre rileva che il livello di tassazione è più elevato nelle province dove è minore l’efficienza della gestione e della qualità dei servizi offerti a cittadini e imprese. “La presentazione di questi dati – conclude il Presidente Fabio Mascagni – è anche l’occasione per presentare le proposte di CNA per una riforma del fisco basata sul criterio della semplificazione: le imprese meritano un fisco più leggero, più semplice e più equo. Oggi è troppo complicato e le imprese hanno bisogno di stabilità nell’impianto normativo, per evitare le continue modifiche che producono forte incertezza”.
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