Pensione a 64 anni: le nuove regole per l’uscita anticipata

Requisiti, importi e cambiamenti dal 2030
Con la stretta sugli anticipi pensionistici, da Quota 103 a Opzione Donna e Ape Sociale, i requisiti per accedere alla pensione anticipata a 64 anni sono diventati più selettivi. Oggi questa possibilità è riservata ai lavoratori contributivi puri, cioè coloro che hanno iniziato a versare contributi solo dopo il passaggio al sistema contributivo, avvenuto il 1° gennaio 1996. Chi ha 64 anni e almeno 20 anni di contributi effettivi può lasciare il lavoro in anticipo, ma solo se l’assegno pensionistico supera 3 volte il minimo sociale Inps: 1.616 euro mensili.
Nuove soglie e requisiti futuri
Per le madri lavoratrici, la soglia di accesso al pensionamento anticipato si abbassa a 2,8 o 2,6 volte l’assegno sociale, a seconda del numero di figli. Dal 2030, il limite per tutti salirà a 3,2 volte l’assegno sociale, pari a circa 1.724 euro mensili, una cifra più difficile da raggiungere per lavoratori precari e con retribuzioni basse.
Origini della misura
La possibilità di andare in pensione a 64 anni con almeno 20 anni di contributi nasce con la riforma Fornero del 2012, che fissava l’importo minimo dell’assegno a 2,8 volte il trattamento sociale. Negli ultimi anni, le leggi di bilancio hanno alzato la soglia a 3 volte, con l’obiettivo di portarla a 3,2 dal 2030.
Il ruolo della previdenza complementare
Oggi è possibile includere nel calcolo dei contributi anche la previdenza complementare, ma in questo caso il requisito minimo sale a 25 anni di versamenti, destinati a diventare 30 entro cinque anni. È inoltre previsto il divieto di cumulo con altri redditi da lavoro, eccetto le attività autonome occasionali fino a 5.000 euro lordi annui.
Tetto massimo dell’assegno fino ai 67 anni
Chi esce a 64 anni non può percepire un assegno superiore a 5 volte il minimo Inps fino al raggiungimento dei 67 anni (pensione di vecchiaia). Nel 2025, questo limite corrisponde a 3.017 euro lordi mensili.
Possibile estensione ai lavoratori misti
Il governo valuta di estendere la misura anche a chi ha versato contributi con il sistema misto. Secondo il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, si studia anche l’uso del TFR custodito dall’Inps per abbassare la soglia dei requisiti.
Stop all’aumento dell’età pensionabile
Dal 2027, l’età minima per la pensione anticipata dovrebbe salire a 64 anni e 3 mesi per adeguamento alla speranza di vita. La maggioranza, però, valuta di bloccare l’aumento e mantenere l’attuale soglia.
Quota 103 verso l’abolizione
Con la prossima manovra, il governo potrebbe eliminare Quota 103, che consente il pensionamento con 62 anni di età e 41 di contributi, ma ha registrato solo 15mila domande nel 2025 a causa di penalizzazioni e tempi di attesa più lunghi.
Pensione anticipata ordinaria
Resta infine la pensione anticipata ordinaria: senza limiti di età, ma con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Le finestre di uscita vanno da 3 a 9 mesi.
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